Mentre vengono diffusi nelle città emiliano-romagnole i cartelloni per
incentivare l’aborto farmacologico il consiglio regionale approva due
risoluzioni per favorirne la diffusione in regime di day hospital e nei
consultori.
Ancora una volta la maternità viene svenduta all’ideologia che si impone
coi numeri di maggioranza in consiglio.
Solo l’ideologia può essere cosi cieca da non considerare le innumerevoli
testimonianze delle ragazze che hanno vissuto il dramma dell’aborto “”fai da
te””, con l’esperienza devastante di vedere l’embrione nella fase espulsiva
in solitudine nel bagno di casa.
Ideologico è banalizzare un atto come l’aborto in un concetto astratto
di conquista, ignorando la sua concretezza quale rottura violenta di un
rapporto già in essere.
Solo l’ideologia può far ridurre la prudenza medica in nome dell’
autodeterminazione.
L’aborto va gestito per ciò che è: un dramma da ridurre al minimo nei
numeri e se inevitabile da rendere il meno odioso possibile con la premura
e la cura di chi ne porterà la ferita. Il ricovero non è un modo per
ostacolarla, ma per attenuarne gli effetti.
Queste erano le finalità, mai raggiunte, anche della legge 194.
Chiediamo quindi alla giunta della nostra regione almeno di impegnarsi a
diffondere un’ informazione medica e scientifica esaustiva e non
ideologica e a promuovere campagne di sensibilizzazione pro maternità e ad
incentivarne il sostegno economico.
La gravidanza non è una malattia, ma certamente quando irrompe nella vita
di una donna la coinvolge nella sua interezza e merita tutto il nostro
rispetto e la nostra sollecitudine.