Inno alla neve

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Non ci prepariamo alla neve come singoli e non ci prepariamo come comunità. Non esiste, che io conosca, una associazione o un coordinamento pubblico per inviare a casa degli anziani o delle persone in difficoltà a muoversi, spalatori di cortili e scale, ovviamente pagati da chi riceve il servizio. Potrebbero farlo disoccupati e studenti con la voglia di arrotondare la paghetta; beati voucher contro cui ci siamo così frettolosamente scagliati!

 


L’inverno è alle porte e spero che porti la neve perché bella, utile, anzi indispensabile, come dice il proverbio, ‘sotto la neve pane, sotto la pioggia fame’. Penetrando gradualmente nel terreno, rifornisce le falde; non scivola via come un temporale, non gonfia i torrenti, protegge le coltivazioni dal freddo, purifica l’aria.

Gabriele D’Annunzio canta: “Scendi con pace, / o neve: e le radici / difendi e i germi. / che daranno ancora / erba molta agli armenti. / all’uomo il pane. / Scendi con pace, si che al novel tempo / da te nutriti, lungo il pian ridesto, / corran qual greggi obbedienti i fiumi”.

La neve è bella. Il candore ovunque fa emergere le persone che l’attraversano; staglia nei pendii i bambini mentre scendono felici su slitte e bob. Rallenta il ritmo della vita e il respiro si fa lento; la notte è meno notte; il giorno è più giorno.

Poi è vero: la neve è pesante, è fatica per aprirsi la strada, può diventare pericolosa in montagna ma molti dei difetti della neve, sono difetti degli uomini che non la rispettano.

Sono andato a ripescare un mio pensiero del 2017: “Se ti arrabbi, se maledici il cielo e la terra, se pretendi strade pulite appena i fiocchi sono caduti, se vorresti andare dove ti pare, mettendoci il tempo che ti pare, se ti vesti come d’estate perché così va la moda e calzi scarpette da ballerina, se cioè pretendi che il mondo sia come ti pare, la neve offre l’opportunità di pensarci un po’ su”.

“Mai come oggi l’uomo ha avuto, nella sua plurimillenaria storia, tante comodità per affrontare il freddo, il maltempo, le intemperie. Nel corso del tempo il progresso non si è mai arrestato, arrivando a risultati fino a un secolo fa nemmeno pensabili. E, nonostante questo, una nevicata può farti saltare i nervi? Può metterti in difficoltà? Il più prevedibile e il più ripetuto degli eventi, ancora crea scombussolamenti?”

Pretendiamo di fare le stesse cose, nello stesso tempo che abbiamo deciso noi per cui imprechiamo sapendo di arrivare senz’altro tardi al lavoro, o i nostri figli a scuola. Basta alzarsi prima.

Non ci prepariamo alla neve come singoli e non ci prepariamo come comunità. Non esiste, che io conosca, una associazione o un coordinamento pubblico per inviare a casa degli anziani o delle persone in difficoltà a muoversi, spalatori di cortili e scale, ovviamente pagati da chi riceve il servizio. Potrebbero farlo disoccupati e studenti con la voglia di arrotondare la paghetta; beati voucher contro cui ci siamo così frettolosamente scagliati!

Più in generale è l’atteggiamento della razza umana nei confronti della natura ad essere sbagliato perché pretende di asservirla usando mezzi da apprendista stregone, incapace di prevedere le conseguenze delle sue azioni. Una volta, d’inverno, l’uomo, come la natura, rallentava i ritmi e le attività; si adattava al mutare delle stagioni, ma oggi pretendiamo un’eterna primavera e giorni che proseguano nella notte”.

 

 

 

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