Buongiorno Assessore, intanto grazie per il tempo che concede a Bice e a tutti i lettori che seguiranno questa intervista.
1) Ci piacerebbe sapere come l’uomo Daniele Sitta vede Modena nei suoi lati positivi e in quelli meno positivi.
Credo che si possa dire che Modena è una bella città, abbiamo ottimi sevizi di Welfare e altissimi standard relativi al verde, le ciclabili, ecc.
Ha un assetto urbanistico razionale, se la confrontiamo con città di pari dimensioni, e questo ci permette una buona qualità di vita sociale ed spazi adeguati per le attività economiche.
In negativo o meglio a livelli non ancora adeguati è la sua rete infrastrutturale di collegamento della città con i comuni della Provincia. L’eccesso di pendolarismo verso il capoluogo che si è creato negli ultimi 20 anni non è stato sostenuto da un conseguente adeguamento delle reti viarie.
Oggi abbiamo approvato i piani per affrontare e risolvere il problema ma occorreranno anni e molte risorse per attuarli .
2) Gli interventi per migliorare la viabilità, le strutture costruite per favorire il traffico su due ruote, gli ultimi interventi per riparare i buchi delle strade sono stati sicuramente parti di un progetto. Da ultimo viene quello che era il tasto dolente del trasporto pubblico. Ora con SETA come cambierà per l’utenza la fruizione di questo servizio?
C’è la tendenza a proporre una immagine del nostro trasporto pubblico peggiore rispetto alla realtà. Il servizio di trasporto nell’area urbana di Modena è garantito da una rete di filobus e autubus con frequenze ogni 10 minuti che garantiscono un servizio di buona qualità. Se pensiamo poi che 4 di queste linee entrano nel cuore del Centro Storico, si può affermare che i cittadini hanno a disposizione un servizio certamente da migliorare, ma già oggi di indubbio interesse. Anche se a Modena si gira ancora bene con l’auto privata e ancora meglio con la bici, vista l’ottima rete ciclabile che abbiamo, e ciò non favorisce l’utilizzo del trasporto pubblico, i dati dimostrano che il numero di passeggeri aumenta e questo ci conforta sulle scelte effettuate. Seta, che è la società che ha unificato Modena, Reggio e Piacenza, rappresenta oggi una realtà che saprà meglio reggere la sfida dei prossimi anni, razionalizzando costi e con una dimensione che renderà possibili investimenti preclusi ad una piccola entità. Il primo periodo sarà , come sempre accade nelle unificazioni, non semplice da gestire, ma nel medio periodo i risultati saranno certamente positivi in termini di qualità di servizio offerta ai cittadini.
3) In che termini la partecipazione della cittadinanza a decisioni dell’Amministrazione comunale può ritenersi una risorsa e quando invece si rivela solo un “”danno””?
La partecipazione è sempre un elemento positivo quando porta un contributo costruttivo a migliorare i progetti per la città. Quando è invece sola espressione di difesa di interessi e/o egoismi individuali, traducendosi in veti verso opere pubbliche di interesse collettivo, è certamente un danno.
4) Si parla tanto di urbanizzazione selvaggia, di non rispettare il territorio e la volontà della cittadinanza. Ci potrebbe spiegare come parte un progetto edilizio? Forse non tutti sanno che non è una decisione immediata e che molti edifici in fase di costruzione oggi hanno origini lontane.
L’urbanistica ha procedure politiche e tecniche complesse che molti non conoscono. Così si cade a volte nell’errore di attribuire alle scelte dispotiche di un assessore i progetti e le opere che vediamo realizzarsi. Invece sono frutto di un processo decisionale democratico molto articolato e anche molto lungo. Non c’è progetto che non sia stato previsto all’interno di una pianificazione urbanistica sovraordinata, e che non sia successivamente stato discusso e approvato nei consigli delle circoscrizioni e nel consiglio comunale. Inoltre tutti i progetti sono sottoposti ai pareri preventivi di Arpa , dellAUSL, della Provincia e , quando sono intersessati beni culturali, della Soprintendenza. Sempre, quando si tratta di progetti o piani di particolare rilevanza, il confronto è aperto anche ai cittadini in sedute pubbliche. Il risultato è che occorrono molti anni per passare da un progetto al cantiere, anzi troppi, con la conseguenza di non essere spesso in grado di dare le risposte adeguate e in tempi corretti ai bisogni dei cittadini e delle imprese.
Questo è il vero problema che abbiamo, non certo un inesistente deficit di democrazia.
5) Assessore Sitta ora le pongo un doppio quesito ‘agrodolce’: che cosa non è riuscito a concretizzare in città che maggiormente Le dispiace ed invece quale suo intervento lo ha particolarmente soddisfatto e perché?
Sono tanti i progetti che ho pensato ed elaborato e che non sono ancora riuscito a realizzare per ragioni di tempo o per mancanza di risorse. La complanarina tra la nostra Tangenziale e il casello di Modena Sud, tante ciclabili tra cui quella sulla Via Emilia Est tra Via del Pozzo e Largo Garibaldi, la ciclabile sul tratto finale della Giardini, ecc.
Sono comunque tanti anche i progetti che mi hanno riempito di gioia. Il Museo casa Enzo Ferrari, il Novi Park, La pista di Marzaglia, l’eliminazione di tutti i punti critici della Tangenziale, le tante rotatorie e ciclabili, la messa in sicurezza delle strade che ha ridotto del 50% la mortalità, i quartieri PEEP, il recupero di parti importanti del Centro Storico, ecc. Tante opere e tante soddisfazioni che mi rendono più agevole sopportare un lavoro non semplice e spesso carico di inutili tensioni.
6) Per concludere, come Assessore per quali sue scelte di governo Le piacerebbe essere ricordato dai modenesi?
Mi piacerebbe essere ricordato per una persona che ha messo al centro del suo lavoro la concretezza dei progetti utili a migliorare la qualità di vita dei cittadini e che si è preoccupato di rispondere col suo lavoro alle sfide del futuro, a partire dai bisogni fondamentali come il lavoro e la casa per i giovani.