“Il muro contro muro non può favorire nessuno, di questo ne siamo consapevoli e per questo non ci siamo mai tirati indietro di fronte ad un incontro o ad un colloquio; ma le bugie hanno le gambe corte”.
Il Vicesindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani risponde in questo modo alle dichiarazioni dei “Giovani Italiani frequentatori del Centro di via Cavour” riguardo la situazione della moschea.
“Non è una questione religiosa ma di sicurezza – prosegue Menani – non si tratta di discriminazione ma di ordine pubblico: basta un po’ di memoria storica oppure leggere gli arretrati dei quotidiani per vedere come non sia assolutamente vero che la moschea di via Cavour non abbia mai causato problemi o lamentele, per non parlare delle multe che loro sostengono di non aver mai ricevuto in nove anni, ma che in realtà ci sono state, copiose.
Io stesso ho ricevuto numerose telefonate di protesta e di lamentele: il parcheggio selvaggio davanti ai cancelli delle abitazioni, l’arroganza e la strafottenza con cui si era soliti rispondere a chi lo faceva notare, erano all’ordine del giorno.
In fin dei conti ci sarà un motivo se, nel corso delle passate elezioni amministrative nella speranza di racimolare qualche voto in più, anche il centro sinistra aveva promesso il superamento di quel luogo di culto: possibile che Sassuolo sia diventata improvvisamente discriminatoria in maniera bipartisan e senza ragioni?
Nelle loro dichiarazioni – prosegue il Vicesindaco – i giovani dichiarano di essere aperti al confronto e la cosa ci fa piacere, ma in questi mesi mai nessuna proposta è arrivata dai frequentatori della moschea di via Cavour: solamente dinieghi.
Prendiamo atto di una nuova apertura al dialogo e attendiamo che venga proposto un incontro, fino ad ora mai richiesto in attesa della sentenza del Tar prima e del Consiglio di Stato poi, per discutere eventuali nuove proposte. Una cosa è certa – conclude il Vicesindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani – così come stanno le cose non possono durare a lungo, urge trovare una soluzione alternativa perché i residenti di via Cavour e Braida in generale hanno il diritto di sentirsi padroni a casa loro”.
F.Panciroli