Modena, città di primati. Quali i primati che il Sindaco Giorgio Pighi privilegia e perché ?
“Penso che, se mettiamo insieme il sistema industriale con l’eccellenza della meccanica d’avanguardia , con l’enogastronomia e con il sistema culturale, otteniamo un quadro che offre una realtà ottimale, con un primato nell’occupazione, nelle idee, nella qualità della vita, nell’offerta culturale, che ci viene dal patrimonio storico-artistico. Otteniamo una città di alto livello, che non ha pari. Quella delle istituzioni permanenti è una scelta di fondo, con un’offerta di iniziative ed eventi estremamente qualificati e qualificanti.
Probabilmente, occorre selezionare una serie di eventi da privilegiare e sviluppare in modo organico, così da coinvolgere al meglio, gratificandoli, anche le energie, i gruppi che vi lavorano.
Come è stato sottolineato in occasione degli Stati Generali della Cultura, che si sono tenuti al “Baluardo Cittadella”, la nostra politica socio-culturale si presenta in modo estremamente qualificante, con prospettive fantastiche basate su realtà come la “Biblioteca Delfini”, che è la più bella e meglio organizzata della regione, come il “Palazzo dei Musei”, la “Galleria Civica” e la “Fondazione Cassa di Risparmio di Modena”. In questa politica, l’intitolazione del “Teatro Comunale” a Luciano Pavarotti ci sta tutta.
La nostra politica culturale è ottimamente coordinata dal vice-Sindaco e Assessore alla Cultura, Mario Lugli, che se la sta cavando bene, con la sua personalità spiccata e con le idee estremamente chiare. Così che, mi sembra che il percorso stia andando avanti da solo, con punte di eccellenza con il “Festival della Filosofia”, con il “Festival delle Bande Militari”, che si sta sempre più orientando verso un’esperienza nuova, con la “Galleria Civica”, egregiamente diretta da Angela Vettese, che ha anche un grande gusto nella grafica, per le soluzioni grafiche. Da non dimenticare il “Museo della Figurina” che può e deve diventare un centro di raccordo e propulsivo di eventi”
Quali le componenti base, le concause dei successi di Modena nell’imprenditoria, nel business ? Che ruolo gioca e si propone di giocare l’Istituzione Comune per favorire un continuo, costante sviluppo dell’economia modenese?
“Anzitutto, c’è un dato basilare: le articolazioni del nostro sistema economico hanno garantito l’occupazione. Un sistema economico che, soprattutto grazie ad associazioni o realtà come la CNA e la Lega delle Cooperative, è moto sensibile ed attenta al sociale ed intrattiene ottimi rapporti con l’Amministrazione Comunale. Insieme, da anni, studiamo e realizziamo progetti innovativi e calati nella realtà in divenire. Per cui, anche nell’occupazione della donna, siamo ai primissimi posti. A Modena operano ancora molte manifatture, per cui servono servizi sociali all’avanguardia. E noi cerchiamo di essere all’avanguardia nell’offerta di asili nido, di scuole che assicurino il tempo pieno, così che anche le donne , le madri possano lavorare e, così, possano concorrere a favorire lo sviluppo dell’economia e, al tempo stesso, portino un contributo economico al bilancio familiare. Così come ci si occupa dei bambini, anche l’anziano è accudito, riceve i migliori servizi di assistenza.
In questi servizi basilari, abbiamo il fondamentale apporto di idee, di progetti e di pianificazione di Mariangela Bastico, che vede sempre la migliore ricaduta sociale . E’ figlia di questa nostra cultura. Questa nostra rete di servizi, nella società della conoscenza e del terziario avanzato, è figlia di questa cultura, che sa che lavorare in due, favorisce il benessere del nucleo familiare e quindi della società. Sa che l’uso della piccola proprietà edilizia è paradigmatico nel favorire la qualità della vita delle famiglie. Modena, da decenni, ha creduto ed ha investito nelle politiche sociali, ha favorito i piani PEEP, dove l’edilizia favorisce e si basa sui risparmi delle famiglie, dove i mutui non passano attraverso gli immobiliaristi , ma piuttosto sul lavoro. Dicevo che, da decenni, le amministrazioni pubbliche modenesi si sono mosse sul sociale. Così che, quando negli anni 80 e 90 del secolo scorso, la società è cambiata, ha presentato una rivoluzione innovativa, noi abbiamo anticipato e cavalcato da protagonisti la trasformazione, abbiamo favorito un equilibrio nella ripartizione della ricchezza, che non ha pari. Molti ci paragonano al Nord America in questa ripartizione della ricchezza e al Nord Europa per la cultura e la politica sociale. Altri problemi ci sono venuti dalla viabilità, che si è fatta sempre più difficile per la presenza della piccola industria, con intasamento di furgoni e veicoli commerciali. Da qui , l’esigenza di affrontare e risolvere il problema viabilità
Si può ancora parlare di distretti (agroalimentare, ceramico, metalmeccanico, tessile ed anche biomedicale), nell’era della globalizzazione?
“Sulla globalizzazione ci si muove lungo due direttrici. Da un lato, Modena ruota attorno a “Democenter”, che favorisce al massimo l’operare e i risultati delle piccole industrie che sono all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Così da offrire le massime garanzie per mantenere questi livelli. In questo, è prezioso, determinante la collaborazione tra Università e industria, dove la ricerca universitaria dialoga con il mondo economico, con l’industria, dove il mondo universitario trasferisce tecnologia alle imprese. Per consentire al mondo universitario di concorre
re a migliorare sempre più il prodotto, occorre che l’Università stia dentro, operi in strettissimo contatto e collaborazione con il mondo delle imprese. Solo così otteniamo il migliore marketing territoriale , che aziende come PROMO assicurano, favoriscono ai massimi livelli. Questo marketing territoriale deve muoversi con estrema raffinatezza-competenza , per valorizzare il prodotto deve muoversi lungo due direttrici. Da un lato deve farlo conoscere al meglio e per le sue enormi potenzialità. Da un altro lato deve individuare, segnalare i settori da sviluppare secondo il trend ottimale. Deve sublimare le potenzialità di realtà come Promo. Domotica, come il “Gusto balsamico”, come la Casa natale di Enzo Ferrari. L’innovazione tecnologica e il marketing territoriale rappresentano i due settori cardine su cui puntano, investono Comune, Camera di Commercio, Università e mondo dell’impresa .
Per quanto riguarda i distretti, desidero sottolineare che si sono evoluti. Finita la fase iniziale, ci troviamo di fronte ad aree omogenee che necessitano di servizi adeguati, appropriati. Il distretto come area omogenea deve rapportarsi sempre più e sempre meglio al mondo globalizzato. E’ un distretto che deve darsi sempre più servizi. In una situazione delicata e fondamentale come questa, da noi, per fortuna, la politica e l’economia vivono una fase meno conflittuale rispetto al passato. Sia i politici, sia gli imprenditori devono guardare con occhi innovativi. Con l’economia che porta il valore su cui si costruisce tutto, in un momento in cui sono importantissimi i servizi che vanno ad innovare i servizi tradizionali.
Da qui il sempre crescente interesse per le multiutility nel trasporto pubblico, nello e per lo smantellamento dei rifiuti.
Come accennato prima, in una realtà in cui aumenta sempre più la presenza occupazionale delle donne nel mondo del lavoro, oggi, spunta sempre più un grande interesse per gli asili aziendali. Proprio per il continuo aumento dell’ occupazione femminile, occorre studiare, monitorare il trend di sviluppo, per tarare le diverse necessità di nidi aziendali che si aggiungono a quelli dell’amministrazione comunale”
Quale è il rapporto tra sapere e politica ? (Festival Filosofia, Club di Roma degli anni sessanta, Dario Fo e “L’operaio sa trecento parole, il padrone mille. Ecco perché è lui il padrone”) Nella graduatoria delle emergenze a quale posto il Sindaco Giorgio Pighi, posiziona la cultura, la conoscenza, la formazione ? Quale è la situazione sicurezza ?
“Al primo posto, è l’emergenza cultura. Purtroppo, per anni, abbiamo subito un ritardo culturale, per cui occorre trovare, con urgenza, delle soluzioni nuove. Preso atto che i vecchi strumenti delle società poco dinamiche non funzionano più, che il sistema non riesce a mettere in campo una politica culturale nuova, innovativa, che il Nord-Est enfatizza di più l’immigrazione , occorre fare sistema, occorre soprattutto affrontare secondo una consapevolezza e una cultura nuova e innovativa i problemi di fondo della nostra realtà in veloce divenire. Tra i problemi di fondo vi è quello della sicurezza. Anche Modena presenta gravi problemi di sicurezza, con una criminalità che impazza. Anche se c’è una grave arretratezza nella legislazione, che lega le mani agli amministratori in tema di controlli, il Comune si sta fortemente impegnando per offrire i migliori servizi di assistenza e sicurezza ai cittadini. In zone a rischio come il Tempio-Stazione, Attiraglio, Via Gramsci, Piave ci siamo già mossi per recuperare l’ex cinema Principe e l’ex edificio delle Poste di Via Niccolò dell’Abate. Ci siamo già attivati per animare la zona con giochi e mercatini che rappresentano momenti e occasioni di aggregazione tra i cittadini onesti. Uniti, la lotta alla criminalità diventa più facile. A più ampio raggio, abbiamo definito un organico “protocollo sicurezza” , abbiamo deciso di reimpostare il posto di polizia unificata, di dotare i nostri vigili urbani del bastone estensibile, di spray, di favorire la nascita e gli interventi dei volontari per la sicurezza. L’ATCM, poi, ha deciso di mettere sugli autobus delle guardie giurate, delle guardie che sono a tutela del patrimonio e per sventare rapine. Sono tutti interventi che ci dobbiamo inventare , volta per volta. Per recuperare il ritardo e l’arretratezza nella legislazione, occorre coordinarsi con la Questura e con gli altri Enti e Istituzioni preposte a salvaguardare la sicurezza. Occorre soprattutto darsi degli obiettivi. Occorre soprattutto affrontare con una cultura nuova, diversa l’emergenza sicurezza , tenendo presente che questo problema è strettamente connesso e collegato con il problema immigrazione, che presenta due problemi base, uno di ordine economico ed uno di arretratezza della cultura politica. Tutto ciò comporta anche il problema clandestinità e interculturalità. Sono temi delicatissimi per affrontare i quali occorre una vera cultura politica. Occorre un recupero della cultura politica. Anche se Modena, con le sue realtà positive date dall’associazionismo culturale e sociale, dal San Carlo alla Fondazione del Monte all’Università degli Studi, Modena rappresenta ancora un’isola felice rispetto ad altre realtà del Paese. C’è da sottolineare che i due problemi base, la mancanza di un retroterra culturale solido e la clandestinità con la multiculturalità, sono figli della globalizzazione che comportano due tipi di mobilità: la mobilità data dall’immigrazione e quella data dai comportamenti criminosi favoriti anche da strumenti nuovi come Internet di cui conosciamo ancora ben poco e che non siamo ancora in gradi di controllare ed annullare nelle possibili conseguenze negative, criminose. Anche qui abbiamo una carenza culturale. Dobbiamo individuare nuovi strumenti
Le mostre d’arte, le manifestazioni artistico-culturali sono importanti per fare conoscere meglio e di più Modena e per favorire un flusso ricettivo di turisti o, meglio, di viaggiatori ? Quali i progetti, le linee direttrici di Modena nei confronti della cultura ?
“Indubbiamente le mostre d’arte, le manifestazioni artistico-culturali sono importanti, sono passaggi importanti Il”Festival della Filosofia” , come
le “Serate Estensi”, il “Festival delle Bande Militari”, “Rataplan”, il “Gusto Balsamico”, ci hanno dato un modello Modena, in cui la città fa da quinta . Sono tutte occasioni, opportunità-inviti che offrono ai turisti, o meglio ai viaggiatori l’opportunità di venire a Modena, dove per viaggiatore intendo quella persona, il cittadino che sceglie di visitare e conoscere un paese, una realtà nuova, diversa anche per arricchirsi sul piano umano, civile, artistico-culturale e professionale. Qui poi trovano, possono trovare l’evento ma possono anche muoversi e conoscere ed apprezzare il mondo produttivo della “Ferrari”, il patrimonio artistico e storico, quello enogastronomico. La nostra città può presentare ed offrire il “triangolo delle tre eccellenze”
Il modenese, per vocazione e per scelta, è ipercritico. Tra le varie critiche, vi è quella che accusa Modena ’Amministrazione Comunale di dormire, mentre Bologna assolve sempre più un ruolo baricentrico nella Regione . Cosa risponde a questa critica ?
“Ho già risposto in parte in precedenza Desidero soltanto aggiungere che il modenese , come si evince anche dalla mitica “Secchia rapita” , vive sempre una forte conflittualità e concorrenza con Bologna. I nostri rapporti sono quelli di amici-nemici. Le nostre sono due città diversissime tra loro. Ma sono, devono essere complementari. Occorre mettersi d’accordo come ci si può e deve muoversi, insieme, in modo complementare anche se sempre in modo competitivo”
La città, il mondo intero, hanno appena celebrato la figura e l’opera di un grandissimo modenese, Luciano Pavarotti. Un Suo ricordo-testimonianza su Luciano Pavarotti , su cosa ha rappresentato e può rappresentare per Modena il Suo ricordo ?
Dal momento che, come suggerisce Borges, l’uomo è fatto in gran parte della sua memoria, come intende ricordare Luciano Pavarotti ?
“ Ringrazio tutti, proprio tutti per i riconoscimenti attribuiti alla nostra amministrazione comunale per come abbiamo “gestito” il funerale del più grande tenore di tutti i tempi. I riconoscimenti ci arrecano quasi uno stato di soggezione. Abbiamo fatto tutto con spontaneità. La scelta di fare tutto come amministrazione comunale è stata coraggiosa. Ma ci ha ripagato ampiamente. L’apprezzamento dell’Arcivescovo per la perfetta gestione del funerale in Duomo, con la camera ardente che ha fatto sì che il funerale durasse tre giorni, con ordine e compostezza, secondo la correttezza e la pietas dei vari visitatori modenesi e non modenesi. Sua Eccellenza l’Arcivescovo ha colto anche il messaggio della musica, unificante. Come i valori del mondo cristiano, che ci hanno fatto capire come il rapporto tra valori civili e del sacro stiano cambiando , verso una piena sintonia. Credo siano giuste le nostre due decisioni-iniziative : quella di selezionare giovani tenori e perfezionarli attraverso una scuola di musica e quella di dedicare il nostro glorioso Teatro Comunale a Luciano Pavarotti. Questi giorni , con il tributo dei modenesi a Pavarotti, hanno confermato l’affetto di Pavarotti per Modena e, per contro, l’affetto dei modenesi per il loro grande figlio. Come non mai, i modenesi lo hanno sentito modenese, lo hanno vissuto come il vicino. Speriamo che queste avvisaglie di gossip rientrino subito e definitivamente e ci risparmino cadute di stile che sarebbero insopportabili per la memoria di Pavarotti”
“I sogni proibiti” di Giorgio Pighi uomo e politico ?
“Ovviamente i miei “sogni” sono molto legati alla capacità di questa città di costruire e consolidare una solidità da un punto di vista economico e sociale. Che mantenga i livelli attuali. Da un punto di vista personale, vorrei mantenere uno spazio di studio ed approfondimento culturale sui temi legati alla mia attività di docente universitario e di politico . Tra le diverse soddisfazioni , ricordo la nomina a vice-presidente del “Forum sicurezza”, di quella sicurezza che, come accennato anche prima, è sempre più fondamentale per assicurare lo vita democratica e lo sviluppo economico ed anche culturale. Ricordo l’avere realizzato un numero significativo di opere al servizio della città. Come soddisfazione personale, vi è anche la risposta che hanno dato i modenesi in occasione della dolorosa morte di Luciano Pavarotti”
Una curiosità, un aneddoto che La riguarda e che Lei ricorda con simpatia ?
“Ce ne sono tantissimi. Uno che ricordo con simpatia , anche se non fa ridere, riguarda il mio primo giorno da Sindaco.
Non sapevo, non conoscevo molti aspetti organizzativi, per cui sono entrato timoroso e quasi timidamente. E’ entrato un uomo altrettanto timoroso che
mi ha detto: “sono venuto a prendere la chiave della Ghirlandina”. Al che, subit, mi sono mosso per cercarla, quando questi, sicuro di sé, si è diretto verso l’angolo dove era conservata la chiave, commentando a bassa voce, tra sé e sé, “sa vot ca sava chelò. Al so me”
H a preso la chiave e se ne è andato, sicuro di sé e della sua delicata funzione”
Se e quando non sarà più Sindaco, cosa vorrà fare “da grande” ?
“Desidero fare l’avvocato e il docente come ho fatto per tutta la vita. Il mio studio legale è rimasto sempre aperto, in attività, anche se la mia attività si è ridotta ad una serie di consulenze, si è concretizzata nella partecipazione a convegni di studio. Tra i convegni cui ho partecipato con piena soddisfazione, anche come studioso e relatore, ricordo quelli sul diritto penale e sull’urbanistica, miei vecchi amori”