Conoscendo essere inconveniente ch’ i Giudei habitassero mescolati con i Christiani per più rispetti, gli ridusse tutti in due contrade, e con i suoi Portoni, sopra i i quali evvi l’ Arma Estense, e ve li serrò dentro…
Et ta serraglio nomossi Ghetto””,
Così Ludovico Vedriani, nella sua Histroria dell’ antichissima città di Modona, riferisce circa l ‘istituzione del ghetto modenese a opera di Francesco I ‘ Este, nella’ ano 1683. Francesco I aveva così obbedito alle disposizioni della bolla pontificia CUM NIMIS ABSURDUM, emanata da Paolo IV Carafa il 12 luglio 1555.
E 325 anni dopo, il ‘Duca Sitta I’ riaprirà il ghetto in Piazza Mazzini coadiuvato da una Archistar che disegna Mosche e Chiese Cattoliche!
Non è bello, non sono per niente belli i progetti dello svizzero, che ha in mente una città e delle Piazze che nella realtà sono diverse dalla sua fantasia.
La città storica medioevale, ducale, rinascimentale va mantenuta nella sua durata storica. L’ idea forte di Botta, è quel muro che ripropone nella Modena Antifascita, il Ghetto e le persecuzioni razziali proprio non ci siamo!
Così Botta marca la sua “” idea”” religiosa impregnata di catto-islamismo, ha ragione l’ archistar quando dice,
“”….se non vi piacciono i miei progetti io mi ritiro…….
e che si ritirasse!!
Il Presidente della Consulta Storico e Artistico del Comune di Modena.