Giugno 2005 Coop annuncia in una conferenza stampa l’avvenuta sostituzione delle buste per la spesa convenzionali con un nuovo shopper di plastica degradabile al 100%, senza variazione di prezzo (si calcoli che in un anno nei punti vendita Coop vengono distribuiti oltre 250 milioni di shoppers). Grazie all’uso di uno speciale additivo per la sua fabbricazione, il nuovo shopper garantisce uguali prestazioni di resistenza delle attuali buste per la spesa, possibilità di riutilizzo fino a circa 18 mesi dalla data di produzione (momento in cui inizia la frammentazione della plastica che porterà alla successiva degradazione e quindi riduzione dei rifiuti in discarica), una degradazione che si completa dopo circa 36 mesi dalla fabbricazione senza rilasciare sostanze dannose o tossiche per l’ambiente, mentre le normali buste di plastica impiegano centinaia di anni per degradarsi. Sul sacchetto, ovviamente per informare il consumatore, è riportata la data fino alla quale lo si può usare, anche per imbustare la spazzatura indifferenziata. Ma era sicura la degradabilita degli shoppers ?
Gli studi condotti dall’Università Blaise Pascal di Clermont Ferrand e dall’Università di Pisa, oltre a due autorevoli laboratori in Belgio e in Austria, hanno accertato sia la degradabilità delle poliolefine sia l’assenza di tossicità dei prodotti di degradazione, grazie all’introduzione, nella matrice polimerica, di questo speciale additivo. Quindi una scoperta di questo tipo e il lancio del suo uso negli Ipercoop sembrava una buona soluzione, anche se parziale, al problema dell’inquinamento ambientale provocato dalle “”sportine”” o “”shoppers””. Secondo voi, la Coop da chi poteva temere un attacco alla sua piccola rivoluzione degradabile ? Da Berlusconi o da Giovanardi? dalla ESSELUNGA? penserete voi…macchè !
Giugno 2005, pochi giorni dopo: Legambiente e MDC (Movimento Difesa Cittadino) presentano un ricorso all’Antitrust contro la pubblicità dei nuovi sacchetti Coop.
“”Il messaggio che viene presentato al consumatore –si legge nella loro nota- non chiarifica la differenza che esiste tra degradazione e biodegradazione e le conseguenze di una cattiva interpretazione rischiano di danneggiare l’ambiente vanificando gli sforzi compiuti fino ad oggi per incentivare la raccolta differenziata e il compostaggio“”. All’Antitrust viene chiesto di intervenire in merito alla pagina pubblicitaria sullo shopper Coop apparsa su due quotidiani. In particolare, si chiedono chiarimenti sulle caratteristiche di ecocompatibilità dello shopper Coop, con riferimento alla sua degradabilità, alla idoneità del processo di degradazione, all’additivo utilizzato: si vuole sapere se possa essere nocivo per l’ambiente e, di conseguenza, se possa porre in pericolo, in assenza di idonee informazioni, la sicurezza e la salute dei consumatori.
Cioè il beneficiario indiretto risponde con uno schiaffo alla cortesia !
Gennaio 2006 Accolto dall’Antitrust in parte il ricorso presentato da Legambiente e MDC per ciò che concerne le pagine pubblicitarie apparse sul sacchetto Coop e comminata a Coop una multa di 31.100 euro.
Nessuna ingannevolezza, secondo l’Autorità, per quanto riguarda il contenuto del messaggio sul piano tecnico.Ingannevole invece il messaggio “”100% degradabile”” che richiama alla mente il concetto di biodegradabilità. In considerazione dell’utilizzo di questo claim e della “”vantata utilità della natura, il messaggio in quanto induce a ritenere che i sacchetti siano ecologicamente compatibili è in grado di orientare indebitamente le scelte dei consumatori””. Coop annuncia un ricorso al TAR del Lazio in quanto non ha mai inteso pubblicizzare i propri shoppers degradabili come “”biodegradabili””, come risulta dalla scritta sui medesimi.
Luglio 2006 Gli ultimi sviluppi: accordo raggiunto fra Coop, Legambiente, MDC.
Alla luce della delibera emessa dall’Autorità Garante e del ricorso presentato da COOP contro la stessa avanti al Tar Lazio, Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino riconoscono l’innovazione introdotta da Coop che consente agli shoppers inviati alla discarica la degradazione entro 36 mesi. Coop, dal canto suo, ha riconosciuto che il messaggio pubblicitario poteva creare qualche equivoco sul corretto smaltimento degli stessi shoppers.
La COOP ha annunciato alle due associazioni la volontà di ritirare il ricorso al TAR Lazio, presentato di recente, contro la delibera dell’ Antitrust.
Legambiente e MDC nell’apprezzare questo intendimento e nel riconoscere a COOP l’impegno più che decennale sia nella tutela ambientale che nella difesa dei consumatori, hanno dato la loro disponibilità a collaborare ad una campagna di informazione diretta ai consumatori di Coop sulle caratteristiche del nuovo shopper degradabile, sul suo corretto utilizzo, sui concetti di degradabilità e biodegradabilità, così come sulla promozione di altri tipi di contenitori per la spesa (plastica degradabile, stoffa, carta, etc.) presenti presso la rete vendita Coop. Nel frattempo, in attesa che si definisse la vicenda, in discarica sono finite altre 250milioni di buste di plastica non biodegradabili.
Cosa si evince da questa vicenda? Che l’ambientalismo italiano, superato a sinistra dalla pragmaticità e dall’efficienza della Coop, non ha esitato a mettere i bastoni tra le ruote al gigante della distribuzione per ottenere di partecipare alla “”gloria ecologica”” tramite una campagna di informazione diretta: un modo come un altro per intrufolarsi sul palco dei comizi elettorali. Sappiamo come sono andate le cose in campo politico dopo nemmeno due anni: la disfatta dei Verdi uniti all’estrema sinistra ha sciolto di fatto il monopolio della difesa ambientale. Tutti i cittadini, iscritti a movimenti e non, possono finalmente dichiararsi e comportarsi da ecologisti e ambientalisti, anche se iscritti a partiti del centro-destra, anche le Aziende che lavorano e producono nel risp
etto delle leggi, senza l’obbligo di interpreti di settore. L’importante è superare l’interesse politico, usare il buonsenso e fugare l’inutile allarmismo.