L’uomo ha cominciato a vestirsi oltre settantamila anni fa. Per ripararsi dal freddo e dalle intemperie, poi , per proteggersi da condizionamenti di ordine morale e per aderire ai gusti, alla vocazione per il bello. Nel tempo, è nata la moda che, come scrive Charles Baudelaire, è “calme, luxe, voluptè”. La moda, ha sottolineato Ennio Flaiano, “è l’autoritratto di una società e l’oroscopo che essa stessa fa del suo destino”.
La moda è arte, cultura, espressione della sensibilità e delle tradizioni di un paese e di un periodo storico. Ma è anche un fatto economico (nel nostro Paese, grazie alla “made in Italy”, alle esportazioni, concorre al risanamento dei bilanci), è business ed è comunicazione. La moda è anche travestimento, divertimento-spettacolo. E’ sublimazione della bellezza, esaltazione dello stile, della classe, della personalità di chi, uomo o donna, indossa un capo di abbigliamento. Questo ha sempre certificato l’identità sociale. Già dai tempi delle antiche civiltà mesopotamiche, in Armenia, tra il Tigri e l’Eufrate, presso gli Egizi, i Greci, i Romani e, via via, fino al primo e al secondo Rinascimento dove l’abito è “status symbol”. Nel Medioevo, è la legge che stabilisce quali classi potevano indossare la pelliccia: l’ermellino bianco macchiato di nero sottolineava la nobiltà di chi lo indossava. Le pellicce preziose, di lince o di volpe, erano indossate sia da uomini sia da donne. Come scrive Cesare Vecellio (cugino del più famoso Tiziano), nel suo trattato “Degli abiti antichi e moderni di diverse parti del mondo” del 1590, la moda serve per attestare l’appartenenza ad un certo ceto sociale. Ma è anche espressione dello stile di vita, del gusto dell’uomo e della donna. Come scrive Roland Barthes, in un pregevole saggio pubblicato da “
Dicevo, sopra, che la moda, il “made in Italy”, concorrono a risanare i bilanci del nostro Paese.. E’ sufficiente pensare che, relativamente all’anno 2005, il fatturato totale Italia del settore moda è stimato intorno ai 41.307 miliardi di euro (di cui 2 miliardi nella provincia di Modena), le imprese attive in Italia sono state 76.260 (2.900 nel modenese), gli addetti sono 532.650 per l’Italia (
La moda, come comunicazione , come cultura, come fatto economico, come divertimento-spettacolo, come esaltazione della bellezza e della personalità di chi indossa il capo di “arte individuale”, trova la sua massima espressione negli appuntamenti periodici , nelle sfilate e nelle presentazioni di moda, che si tengono a Roma, in Piazza di Spagna, ma anche e soprattutto a Firenze (Pitti Moda) e a Milano (Milano Moda, Milano vende Moda , Milano Moda Uomo), appuntamenti che si rinnovano, due volte all’anno, a gennaio e poi a giugno, sia a Firenze sia a Milano.
La settimana di “Milano Moda Uomo”, appena conclusa e che ha presentato le “Collezioni Autunno Inverno 2007-
Accanto ai mitici Armani (più che mai aristocratico, nell’eleganza maschile che si è ispirata al fantasioso e immaginifico
“Dolce & Gabbana” (con i loro smoking di lurex, di raso, di cavallino, di velluto per i giovani della generazione i-Pod), hanno presentato le loro “Collezioni Autunno-Inverno 2007-
Le loro sfilate sono state sublimi, anche grazie alla cornice della bellissima “Palazzina Liberty” di Milano, che ha ospitato le due splendide-splendenti collezioni moda uomo, che presentiamo attraverso due interviste agli stilisti Germana Martinelli Messori ed al figlio d’arte GianMarco Messori.
A Germana Martinelli Messori, stilista di “Messori Uomo”, chiediamo quali sono le linee di tendenza della Sua “Collezione Autunno-Inverno 2007-
“L’eleganza maschile deve essere di una semplicità solo apparente, che va sempre arricchita da nuovi dettagli e da una attenta ricerca di materiali pregiati. L’uomo, che sta arrivando, veste un nuovo classico sartoriale ridisegnato pensando ai primi anni ’70, con linee asciutte, tessuti tradizionali ma arricchiti da nuove tecnologie come finissaggi natural strech, aspetti molto lucidi sulle belle lane di abiti e cappotti.
Sono atmosfere notturne lussuose e un pò ribelli, che mi hanno ispirato le mise più eleganti. La notte per vivere il sogno, per osare un lusso più eccentrico, per giocare con il travestimento.
Penso che il velluto liscio sia la massima espressione della raffinatezza: sensuale al tatto, perfetto per un abito da sera profilato in raso oppure scuro con gessature, che si notano solo in movimento. Per me il lusso è un abito di velluto blu notte ,portato su una camicia di seta scura stampata a piccoli disegni, oppure un frac tramato bianco e nero, con collo di pelliccia, indossato su un paio di jeans. Per la sera, i colori sono cupi, ma con riflessi colorati: il blu, il bordeaux, il grigio, il viola, si intravedono sotto trame velate di nero. Per il giorno, ho disegnato un informale chic, fatto di blouson corti realizzati in panni compressi come feltri, oppure coprigiacca tecnici multitasche, con colli ed interni in velluto a pelo lungo. I capi in pelle diventano più caldi con colli ed interni in pelliccia rasata; molto trendy se portati su maglie a collo alto, dove il colore si mostra con trame a rilievo, oppure pullover bianco lana con inedite lavorazioni ad intarsio.
Finalmente l’uomo può togliersi la giacca perchè la camicia è preziosa, ricca di dettagli, molto chic in raso di seta lucido, sportiva nei disegni jacquard, dove si mischiano fili colorati in toni scuri. Sotto il gilet nero, la camicia bianca ha il collo alto profilato di rouge..
Per mantenere alta la qualità, la nostra produzione è, da sempre, “made in Italy”
All’esuberante, intelligente , colto e simpatico stilista
“La mia collezione è Cult. Boy. O meglio, la definizione Cult Boy è nata mentre creavo la collezione; mi sono soffermato su tutto ciò che è stato Cult in un’epoca: fashion, libri, cinema, musica. Ho cercato di fondere anche la cultura ed il mood intellettuale, che si respirava, nella mia collezione; ogni capo rappresenta perciò l’icona di un’epoca, tutto ciò che è stato ed è tuttora CULT, rivisitato ed attualizzato da una profonda ricerca di tessuti. Penso al cappottino asciutto degli anni ’60 in Principe di Galles, con il rever a contrasto ostentato da David Bowie. La camicia tinta unita o microfantasia con due bottoni vicini di metallo e i gemelli, che ci riporta nel sempre attuale sapore militare. Il chiodo, simbolo gotico-punk delle periferie, realizzato però in un tessuto altamente tecnologico, da trattare con palline da golf. Il bomber, icona urban-wear del cinema British, reso innovativo da un tessuto trattato che imita la pittura. Il cinque tasche denim, che, risvoltandolo, mostra una tramatura di filo argentato, decisamente pop ’80. La camicia check in cotone, con il tessuto che cambia fino ad otto nuances di colore, adatto ad un western metropolitano. Il riding pant, con inserti termoadesivati a contrasto, che accentuano la bombatura dei fianchi. Beatles in vernice nera, con ricamo stilizzato sulla punta. Ho voluto , poi, sottolineare il mood dell’intera sfilata anche con le musiche che l’accompagnano. Sono musiche di artisti italiani come Patty Pravo, la “modenese” Caterina Caselli e Nada, icone di nicchia in un’epoca ancora attuale”
Sono state due sfilate all’insegna dell’eleganza italiana, sempre più difficile da rinnovare. Che Germana Martinelli Messori e
essori