Il Dongiovanni

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«Alcuni anni fa » ci confidava un amico di cui per correttezza tacciamo il nome «quando abitavo a Milano, all’hotel Duomo, mi trovavo a essere in ami­chevoli rapporti con due ragazze: una bionda sta­tuaria che si chiamava Alma e abitava nella zona di San Siro, e una brunetta, ben fatta, di origine somala, Maria, che aveva uri piccolo appartamen­to al termine di viale Monza, cioè nella zona diametralmente opposta della città.

Siccome ero pro­fondamente innamorato di tutt’e due e non vo­levo far torto né all’una, né all’altra, mi ero propo­sto di lasciare al caso la scelta.

Ogni giorno, conclusi i miei affari, scendevo nella stazione della metropolitana di piazza Duomo , situata a pochi passi dall’albergo, e prendevo il primo treno che arriva­va: se andava verso ovest mi portava da Alma, mentre se era diretto a est mi conduceva a casa di Maria. In quel periodo i miei affari, che tratta­vo per telefono stando in albergo, erano variati e, saltuari, cosicché in pratica non sono mai uscito alla stessa ora.

Ebbene, la cosa durava ormai da un anno quando un giorno trovai Alma in lacrime: diceva che io la trascuravo, che stavo giorni e gior­ni senza vederla, che avevo chissà quante donne di malaffare; insomma… sapete come sono le donne!

Quando, un paio d’ore dopo, tornai in albergo, mi precipitai a controllare sul taccuino dove segna­vo (sono sempre stato molto preciso) tutte le visite che avevo fatto ad Alma e a Maria. Con mia grande, meraviglia, perché pensavo che il caso do­vesse averle favorite in modo pressoché uguale, scoprii che ero stato da Maria almeno il quadruplo di volte che da Alma.

  E ancora adesso non riesco a spiegarmelo: voi cosa ne dite?

Risoluzione:

La spiegazione sta nelle differenze di orario dei treni. Quelli diretti verso Sesto-Marelli, cioè verso la casa di Maria, passavano ogni dieci minuti, cioè allo scadere del decimo minuto: per esempio, alle otto, otto e dieci, otto e venti e così via; quelli di­retti in senso opposto (verso piazzale Lotto, cioè a casa di Alma per intenderci) passavano con lo stesso intervallo, ma sfasati di due minuti: otto e due, otto e dodici, otto e ventidue, e così via.

Poiché il nostro dongiovanni prendeva sempre il primo treno che compariva, per andare da Maria qualsiasi momento fra le otto e dodici e le otto e venti era buono, mentre per andare da Alma do­veva arrivare sulla banchina fra le otto e dieci e le, otto e dodici: in pratica aveva solo due minuti validi per trovare il treno diretto verso Alma con­tro gli otto minuti disponibili per aspettare il con­voglio che lo avrebbe portato da Maria.

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