Credo che ormai ci trattino come animali da laboratorio.
Sì perché, ultimo in ordine di tempo, in tutti i sensi, non è possibile dipendere a questi livelli dalle previsioni del meteo.
Domani arriva il ciclone, dopo domani l’anti ciclone, poi arriva il caldo… e torna il freddo, troppo sole o troppa pioggia… infine il giudizio universale.
Il nostro vivere quotidiano dipende dalle parole dei nuovi profeti del nostro tempo, i metereologi, al punto, da non sapere organizzare la nostra giornata se prima non si sono seguite le previsioni meteo di almeno tre emittenti televisive e senza dimenticarsi di confrontarle con quelle aggiornate minuto per minuto su internet.
Vi rendete conto, sono più soggette a refresh le carte sinottiche rispetto alle news delle principali testate giornalistiche nazionali. Per non parlare dei telegiornali, che tutto hanno di tele e nulla della caratura di un giornale: prendiamo alcuni titoli “torna la neve al nord”, “allarme caldo e siccità”, “la pioggia guasta il weekend”, “tempo pazzo” e potrei continuare a lungo.
Allora cari schizzati con la testa, e pure l’ombrello, sulle nuvole, il tempo varia… questa è la normalità! Preferireste vivere nel deserto sapendo di dover attendere decenni per sfoggiare l’ultimo keeway alla moda o nella foresta pluviale, laddove la T-shirt è solo un miraggio?
Allora non c’è bisogno di trattare due dì di pioggia come se stessimo assistendo all’arrivo degli alieni o una settimana di siccità al pari della discesa dei cavalieri dell’Apocalisse in mezzo al deserto. Recuperiamo un po’ di raziocinio, per cortesia, e trattiamo la normalità come tale, altrimenti rischiamo di avvitarci sempre più attorno al nucleo centrale dell’uragano…e lì c’è molto meno da scherzare!
Alex Scardina
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