“IO VOLEVO FARE L’AVVOCATO” è rivolto a tutti i cittadini (non solo ai 247 mila avvocati in Italia). Perché, divertendo, con ironia, regala utili suggerimenti e consigli a chi ha avuto, ha o avrà bisogno di ricorrere ad un avvocato.
Giovedì 19 novembre 2015, ore 21,00, presso il “Circolo degli Artisti” di Modena (Via Castel Maraldo, 19), lo scrittore-avvocato Alberto Pezzini presenta il libro “Volevo fare l’avvocato. La dura vita del principe del foro”. Dialogano con l’Autore Pietro Di Michele (Presidente nazionale S.I.O.F. –Associazione Italiana Odontoiatria Forense e Docente universitario ) e il giornalista-scrittore Massimo Boccaletti. Introduce e modera l’incontro con l’Autore (è il 636.mo incontro nei 60 anni di vita e attività del “Circolo degli Artisti”) il giornalista Roberto Armenia .
L’autore è a disposizione per rispondere alle domande dei presenti e per dedicare copie del libro “Io volevo fare l’avvocato”
L’ingresso è libero.
Volevo fare l’avvocato. La dura vita del principe del foro” (Historica Edizioni) è un libro divertente , utile e documentato . “Non è un manuale e non contiene regole che debbano essere seguite od osservate”, sottolinea l’Autore, che continua “ E’ una “raccolta di fatti e una cronaca di un’esperienza su come possa venire percepita praticamente una professione che una burocrazia ad angolo ottuso e in continua evoluzione tenta a volte di farci odiare”
Come scrive lo scrittore-giornalista Vincenzo Pardini (tra l’altro, giornalista de “La Nazione”, “Nuovi argomenti” e “Paragone”) , nella prefazione al libro “Volevo fare l’avvocato. La vita dura del principe del foro” dell’avvocato Alberto Pezzini, “ Anche la professione forense può divenire romanzo, sempre che a raccontarla sia uno scrittore. Alberto Pezzini svolge da anni il lavoro di avvocato, affiancandolo a quello di critico letterario. Per lui, leggere è passione e dovere. … Pezzini scrittore: uno che va fino in fondo, che si serve delle parole come di un bisturi, per affondare in quel magma di umori, risentimenti, angosce, contraddizioni e cupi desideri di rivalsa, che tanto tormenta la nostra società e ognuno di noi…fino agli avvocati che svolgono il ruolo di interpreti e difensori , a seconda delle circostanze. Un libro di parole vive, che sembrano farsi toccare, utile e necessario allo stesso tempo, che mette in luce un nuovo, promettente scrittore” Il libro è dedicato (e rivolto) agli avvocati e a tutti coloro che vogliono conoscere i segreti (e tante curiosità-aneddoti) della giustizia e della professione forense . Come anticipato, non è un manuale su come fare l’avvocato: è piuttosto una raccolta di fatti e una cronaca di un’esperienza su come possa venire percepita praticamente una professione che una burocrazia ad angolo ottuso e una continua evoluzione tante e tante volte di farci odiare” . Sempre nel libro, l’Autore sottolinea che la professione di avvocato è “solida e poi è utile” , e conclude : “è un libro utile e divertente insieme perché scritto con ironia e ricco di moltissime citazioni, aneddoti di vita vissuta. E’ un libro particolarmente utile, oggi, quando l’avvocatura sta attraversando un momento di grandi cambiamenti (dalla riforma delle professioni alla legge di categoria, all’accesso alla professione che prevede che l’esame di Stato diventi telematico) . Anche (forse) per “frenare” l’ondata di iscritti all’Albo, che sono 247 mila, troppi, un numero che il mercato non riesce ad assorbire.
L’autore Alberto Pezzini è nato nel 1967 a Sanremo. Laureato in giurisprudenza a Genova è Procuratore legale dal 1995 (avvocato dal 1977) , ha già maturato vent’anni di avvocatura e non è ancora stanco, anche se a volte –tra iva e clienti che non pagano- vorrebbe fare soltanto lo scrittore. Collaboratore di Libero e Il Corriere della Sera. Scrive anche per Mente locale. Nel 2014 è diventato blogger per Cultura. E’ anche un “forte lettore” ed un appassionato cinefilo . Infatti, ad arricchire il contenuto del libro ci sono moltissime citazioni di libri e di letture che possono concorrere a fare conoscere di più e meglio la professione di avvocato ( da George Orwell –“1984” “Omaggio alla Catalogna”, a Michael Connelly –“Avvocato di difesa”, a Kincaid –“Nonostante l’evidenza delle prove” – a Marcello Sorgi –“Le sconfitte non contano”, a Simone Perotti –“ Adesso basta”-; a Baudelaire –“L’uomo e il mare”; a Giulio Cesare –“De Bello Gallico” e “De Bello Civili”- , a Tacito; a Gianrico Carofiglio- “Testimone incolpevole” , ad Arturo Perez Reverte –“Capitano Alatriste”- a Mario Calabresi a Dovstoesskij ai grandi scrittori americani, autori di “legal thriller” come Scott Turow –“Facoltà di legge”- e John Grisham , autore dei longseller “Il momento di uccidere” e “Il socio” ) . Così come ci sono molti film che (come “ Philadelphia” con Tom Hanks o “Quel che resta del giorno” di James Ivary ) sono utili per conoscere meglio e di più la professione. Perché, sottolinea lo scrittore-avvocato Alberto Pezzini “ la letteratura è fermamente intrecciata con l’avvocatura” … “per scrivere anche poche parole degli atti bisogna leggere pagine e pagine di libri” .
ALTRE ANNOTAZIONI-CONSIDERAZIONI sul libro “VOLEVO FARE L’AVVOCATO”:
In 17 capitoli, 225 pagine, consigli-suggerimenti da 20 anni di esperienza diretta e da secoli di esperienze indotte da altri avvocati e da films e libri incentrati proprio sulla professione dell’avvocato: da come affrontare l’esame di Stato a come si apre uno studio (singolo o associato), alla difesa d’ufficio e al gratuito patrocinio, alla poliedrica, più che sfaccettata figura del cliente con i consigli su come rapportarsi con i diversi tipi di clientela, all’importanza dei praticanti, a come si devono affrontare le udienze e gestire i propri “dominus”, cioè i grandi e affermati avvocati (a volte un po’ “tromboni”) a come rapportarsi con i mass media, con i cronisti di giustizia, soprattutto, all’importanza dello stile e dei contenuti delle lettere tra colleghi, a come vincere l’ansia da udienza, a come ricevere e rapportarsi con i clienti, ai difensori di fiducia, a come rapportarsi e “vincere” con l’avvocato ( o gli avvocati) “bestie nere” (cioè che sono sempre “vincenti”), a come difendersi dall’accompagnatore sapiente del cliente (“ deve avere fatto dei corsi di corrispondenza notturna in giurisprudenza perché comincia subito a parlare”) , ai libri preziosi per arricchire-completare la preparazione professionale di un buon avvocato, ai suggerimenti spiccioli tipo “arrivare puntuali alle udienze è la migliore presentazione”, all’attenzione che un avvocato deve portare nel “difendere il colpevole che non te lo dice e difendere il colpevole che te lo dice senza sudare”. Consigli, suggerimenti ed ancora suggerimenti e consigli : sapere ascoltare, mai trasformare il cliente in una persona vicina a noi perché il rapporto tra cliente e avvocato è molto sottile come un filo di seta… (ma anche) fragile
e come possa incrinarsi anche per un nonniente”; “la pazienza come virtù cardinale e teologale per un avvocato”, la tenacia , in quanto “la professione è fatta di emergenze e prolungamenti degli orari in studio”; la massima calma e la massima lucidità, l’importanza di sapere dire no”.
Ancora: “nessuno è come Perry Mason” e “l’avvocato è come un pescatore.. a volte prende il pesce, a volte prende un bagno e altre volte ancora ci rimette canna, lenza, mulinello” “Non può essere un soggetto di gregge” , anche perché “la solitudine è una componente fondamentale dell’avvocato. Siamo soli quando decidiamo la linea di difesa.. Come il chirurgo, l’avvocato , ha responsabilità “ (diverse ma sempre responsabilità) . L’avvocato deve avere almeno tre qualità: 1)” gambe di un cervo”, 2) “il tempo di un flaneur”; 3) “la pazienza di un ebreo”. Inoltre, la massima correttezza, deve sapere scrivere bene una lettera e deve possedere l’arte di arringare in udienza. Dovrebbe essere libero e indipendente (l’autore espone pro e contro gli studi singoli da privilegiare su quelli associati), sapere reagire al meglio, mantenere calma e serenità (al limite di “fare l’amore, prima di un’udienza” , per essere più disteso), rifuggire l’ansia da prestazione. Deve sapere reagire, bene, prontamente perché “ la forma di un uomo non sta nel cadere e rimettersi in piedi quanto nella velocità nel farlo.
Il libro dedica pagine e pagine (ricorrenti, spesso, lungo tutte le 225 pagine) al problema denaro , che si moltiplica e si presenta sotto diversi aspetti che riguardano tutti (sia avvocati, sia corrispondenti, sia difensori d’ufficio, sia i clienti) come ricevere il giusto onorario e farsi pagare dai clienti (“ il denaro è un buon servitore, ma un pessimo padrone).
Dulcis in fundo (ma non ultime , per importanza) le pagine e le considerazioni-valutazioni rivolte alle donne avvocato : “ le donne sono meticolose, possiedono intelligenze quasi scientifiche nella elaborazione del diritto e sono infaticabili costruttrici di prove”.
Ritornando all’Incipit” , è un libro utile , con tutti i suggerimenti, i consigli che derivano dall’esperienza oltre che dalla giurisprudenza, dalle leggi. E’ un libro divertente, con tutte le curiosità, gli aneddoti e il “linguaggio figurato” e ironico, che lo caratterizzano.
Giovedì 19 novembre 2015, prima dell’incontro con l’Autore Alberto Pezzini, un minuto di raccoglimento e di preghiera per le vittime degli attentati di Parigi: 129 storie, quindici Paesi, un universo di passioni, speranze, futuro. Come ha sottolineato un quotidiano italiano, “ A Parigi attentato alla bellezza. Tutto il mondo è qui: infatti, le vittime venivano da 15 Paesi: storie differenti che hanno finito per convergere, alle 21,20 di venerdì 13 novembre, quando il Califfo ha ordinato “ATTACCATE”. Guardiamo le loro facce sorridenti, i loro occhi pieni di futuro, scorriamo insieme le loro attività: ingegnere, musicista, cameramen, attrezzista, studentessa, impiegata, grafica, avvocato . LE LORO STORIE SONO UN INNO ALLA DIVERSITA’, un piccolo grande esempio di quel che i terroristi vogliono cancellare: LA LIBERTA’ , IL DIRITTO ALLA RICERCA DELLA FELICITA’ – qui sul pianeta terra- LA CONVIVENZA PACIFICA”