Quella di Genova è l’ultima disgrazia che ricade su cittadini inermi e innocenti. Sto leggendo sui social invettive contro questo governo, il precedente e quelli passati, arrivando a fare paragoni con i Romani e i loro ponti per acquedotti e i loro viadotti che sono ancora in piedi.
Per non parlare dei vari dibattiti televisivi dove, come sciacalli pronti a contendersi il pezzettino di preda, ogni pseudo opinionista di turno elargisce le proprie perle di saggezza postume e inutili.
Dissento da tutto ciò
La colpa è nostra. Nostra che paghiamo profumatamente con le nostre tasse per la sicurezza stradale e vediamo che le pubbliche vie di anno in anno si trasformano sempre più in carrettiere. Nostra che per un rigore non dato o un calciatore strapagato ci strappiamo i capelli, ma per far valere i nostri diritti anche in questo frangente continuiamo a fare polemica inutile e sterile, nonché spammiamo anche le altrui bacheche con inutili e odiosi “copia e incolla, non condividere!” come se questo potesse essere d’aiuto. O messaggiando privatamente con l’anatema “fallo sapere a tutti i tuoi contatti”. Perché i miei contatti sono stupidi che non sentono le notizie ai vari TG? O non vedono le foto e i video?
Sarebbe più utile una raccolta fondi, una iniziativa di “prendiamoci e andiamo ad aiutare la protezione civile”.
Purtroppo, ripeto, quello di Genova è l’ultima di una lunga serie di tragedie più o meno annunciate e noi paghiamo pedaggi che ci dovrebbero assicurare un viaggio più lineare e sereno rispetto alle strade c.d. normali.
La magistratura e (spero) la giustizia faranno il loro corso, verranno trovati dei responsabili e mi auguro vivamente si vergognino e si rendano conto del danno che hanno provocato ai morti, ai feriti e a tutte quelle persone che si sono trovate con un ponte sul tetto di casa e che per questo avranno l’abitazione rasa al suolo.
Ma noi, che leggiamo e ci ergiamo a giudici cosa stiamo facendo? Perché non pretendiamo che i nostri diritti vengano difesi e tutelati? Noi dovremmo capire come fare per pretendere che queste tragedie siano veramente e puramente frutto di un destino crudele e avverso, non dell’incuria e della negligenza umana.
Noi dovremmo ricevere le informazioni necessarie e farcene carico pretendendo che quanto diamo in tasse e onesto lavoro venga giustamente ricompensato con opere pubbliche manutenute a opera d’arte.
Quindi al momento la colpa è nostra che di tutto questo non abbiamo fatto nulla se non esserci fatti investire da questa orribile notizia di morte e di distruzione.