Come obiettore di coscienza al servizio militare mi sento ferito dagli attacchi all’obiezione di questi giorni, mascherati da una presunta difesa dei diritti delle donne (quando oggi le difficoltà delle gestanti non sono quelle di abortire, ma di avere le opportunità per continuare la gravidanza).
Purtroppo rispetto alla stagione dei diritti e dell’affermazione delle coscienze degli anni ’70-’80 oggi il vento è cambiato e si cercano di limitare le libertà in mille modi, al punto che non si vorrebbe nemmeno consentire ad un professionista di rifiutarsi in nome della sua coscienza di togliere la vita a dei bambini. Anni fa la Corte costituzionale ha detto che il diritto all’obiezione trae la sua origine dall’art. 2 Cost. pertanto è prevalente rispetto ad altri obblighi: nessuno se lo ricorda più?
Fare aborti è l’esatto contrario della professione medica: il medico cura e salva la vita delle persone, mentre nell’aborto dà loro la morte (e il medico sa bene cos’è un aborto!). Perché stupirsi se alcuni non ce la fanno più a reggere questa contraddizione?
O vogliamo pensare che la maggioranza dei medici sia una massa di fannulloni? O che tra loro ci sia una percentuale di credenti che non ha pari in nessuna altro gruppo sociale?
Anche negli anni ’80 c’era una campagna diffamatoria contro gli obiettori, che per qualcuno erano solo un manipolo di imboscati. Oggi invece si insinua che ne traggano vantaggi di carriera.
Dispiace però trovare persone che ieri difendevano a spada tratta gli obiettori ed oggi sono in prima linea ad attaccarli.