Innanzitutto è stato un colpo al mio orgoglio di padre e l’essere riconosciuto come “Genitore A” mi faceva quasi sentire un estraneo di fronte ai miei due figli. Anche il “Genitore B”, mia moglie, era perplessa. Già vedevo mia figlia presentarci al fidanzato : “Questo è il mio Genitore A, e questo il B”. E poi, dato che “A” viene prima di “B”, la cosa mi pareva istituire una sorta di gerarchia tra i genitori come se, insomma, il padre fosse più importante della madre di fronte alla legge.
Ma poi, lentamente, la forza della Ragione, come avrebbe detto la compianta Oriana, ha avuto il sopravvento. Basta, ad esempio con quell’eccesso di confidenza nei confronti di nostro Signore nelle preghiere quotidiane:vuoi mettere come suoni decisamente più rispettoso ed evidenzi una netta sottomissione un “Genitore A nostro che sei nei cieli…” o rivolgendoci a Maria, un “Salve Regina, Genitore B di Misericordia. . ”?
Anche il famoso lamento di Cristo morente sulla croce dovrà essere reinterpretato in ossequio alle sapienti modifiche zapateriane, e sembrerà molto più vero:”Genitore A, Genitore A, perché mi hai fatto questo?”
Ma non è solo in campo, per così dire, religioso che l’innovazione avrà un grande successo. Penso, ad esempio, ai proverbi, la saggezza del genere umano. Se dico “L’ozio è il Genitore A dei vizi” sono certo di dare un ammonimento ben più severo del banale “ozio padre dei vizi”, così come un “Tale il Genitore A, tale il figlio” renderà ben più evidente il rapporto di parentela.
Ed anche per la madre, pardon, il Genitore B, ci sarà gloria:l’italiano diverrà la nostra “lingua Genitore B”, mentre la famosa “Desert Storme” verrà, con piglio decisamente più militare, definita come “Il Genitore B di tutte le battaglie”. E definendo ”Genitore B di tutte le tangenti” la famosa tangente Enimont si renderà finalmente giustizia a Bettino Craxi che aveva sempre negato che questa fosse la “Madre di tutte le tangenti”.
Anche i sempre politicamente corretti neozelandesi,non volendosi veder superati in modernità dagli Spagnoli, hanno pensato bene di adeguarsi.E così,negli atti ufficiali,fanno scomparire le parole “marito” e “moglie” per utilizzare quelle di “parte A” e “parte B”.
Mi par già di vedere la drammatica scena:una moglie fedigrafa,a letto con l’amante sente aprirsi la porta di casa ed esclama:”Cielo!La mia parte A.Nasconditi nell’armadio!”
Voi direte che ho scherzato:no, non è così, ho solo anticipato il futuro. Del resto se la professoressa Judith Butler, insegnante a Berkeley, ha potuto sostenere che termini come padre, madre, maschio, femmina sono solo il retaggio di una ormai superata mentalità, e che la distinzione di genere è un artificio, una convenzione che non ha riscontro nella realtà, che non ci sono più, insomma, uomini e donne ma solo individui, cosa volete che sia un piccolo adeguamento del nostro lessico.
Chissà, a Roma, che ne penserà Benedetto il “Santo Genitore A”.