Certo la speranza è l’ultima a morire ma, speravamo, speravamo ancora, che con l’avvento al governo di nuove figure professionali, tutte blasonatissime, reduci da incarichi che a snocciolarli fanno venire i brividi…(professori, incaricati, docenti, responsabili, amministratori delegati, commissari straordinari, e questo, e quello…) le cose finalmente sarebbero migliorate. Ecco, mi sono detta, e credo che l’abbiano detto in massa tanti milioni di italiani, per una volta, abbiamo rinunciato a spaghetti, mandolini e approssimazione, per un volta lo staff piazzato (invero con un notevole colpo di mano,) dal Presidente della Repubblica, nei posti di governo, è composto da persone serie… Persone stimabilissime, senza tanti fronzoli, gente preparata, gente che tranquillamente passa da una lingua all’altra nelle interviste, gente che non viene considerata scarsamente affidabile, gente che interloquisce, “chessò”… con la Merkel senza che questa scoppi a ridere, gente che sa di che si occupa il proprio dicastero, gente che i discorsi se li scrive da solo, gente che ha anni di responsabilità in aziende di Stato e in ruoli complessi e difficili… Parlo della Cancellieri, parlo della Severino, parlo di Passera…. E via dicendo.
Ecco, per una volta, invece che un gruppetto di privilegiati aspersori di natiche del premier in carica, pur di stare al potere, c’è un gruppo di gente che sa il fatto suo. E questo già non è poco. Gente seria, abituata a lavorare duro, che non tollera i favoritismi fa i cittadini, che rifugge dai facili privilegi, che esige il rigore dalla povera gente, perché la situazione è difficile, e se ne rammarica, fino al pianto, quindi è gente della quale fidarsi.
Certo, sono un po’ noiosi… gli altri fanno più ridere… e chi se li scorda… ho ancora nella mente, indimenticabili, gli equilibrismi di quel mezzo prete di Lupi, che conciliava le sue origini di Comunione e Liberazione con l’indulgenza per la condotta del suo padrone di Arcore… condotta che trovava normalissima.
Come potrei dimenticare, senza un filino di rimpianto per le grasse risate che mi han fatto fare, le dichiarazioni di Cicchitto (della cui utilità esistenziale attendo ancora spiegazione da qualcuno) e chi troverò mai, mi dicevo i primi tempi, che mi faccia buttare in terra dal gran ridere, come Gasparri, dall’espressione bovina e l’accento da guitto…E le sputacchianti dichiarazioni di Vendola, in frasi colme di “esse”… e le metafore di Bersani, che mi ha fatti diventare odioso persino il melodioso accento dell’Emilia
Pazienza, adesso si fa sul serio, i buffoni, i giullari e i loro padroni, i deboli oppositori, i velleitari ducetti…li abbiamo lasciati da parte.
Adesso si fa sul serio. Riforme senza guardare in faccia a nessuno, “se volete è così sennò è così lo stesso”, l’Italia si salva con i sacrifici, ma si salva anche con l’equità, la giustizia sociale, il rigore. Rigore anche per sé stessi, naturalmente.
Ma non è andata proprio così..
Perché alla fine, anche quei severi tecnici in grigio, anche quelle algide e quasi asessuate signore…alla fine si sono, tutti, rivelati non solo poco capaci di azioni taumaturgiche e risolutive dei nostri infiniti guai, ma sembrano essersi prontamente calati nelle comode vesti dei politici, abili a enunciare il nulla assoluto con molte parole ma, come i politici appunto, si sono rivelati ben lieti dei privilegi che il loro nuovo status consente loro. Per qualcuno la cuccagna non finisce mai, per altri inizia.
Per altri, per noi che assistiamo a tutto questo, rimane, invece, la speranza.
Con la quale, sfortunatamente, non si mangia.
Maria.
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