Chi fa informazione dovrebbe qualche volta ascoltare i discorsi al bar. In questo periodo dopo la riapertura, io, l’ho fatto. Non mi piace fare il ficcanaso ma a intercettare casualmente le parole della gente, ti si apre un mondo. Molti, a oggi, non hanno ricevuto una lira dalla cassa integrazione: un ritardo che li ha costretti ad attingere e mangiarsi i risparmi che faticosamente si era messo da parte. Parlo di persone normali, di lavoratori e artigiani, di quello che è definito il ceto medio. Era un tesoretto messo da parte per l’università dei figli o una necessità famigliare. Sappiamo tutti che una volta che questi soldi sono stati usati, difficilmente, a breve, potranno rientrare. Ora, su queste persone potrebbe arrivare un’altra pietra in testa. A lanciarla, i sanculotti grillini che hanno preso di mira i risparmi sui conti correnti per usarli come prestito al fine di finanziare la ripresa. Sarà, ma sembra più un prelievo forzoso che gli italiani già conoscono! Questi paladini dei nullatenenti, ma anche dei nulla facenti, creatori del reddito di cittadinanza dato anche a chi non ne aveva diritto, non sanno più cosa pensare. Apriamo una parentesi partendo dal presupposto che a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca. Infatti, sempre a proposito del famoso reddito, sarà la ciambella di salvataggio nei collegi elettorali, in cui è stata maggiormente distribuita, se essi vorranno tornare in parlamento a non fare niente. Inoltre, questo ritardo nel pagare la cassa integrazione, non è stato fatto apposta per far sì che gli italiani usassero almeno una parte dei soldi che con fatica avevano accumulato? Ai lettori la risposta.
Parlando inoltre d’industria del turismo e della ristorazione, una delle maggiori fonti di entrata e di lavoro per tante famiglie, ha messo in campo solo delle pecette. Non c’era bisogno di creare task force costose, ma bastava semplicemente copiare dall’estero le cose buone e chiamare Flavio Briatore. Il geometra proveniente dalla zona del Cunense, potrà piacere e non, ma di turismo e ospitalità, senz’altro se ne intende. Purtroppo, chi è al governo, non è capace neanche di questo. Forse, non è chiaro che la pandemia non è stata un’influenza, forse, non è chiaro che siamo di fronte a uno scenario di guerra. Sì, perché se dopo una guerra, l’operaio non aveva la fabbrica perché distrutta, adesso ci troviamo di fronte allo scenario inverso. La fabbrica, il ristorante e l’albergo ci sono, ma non c’è il lavoro. Non parliamo poi della scuola: possibile che non si potessero dividere gli alunni in due turni? Uno la mattina e uno il pomeriggio? In un’aula da trenta persone si sarebbe mantenuta la distanza necessaria: quindici per turno e durante la pausa i bidelli avrebbero potuto disinfestare invece di stare seduti o ciondolare per le scale come spesso si vede se entri in un istituto scolastico, senza contare che avrebbero trovato lavoro tanti insegnanti a spasso e percettori di reddito di cittadinanza.
Passando a un altro argomento scriviamo di Pier Luigi Bersani. In fondo, ma molto in fondo, mi stava simpatico. Un uomo con la sua personale storia umana e politica ben precisa. Quella umana, che ha visto in una notte cadergli in testa il muro di Berlino in cui la sua generazione aveva riposto tante speranze. Quella politica che dopo tanti anni lo aveva visto finalmente arrivare al vertice di quello che fu il Partitone Rosso e se l’è visto sfilare dal mediceo Matteo Renzi. Insomma, alla fine si è ritrovato con un pugno di mosche in mano. Si fa per dire, infatti, di poltrone pesanti ne ha occupate e gli sono state giustamente anche ben retribuite. Però, la sua affermazione riguardante la pandemia: – Viene il dubbio che se avessero governato loro (la destra) non sarebbero bastati i cimiteri – non l’ho per niente gradita. Niente di strano sull’affermazione, anche perché lui e i suoi coetanei, di cimiteri, se ne intendono. L’ideologia rossa ha fatto sì che si ampliassero quelli esistenti e se ne creassero dei nuovi nell’Europa dell’Est e in Asia. Duole ripetermi! Come ho sempre sostenuto, della sinistra non mi fido, specialmente di quella che non ha ancora fatto i conti con il suo passato. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.