Ibernazione economica

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In Italia stiamo sperimentando l’ibernazione economica a livello parziale, per alcune regioni, per alcuni settori economici e per alcune tipologie di lavoratori. Si tratta di un esperimento socioeconomico fatta sulla vita delle imprese, degli artigiani, dei liberi professionisti e delle piccole partite IVA che mai è stato concepito in passato anche sul fronte accademico.

 


Sta andando in scena il più critico esperimento socioeconomico del mondo che mai sia stato concepito anche in termini accademici: sto parlando dell’ibernazione economica. Il vocabolo è stato coniato per la prima volta la scorsa settimana dal primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, per descrivere gli effetti del più ferro shutdown che in questo momento si sta realizzando in Europa. La Spagna è l’unica nazione al mondo interamente posta in ibernazione economica per un periodo di almeno due settimane in cui solo le attività ritenute essenziali continueranno ad essere mantenute in stadio vitale. Si tratta di una misura estrema per contenere il propagarsi del contagio su tutta la popolazione che trasformerà nei prossimi giorni la penisola iberica (tranne il Portogallo) come lo stato più contagiato del mondo (gli USA sono una confederazione di stati). La Spagna paga la follia del Dia de la Mujer ossia la Festa della Donna del passato 8 Marzo. Sostanzialmente in conclamata diffusione del contagio in tutta Europa, il Governo di Sanchez ha consentito lo svolgimento delle manifestazioni organizzate dalle associazioni femministe e nazifemministe in tutti i capoluoghi di provincia spagnoli.

Il tutto è stato consentito nonostante il monito dell’Agenzia Europea per il Controllo e Prevenzione delle Malattie che consigliava vivamente di annullare tali eventi per evitare assembramenti sociali con migliaia di persone a macchia di leopardo in tutta la nazione. Per chi ancora non lo sapesse, la Spagna in soli trent’anni si è trasformata da una dittatura franchista in un regno del nazifemminismo: il leader politico che ha traghettato la nazione iberica è stato Luis Zapatero, a cui è riconducibile la responsabilità sia della crisi del mercato immobiliare che successivamente di quella bancaria. Proprio a Zapatero sono infatti imputabili le leggi sociali più progressiste di tutta Europa con il fine di indebolire gli ideali cristiani in favore dell’identità di genere e dell’uguaglianza, oltre ogni ragionevole buon senso, tra donne ed uomini. La cultura nazifemminista per questo ha velocemente sostituito quella franchista, imponendosi ovunque, sulla politica, sull’educazione scolastica, sull’opinione pubblica e soprattutto sui mezzi di comunicazione di massa ove sovrasta pericolosamente in ogni contesto. Un governo di coalizione con forze di sinistra in Spagna si può reggere se e soltanto se vengono assecondati e decantati gli ideali aberranti della sinistra radicale progressista.

Solo con questo scenario sociale si spiega l’emersione improvvisa di VOX quale alternativa di contrasto politico alla deriva nazifemminista di gran parte della nazione. La Spagna oggi paga la locura (follia) di aver permesso quelle manifestazioni nazifemministe durante il passato 8 Marzo, le quali hanno creato le condizioni per il propagarsi incontrollato del contagio a distanza di due settimane. Il Governo di Sanchez ormai è consapevole di questa dinamica e sta tentando di contenere e mitigare il tutto ricorrendo a misure estreme come l’ibernazione economica, la quale rispetto alle scelte intraprese da altre nazioni europee rischia di produrre a consuntivo una ecatombe socioeconomica. L’ibernazione economica deve essere concepita come un pericoloso esperimento socioeconomico i cui esiti sono incerti e richiamano in causa proprio la dottrina medica. Per analogia immaginate quanto accade con un trapianto di organi: una volta dichiarato lo stato di morte legale (arresto del battito cardiaco e del respiro polmonare) si hanno non più di quattro ore per trapiantare un organo dal corpo del donante a quello del ricevente. Questo perchè le cellule fisiologicamente non muoiono istantaneamente in assenza di battito cardiaco o attività respiratoria, ma vanno come in uno stadio di shock energetico sopportabile per non più di sei ore.

Successivamente a questa interruzione, si deve considerare l’intero organismo vivente in questione come biologicamente morto. L’ibernazione economica che si è deciso di avviare è similare: passate quattro o sei settimane di arresto delle attività economiche non è plausibile pensare di ritornare alla vita anteriore in quanto i danni cagionati saranno di entità tale da portare l’economia nazionale in asfissia o in cancrena inarrestabile. Lo stesso Mario Draghi ha recentemente avvisato sul punto di non ritorno superata una finestra temporale di oltre quattro settimane. In Italia stiamo sperimentando l’ibernazione economica a livello parziale, per alcune regioni, per alcuni settori economici e per alcune tipologie di lavoratori. Si tratta di un esperimento socioeconomico fatta sulla vita delle imprese, degli artigiani, dei liberi professionisti e delle piccole partite IVA che mai è stato concepito in passato anche sul fronte accademico. L’opinione pubblica deve rendersi conto che nel caso il risveglio economico non dovesse manifestarsi a fronte dell’arresto economico coatto, nonostante siano stati varati piano di aiuto e sostegno finanziario e fiscale senza precedenti nella storia occidentale, ci ritroveremo a quel punto con alcune nazioni europee che avranno un clima di instabilità sociale ideale per l’instaurazione di nuovi regimi totalitari. Questo tipo di rischio sistemico sta venendo pericolosamente sottovalutato.

 

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