La crisi economica attacca. Morde. E nella maggior parte dei casi uccide la sua preda.
La crescita esponenziale dei fallimenti e delle chiusure di negozi e piccoli esercizi in Modena e provincia, sono ancora più forti in una realtà gravemente colpita da due tragedie, umane prima che economiche, come il terremoto e l’alluvione.
Il tutto, senza considerare che, a quasi tre anni dal sisma o a oltre un anno dall’alluvione, i contributi per la ricostruzione di case e aziende sono erogati con il contagocce: si parla di circa 170 milioni per le aziende, e di circa 371 milioni per le abitazioni.
Ancora nulla, a oggi, per gli imprenditori alluvionati. Il tutto, a fronte di 6 miliardi e 670 milioni di euro stanziati dal governo Monti, tra il luglio e il novembre 2012, alla Regione Emilia Romagna. La causa principale di tale stagnazione risiede senza dubbio nelle oltre 3.000 ordinanze emanate per gestire la ricostruzione post terremoto e alluvione, che rendono così difficoltoso l’accesso ai contributi, tanto che molti danneggiati rinunciano a ricostruire, o cercano di farlo con le proprie forze.
Ma non è finita.
I terremotati e gli alluvionati stanno pagando tutte le imposte, gli alluvionati addirittura senza dilazione, e tra mutui per ricostruire e finanziamenti per pagare le tasse, moltissimi cittadini sono allo stremo.
A questo si aggiunga la raffica di arresti di pochi giorni fa per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella ricostruzione post terremoto. Una scoperta della cosiddetta “”acqua calda””, che, invece di far riflettere i nostri amministratori su quanto una burocrazia elefantiaca e farraginosa favorisca la corruzione, li ha indotti a sostenere che tali illeciti sono stati scoperti proprio grazie a questa burocrazia. Ciò fa temere, a giusta ragione, che le procedure per la ricostruzione, già lente e inefficienti, subiranno un ulteriore giro di vite, sfinendo definitivamente migliaia di cittadini e imprenditori, che, con sacrifici eroici, non solo hanno ricostruito con le proprie forze, ma contribuiscono al bilancio dello Stato con 6 miliardi di euro di imposte annue pagate. Uno snellimento burocratico e l’istituzione di zone di esenzione fiscale sono indispensabili per aprire quello spiraglio verso la rinascita, che una regione come quella terremotata e alluvionata merita, non foss’altro per tutto ciò che ha sempre dato allo Stato italiano.””