Il 27 agosto scorso, al Castello di Spezzano, è stata conferita la cittadinanza onoraria di Fiorano Modenese alla giornalista Federica Angeli “per il coraggioso contributo fornito contro la criminalità organizzata e l’importante dedizione profusa a favore della legalità”. Vive da diversi anni sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia romana,
Come spiega il sindaco Tosi: “Federica ha fatto del valoroso e intelligente adempimento del proprio dovere civico la prassi della sua vita. Con tutto ciò vogliamo dare un segnale chiarissimo di sostegno alla legalità e di chiusura assoluta ad ogni infiltrazione mafiosa, volontà che speriamo si manifesti ogni giorno di più anche da parte delle nuove generazioni”.
Giusto, però nutro un dubbio, ovviamente non sui meriti della persona premiata, né sulla buona volontà del Consiglio Comunale, ma sul tipo di riconoscimento scelto.
Leggo su Wikipedia: “La cittadinanza onoraria è concessa da un comune o da uno stato ad un individuo ritenuto legato alla città per il suo impegno o per le sue opere. La persona dev’essersi distinta particolarmente nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico od in opere, imprese, realizzazioni, prestazioni in favore degli abitanti del comune, rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, o in azioni di alto valore a vantaggio della nazione o dell’Umanità intera”. Ma, a parer mio, sarà lo stato a premiare le azioni di alto coraggio a vantaggio della nazione mentre al comune spetta l’onore-onere di premiare le azioni di alto vantaggio per la propria comunità.
La definizione di Wikipedia corrisponde a quanto scritto in genere nei regolamenti di altri comuni italiani, in materia di cittadinanza onoraria, dove si insiste su “un individuo legato alla città”, caratteristica che la giornalista Federica Angeli non ha, seppure sia fulgida figura da assumere come esempio, da proteggere e sostenere.
Ce ne sono altre che, perseguitate come lei, possiedono la caratteristica di essere legate a noi. Ricordo il giornalista Giovanni Tizian, arrivato a Modena bambino da Reggio Calabria, dove suo padre era stato ucciso perché bancario integerrimo. Tizian, cresciuto e diventato collaboratore precario della Gazzetta di Modena, non ha avuto paura a raccontare in Gotica le mafie in Emilia-Romagna e anche a Fiorano. Lo abbiamo accolto nel 2012 a Spezzano, appena messo sotto scorta e appena uscito quel suo primo libro, in una affollata conferenza a Casa Corsini.
Detto questo, sono ovviamente contento che il mio comune ritenga prioritaria la lotta alla criminalità organizzata e alle mafie quali portatrici di violenza e sopraffazione.