Il coraggio di (2)
A Modena dal 23 novembre scorso alcuni istituti scolastici superiori hanno iniziato a subire l’”okkupazione” da parte di studenti e non. I primi sono stati il Cattaneo ed il Deledda. [1]
Il “movimento occupy” non è nato a Modena, è formato da studenti, ma a questi si sono aggregati anche alcuni esponenti dello spazio sociale Guernica [2], che, scusate il mio personale sentire, a questa “lotta” sono estranei salvo il fatto di aver tanto tempo da dedicare a fare baraonda in giro per la città.
Le motivazioni della protesta sono in maggior parte condivisibili. I tagli perpetrati negli anni alle scuole, la fuga di insegnanti capaci e preparati, l’impossibilità per gli insegnati che restano di poter svolgere il loro compito seguendo corsi di aggiornamento, la carenza di fondi che costringe alcuni istituti di ogni ordine e grado ad acquistare autonomamente persino la carta igienica, e così via. Sino ad arrivare alla situazione politica ed economica attuale. E qui – sempre a mio personale parere – l’evento inizia a puzzare di coinvolgimento di gente che con la scuola non ha nulla a che fare da un bel po’ e forse sarebbe stato meglio per loro aver seguito di più le lezioni scolastiche quando era ora piuttosto che finire a bighellonare per la città per fare danni.
Chiedo a chi magari è più informato di me cosa ne può capire la maggior parte degli studenti di età compresa tra i 14 ed i 15 anni di quanto sta accadendo in Italia, quando anche chi scrive che ha passato i quaranta fatica a stare dietro alle manovre limpide e subdole che vengono attuate. Quanti di questi studenti tra i 14 e i 19 anni possono avere una coscienza politica così forte e chiara da prendere in mano la situazione di un intero istituto e gestire una manifestazione veramente a sfondo sociale e non utilizzare la situazione per poter evitare per un giorno, due giorni o n giorni le lezioni? [3]
Per questo vi sono anche stati istituti scolastici che intelligentemente hanno colto l’occasione per dialogare ulteriormente con i propri studenti per approfondire lo stato di malessere generale e dar loro gli strumenti per poter formare un proprio pensiero personale.[4]
Se le cose funzionano come ai miei tempi (quando ancora di okkupazioni non si parlava, ma di “scioperi” si) il 90% degli studenti vedevano questi eventi come occasione per un giorno di relax e vacanza in più.
Non dico che gli studenti non percepiscano (termine che non amo, ma in questo caso è calzato a pennello) le problematiche che vivono in casa, a scuola e nel tempo libero, ma quanti di loro sono veramente consapevoli dei sacrifici che vengono imposti a chi un lavoro ha già? Quanti di loro empaticamente sentiranno il peso del professore che vede la propria professionalità svilita da un branco di ignoranti e presuntuosi vestiti in giacca e cravatta che bighellonano lungo il “Transatlantico” o “stravaccati” sulle poltrone del Parlamento e del Senato? O semplicemente viene sminuita la sua professionalità e la sua cultura da quattro “balordi” che okkupano un istituto scolastico perché imposto da adulti con idee per nulla democratiche?
Quanti di loro capiscono realmente il terrore dei genitori verso notizie che vengono divulgate dai vari telegiornali ogni giorno con la stessa facilità delle previsioni meteo, notizie con cui si ventila l’ipotesi di reintroduzione dell’ICI con aliquote e revisione delle rendite catastali, di prelievi fiscali sempre più alti ed inevitabili, mentre chi può continua serenamente ad andare fuori a cena alla faccia di chi fa i conti per arrivare decentemente a fine mese?
Non credo siano in tanti, anzi non credo ve ne siano proprio. Forse qualche studente lavoratore può avere questo senso del dovere e sapere la fatica che si fa veramente ogni giorno per poi vedersi scippare parte del guadagno da tasse balzelli ed imposte.
Da quest’anno addirittura hanno abolito la possibilità per le case editrici di poter applicare sconti sensibili sull’acquisto dei testi scolastici. Così chi dal 1 settembre ha dovuto acquistare la collana di libri per l’istruzione delle medie e delle superiori si è trovato a non poter risparmiare quei quattro soldi che comunque facevano comodo.
Ma tutto questo in che proporzione viene sentito da questi ragazzi? Perché non credo che la protesta messa in atto sia democratica, anzi la trovo assai estremista. L’okkupazione di un noto istituto scolastico modenese ha visto una scena di violenza gratuita ed inutile che mi porta a pensare sempre più che ci siano adulti incoscienti e cattivi che strumentalizzino la purezza ideologica che molti giovani hanno per la loro verde età.[5]
Quello che non comprendo è perché vi sia la mancanza di un confronto critico in famiglia. Questi ragazzi che prendono parte a okkupazioni non possono imporre la loro volontà a tutto un istituto scolastico. Credo che anche la minoranza che non ha idee politiche in merito, che non vuole passare una giornata a bighellonare per il centro storico o facendo il tour degli istituti okkupati abbia il diritto di essere tutelata.
Le commesse di una nota catena di negozi avendo l’esercizio vicino a cinque istituti superiori okkupati sono disperate perché questi figli dell’ideologia altrui continuano a fare i vandali e invadere il loro luogo di lavoro solo per il gusto di disturbare.
E’ forse questa la vera protesta? No credo che la vera protesta sia quella dignitosamente espressa da una ragazza su internet, la protesta pacifica ma ferma e risoluta. Una protesta e un grido di accusa verso questo sistema che non va e che vogliono fare andare sempre peggio. Una protesta che metto nell’ultima nota.
Grazie per l’attenzione e abbiate sempre il coraggio di [6]
C.V.
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[1] http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2011/11/23/news/una-notte-di-occupazione-al-deledda-1.1689555
Questa è L ‘ Italia
DA….V. M.”Perchè devo piangere una crisi che non è mia? Perchè devo piangere una crisi che non è dipesa da me? Perchè devo pagare un debito pubblico causato dalla pazzia di un ominicchio morto e sepolto da 70 anni? Perchè devo accettare mi vengano richiesti sacrifici per il bene del mio paese, quando chi mi chiede questi sacrifici la parola sacrificio non sa nemmeno cosa significhi? Perché devo accettare che in Parlamento ci siano 648 nullafacenti, mentre nelle scuole mancano professori, bidelli e tecnici qualificati perché non ci sono soldi per pagare gli stipendi (seppur ci sia bisogno di queste figure professionali. Pesano più i 1000/1500 euro di questi padri e madri di famiglia sulle casse dello stato o lo sperpero di denaro a cui ci hanno abituato questi signori in giacca, cravatta e i-pad?????). Perché devo avere incertezze sul futuro, nonostante i miei studi e la mia preparazione, mentre uno che è stato bocciato 3 volte alla maturità prende 10mila euro al mese solo perché si chiama Bossi? Perché mio padre a 50 anni deve ancora lavorare 20 anni se vuole un minimo di pensione (e ammesso che continui ad avere un lavoro!!!!), mentre c’è chi anche a 40 ci va solo perché ha dormicchiato per una legislatura (ma va bene anche meno) nelle rosse poltrone di quel di Montecitorio? Perché io devo piangere lacrime e sangue, mentre chi tutto questo l’ha causato pensa a passare un felice Natale?”