Si iscrive tra le iniziative legate alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il volume edito da Elis Colombini “La famiglia Salimbeni: una storia nell’Italia pre e postunitaria” di Andrea Guerra e Pamela Tavernari con approfondimenti di Natascia Reggiani e Massimo Baldini. Un libro che fa parte della collana “Nonantula: quaderni di ricerche e studi storici” presentato sabato scorso in via Castelmaraldo al Centro Studi Muratori, diretto da Giancarlo Corrado, alla presenza dell’assessore comunale della Pubblica Istruzione Adriana Querzè e dello storico del pensiero scientifico Stefano Minarelli, già autore di “Appunti per una storia del darwinismo a Modena”.
I Salimbeni, tra la fine del ‘700 e i primi del ‘900, hanno intrecciato per più di un secolo le proprie vicende con i grandi eventi che portarono alla nascita dello stato unitario italiano e della nazione. L’accurata ricerca, minuziosa quanto impeccabile, condotta scrupolosamente dagli autori, è una galleria di illustri personaggi che hanno incontrato sul loro cammino i più grandi protagonisti della Storia: Napoleone Bonaparte, Garibaldi, Ciro Menotti, Darwin, Rimbaud… I Salimbeni si sono infatti distinti come militari, politici, imprenditori, diplomatici, scienziati, letterati, musicisti, scacchisti, esploratori.
E’ legata a loro la fondazione dell’Accademia militare di Modena, la nascita della Società dei Naturalisti e Matematici, la prima traduzione dall’inglese all’italiano dell’ “Origine delle specie” di Charles Darwin, edita a Modena dall’editore Zanichelli nel 1864. Il capostipite Giovanni Salimbeni senior, è da annoverare tra le più autorevoli figure militari della Repubblica veneta, insignito del titolo di comandante generale dopo la stipula del trattato di Campoformio firmato da Napoleone il 17 ottobre 1797. Quando le truppe francesi entrarono a Verona, l’anno precedente, il 1° giugno 1796, Giovanni, come comandante del presidio militare, accolse personalmente Napoleone Bonaparte e lo accompagnò nella visita alla città. Poi, dietro suggerimento di Bonaparte al Direttorio, Salimbeni entrò nella milizia della Repubblica Cisalpina ed assunse il comando della terza divisione del Dipartimento del Panaro e del Mincio che aveva il quartier generale a Modena dove si trasferì il 9 dicembre 1797 alloggiando con la famiglia nel Palazzo Nazionale, ex Palazzo Ducale, attuale Accademia militare.
Suo figlio, Leonardo Salimbeni, anch’egli militare, nel 1798, divenne il direttore della Scuola nazionale del genio e dell’artiglieria con sede nell’attuale Accademia militare di Modena; assistette all’incoronazione di Napoleone a Parigi il 2 dicembre 1804; fu in seguito destituito dall’ impiego di generale nel luglio dello stesso anno a causa probabilmente della forte ostilità del fratello maggiore Sebastiano nei confronti del regime napoleonico caratterizzato da una forte involuzione autoritaria dopo la proclamazione del Regno d’Italia.
Negli anni successivi alla Restaurazione, i figli di Leonardo, Filippo e Valerio aderirono alle idee liberali dimostrando la propria estraneità all’establishment politico culturale del ducato estense. Furono infatti entrambi estranei alla congiura messa in atto da Ciro Menotti il 3 febbraio 1831 ma ne condivisero le motivazioni ideali gli sviluppi politici pagando di persona il primo con un annodi carcere tramutato in arresti domiciliar e l’altro con 27 giorni di carcere vissuti senza interrogatorio e nemmeno senza un processo. Valerio diventerà poi il primo podestà di Modena dopo la nomina ricevuta da Luigi Carlo Farini il 19 giugno 1859, dopo la fuga dell’ultimo duca Francesco V avvenuta l’11 giugno. Primogenito di Valerio è infine lo scienziato Leonardo Salimbeni che, con Giovanni Canestrini, nel 1864, tradusse l’ “Origine delle specie” di Charles Darwin, un argomento trattato ampiamente nei minimi particolari da Stefano Minarelli in “Appunti per una storia del darwinismo a Modena” edito da Elis Colombini nel 2009, anno del bicentenario della nascita di Charles Darwin.
Articolo di Giulia Manzini