la “GUERRA DI MODENA” 43 a.C.

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Un anno dopo l’uccisione di Giulio Cesare (assassinato, alle idi di marzo del 44 a.C., a seguito  della congiura di Bruto, Cassio, Trebonio e Casca. Il nome di Cesare fu assunto come cognome dagli imperatori, da Augusto ad Adriano, in seguito, indicò l’erede designato al trono), il nipote e luogotenente di Cesare, Marco Antonio, anziché combattere gli assassini dello zio, raggiunge un accordo di non aggressione con Bruto e Cassio. Ma l’”Imperium”consolare di Antonio (era stato nominato, nel 44 a.C, da Giulio Cesare, collega nel Consolato e magister militum), sta per esaurirsi. Per cui, Antonio pretende di essere nominato subito proconsole della Gallia Cisalpina, al posto di Decimo Bruto (che aveva partecipato alla congiura contro Giulio Cesare), che stava a Modena, che era il capoluogo della Gallia Cisalpina , definita , allora, “fermissima et splendidissima .. fidissima et fortissima et fiorentissima populi Romani colonia”.

Pertanto, Antonio mette sotto assedio Modena e la occupa, commettendo un gravissimo atto (Cicerone, nelle 14 orazioni “Filippiche”, lo bolla di “hostis populi romani”, nemico del popolo romano, cioè fuorilegge).

L’ex luogotenente di Giulio Cesare, Aulo Irzio, di provata fede repubblicana, viene inviato contro il “fuorilegge” Antonio. L’altro console, Lilio Pansa, ha una sola Legione (la “Marzia” di veterani). Dopo avere arruolato altri soldati così da disporre di 5 Legioni, si avvicina a Modena. A questo punto, Marco Antonio –siamo nell’aprile del 43 a.C.- di notte, con il grosso delle truppe, lascia Modena, lasciandovi  solo “un velo di truppe”. Giunto a Castelfranco Emilia, Forum Gallorum, dispone le sue truppe ai due lati , a destra e a sinistra, della via Emilia (era stata aperta, nel 187 a.C.) che, essendo su un terrapieno, si trovava sopraelevata rispetto alla palude circostante.

Quando sta per giungere ,da Bologna,  il console Pansa con le sue cinque Legioni, Antonio cerca di trarlo in inganno con pochi soldati che, come specchietto, gli si presentano di fronte, per poi colpirlo, di sorpresa, dai due lati della via Emilia. Ma era l’alba, il sole che stava sorgendo, illumina e fa luccicare le armi dei soldati di Antonio nascosti ai lati del terrapieno. La sorpresa è così annullata. La battaglia infuria, feroce, sanguinaria.

La vittoria sembra arridere ad Antonio, quando l’altro Console gli arriva addosso e disperde le truppe di Antonio, che si erano dovute nascondere nella palude, protette anche dalle tenebre.

Per cui, Antonio che ha vinto, si trova perdente. Lascia Modena e si rifugia in Gallia dal suo amico Marco Emilio Lepido. Ma nella guerra di Modena, hanno trovato la morte sia Aulo Irzio, sia il Console Pansa (ferito a Modena e morto a Bologna, sotto i ferri dei chirurghi). Ma prima della morte , Aulo Irzio, con il giovane Ottaviano (il futuro Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, primo Imperatore romano) e con i resti dell’esercito di Pansa, prende possesso di Modena.

Alla fine, a Modena, il futuro Imperatore Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, si ritrova con i due eserciti consolari, mentre Decimo Bruto aveva lasciato la città, in barca (allora, Modena era tutta navigabile). Sarà poi ucciso in Gallia.

Marco Antonio, Marco Emilio Lepido e Caio Giulio Cesare Ottaviano (poi Augusto) si incontrano su un’isoletta sul fiume Reno, a Bologna. Stringono un accordo , danno vita al Secondo Triumvirato e si battono contro i repubblicani, che avevano assassinato Cesare (li sconfiggono a Filippi, nel 42 a.C.).

Mentre Marco Antonio sceglie l’Oriente (Antonio e Cleopatra furono poi sconfitti ad Azio, nel 31 a.C.), Caio Giulio Cesare Ottaviano controlla gran parte dell’Occidente fino a diventare, con il nome di Augusto, il primo Imperatore romano, con l’auctoritas assoluta su quell’Impero che fiorisce e domina il mondo per cinquecento anni.

 

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