Il tredicesimo amico

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""...prima o poi viene il momento in cui diventa impossibile sostenere il proprio sguardo, impietoso e giudicante, allo specchio. E allora sono, per così dire, cavoli amari...""
art. Maria

Il tredicesimo amico

Tutti ne abbiamo avuto almeno uno, un amico dal quale abbiamo avuto una staffilata in pieno volto, un’incredibile crudeltà, un’ingiusta calunnia, un tradimento senza rimorso.

Se si è fortunati si può anche replicare…ogni dodici amici, arriva un “tredicesimo”[1], un altro da cui essere traditi, e avanti così. Non ci si può far niente se non cercare,in ogni modo, di non essere mai noi, il “tredicesimo”, per qualcuno che ci chiama  “amico”. Perché, prima o poi, la coscienza ha il sopravvento su quella sorta di autoassolutoria “”coscienza parallela”” che taluni si creano, ingannando sè stessi, e viene il momento in cui diventa  impossibile  sostenere il proprio sguardo, impietoso e giudicante, allo specchio. E allora sono, per così dire, cavoli amari.

Ma, se questi scrupoli, per quanto rari, sono presenti nelle vite delle persone normali, in altri  ambienti, invece, queste sono trascurabili inezie, se non, addirittura, parole dal significato sconosciuto.

Tanto per non girarci attorno, nella politica. Qui i “tredicesimi amici” abbondano.

Ho perso il conto, nel balletto inverecondo di chi lascia partiti, fonda partiti, entra in correnti, esce da correnti, ritorna scodinzolante in ovili  abbandonati in precedenza sbattendo la porta, riprende il dialogo interrotto a male parole, ostenta ammirazione  pari al disprezzo di appena pochi mesi prima, esce ancora,  risbattendo porte, disprezzando e sputando addosso alle persone delle quali entusiasticamente intesseva le lodi e leccava le terga, e poi ritorna…e tutto ricomincia.

Santanchè, Mussolini, Capezzone, Casini, Fini, Barbareschi, Storace, Misiti, Scilipoti, Pannella… ne ho preso, con una sorta di invincibile ribrezzo, appena una manciata, di questi signori, traendoli dal  sacco dei voltagabbana, e dei neo convertiti sulla via di Damasco, così come chi tiene il banco estrae dal sacchetto i numeri della tombola o come  qualche insegnante del buon tempo che fu, faceva, usando  i “tombolini” per chiamare  gli studenti all’interrogazione.

Che cosa abbiano da dirsi, intendo seriamente e non solo per interesse personale,  persone che, non solo nei confronti del Premier, ma anche  fra loro, sono state sovente ai ferri corti, alternando incredibilmente amicizia e astio, è un mistero.

Che cosa riusciranno a fare di costruttivo per il Paese, partendo da basi così insicure, è un altro mistero.

Ma anche i misteri, se portano a qualcosa di buono, si accettano, senza neppure tentare di capirli.

Purchè servano a qualcosa.

Restiamo in attesa.

 

Maria

 

 



[1] Uso la parola  “tredicesimo” nel senso di traditore per antonomasia, Giuda Iscariota, l’emblema del tradimento più efferato, simbolo dell’avidità dell’essere umano.

Anche se, ai dodici apostoli  chiamati da Gesù, tradizionalmente si aggiunge Paolo di Tarso.

Per approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Apostolo

 

 

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