
di un treno in corsa, sarebbero veramente insostenibili per la loro crudeltà e violenza,
anche se fossero finzione… Sono, invece, realtà.
I fatti, abbondantemente diffusi da ogni notiziario, sono assai scarni nel loro orrore. Nella stazione di Seregno, mercoledì 25 gennaio, scoppia un diverbio, pare per i soliti futili motivi, (qualche SMS a una ragazzina ) e due quattordicenni insultano e aggrediscono un coetaneo, cercando anche di portargli via la felpa, griffata pare, quindi assai appetibile. L’aggredito riesce ad allontanarsi, raggiunge il binario n.2 e si siede sulla panchina ad aspettare il treno per tornare a casa. Lo raggiungono, lo aggrediscono di sorpresa alle spalle… costretto ad alzarsi, spintonato violentemente verso il binario, mentre transita un treno, l’adolescente sbatte contro il mezzo e cade sui binari.
Queste immagini sarebbero veramente insostenibili per la loro crudeltà e violenza, anche se fossero finzione… Sono, invece, realtà. Le abbiamo viste molte volte, quelle immagini girate dalla telecamera di sorveglianza della stazione , in ogni notiziario; ne sono stati ovviamente inondati i social e l’orrore di scene simili è solo un poco mitigato dal miracolo che si è compiuto sotto gli occhi di tutti: il ragazzo, pur gravemente ferito, alla testa e con una caviglia fratturata, è vivo e i sanitari che l’hanno in cura affermano che non è in pericolo di vita.
La violenza dell’uomo sui propri simili ( o sugli innocenti animali) fa sempre inorridire e fa orrore ancora di più quando ad essa si accompagnano la certezza dell’impunità che da certe azioni trapela. Quei ragazzini, (ricordiamo che quelli che hanno spinto sotto un treno in corsa il coetaneo hanno quattordici anni) vivono in una realtà parallela fatta non solo di distacco e scollegamento dalla vita reale, come abbastanza sterilmente dicono sociologi e psicologi, ma vivono anche la certezza che nulla e nessuno potrà fermarli, tanto meno punirli, se compiono azioni come quella. Nasce anche, legittimo, il sospetto che non siano pienamente consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni. Quello che salta in mente di fare, sulla spinta della rabbia per futili motivi ( ennesima ragazzina contesa…) o dell’avidità ( volevano anche strappare la felpa firmata alla vittima) si fa e basta. Senza rimorsi, senza attenzione ,senza scrupolo, senza umanità, senza un briciolo di cervello.
Correre ai ripari, in questo caso, che cosa significherà, realmente?
Può, un qualsiasi provvedimento edulcorato e blando, di “rieducazione”, portare questi soggetti che non riesco a chiamare “ragazzini” ma solo delinquenti, a rivedere il proprio concetto di appartenenza all’umano consesso, al rispetto delle regole, alla consapevolezza della mostruosità di quanto compiuto?
Non credo.
Forse, oltre alla prigione, che reputo indispensabile, ci vorrebbe un serio programma di rieducazione alla vita, al sacrificio del lavoro, al rispetto della libertà e dell’incolumità del prossimo. Se i nostri nonni si sono spaccati la schiena lavorando nelle miniere, nelle campagne, nelle fabbriche, per guadagnarsi il pane o sono morti in guerra, solo per il senso del dovere, non vedo perché non si possano assegnare compiti ben precisi, veramente compiti pesanti, a questi baldi giovani.
È disgustoso che ora si facciano discorsi sull’intenzionalità o meno di questo gesto, nel tentativo e con lo scopo di alleggerire la posizione di questi ragazzi stupidi e crudeli.
Scusare, usare l’indulgenza, venire incontro… (questi sono gli atteggiamenti adottati nei confronti di ragazzi che, a parte l’età anagrafica, si comportano come adulti spietati) è ingiusto verso la vittima e non farà ravvedere i suoi aguzzini. Uno dei quali è arrivato persino a cambiarsi d’abito, ha avuto il sangue freddo e lo stomaco di pubblicare sue foto sugli onnipresenti social, vestito diversamente , per allontanare da sé il pericolo di essere riconosciuto.
Questo quattordicenne si è comportato come un delinquente incallito. Non è uno spaurito ragazzino che se la può cavare con un buffetto sulla guancia.
Solitamente rifuggo dal pubblicare immagini violente e mi attengo anche in questa occasione, alla regola che mi sono imposta.
Ma il filmato, per chi volesse comunque prendere visione dell’accaduto, è disponibile in rete. Non per voyeurismo dell’orrore… ma per rendersi veramente conto di quello che poteva accadere.
Una risposta
La bonifica sociale dei minori
La prima cosa che mi viene in mente leggendo la notizia della vile aggressione di Seregno da parte di ragazzini nei confronti di un coetaneo è il fatto che ormai viviamo in una società spietata nella quale i buoni sentimenti, i valori morali, l’altruismo e la pietà umana sono scomparsi.
Non esiste più la civile convivenza ma ormai è un tutti contro tutti.
Quello che preoccupa è il fatto che gli atti delinquenziali vengano posti in essere non solo da adulti ma da ragazzini che hanno un’età di poco superiore alla soglia della totale inimputabilità penale ( 14 anni ).
Preoccupa nell’ambito della devianza minorile, l’ emergere delle cosiddette baby gang, sistematicamente dedite alla prevaricazione di coetanei con metodologie violente e varie manifestazioni predatorie, persecutorie, lesive.
Ricordo che l’art. 416 del codice penale bolla l’associazione a delinquere, vale a dire i delitti nei quali tre o più persone si associano a fini criminosi.
Quello che più preoccupa è che il fenomeno fenomeno riguarda ora anche giovani e giovanissimi .
Il dato più rilevante che emerge dalle cronache giudiziarie è la persistente presenza nelle grandi metropoli ,ma non solo, del fenomeno delle baby gang, aggregazioni giovanili dedite alla commissione sistematica di reati.
Le imprese delle baby gang sono state più volte riportate dai media tradizionali e dai social .
Ed è questo il motivo per cui piccoli delinquenti addirittura quattordicenni , imitando i coetanei, le cui gesta sono state riportate nelle TV e nei giornali , pensano di calarsi in una dimensione eroica nella quale tutto sia consentito: furto estorsione, persino tentato omicidio.
Come fosse un gioco da play station.
Ormai molti ragazzi non riescono più a discernere tra realtà e finzione e possono commettere gesti come quelli dei ragazzi di Seregno che stavano per porre in essere addirittura un omicidio di un coetaneo per futili motivi.Che non si è consumato solo per un miracolo.
Mi auguro solo che nei confronti dei piccoli delinquenti siano comminate pene esemplari senza sconti.
Per dare un esempio e per evitare che simili atti vengano imitati da altri imbecilli.
Ma a questo punto verrebbe voglia di riavvolgere il nastro e di tornare indietro di qualche decennio quando esistevano ancora valori morali. Ovviamente questa è pura utopia.
Ho più volte sostenuto e ribadito che quella in cui viviamo non è più una società ma una sommatoria di monadi nella quale sono scomparsi i rapporti interpersonali soppiantati dai social.
Se è sbagliato per tutti relazionarsi con gli altri solo tramite smartphone et similia occorre dire che è un delitto consentire che facciano altrettanto i propri figli minorenni o giù di lì .Ed allora cerchiamo almeno di salvare il salvabile.
Famiglia innanzitutto e poi Istituzioni religiose e scuola devono riappropriarsi del loro ruolo educativo prima che sia troppo tardi.
Ed ognuno di noi deve sforzarsi di dare il proprio contributo perché avvenga questa bonifica sociale dei minori sbandati.