Dietro a certe decisioni che si prendono, specialmente quando si ha un età consolidata (quando si è giovani – A vent’anni, si è stupidi davvero – canta Francesco Guccini), c’è spesso una motivazione che viene dal passato.
Per Marco Parma, dirigente scolastico di Rozzano paese vicino a Milano (dopo il clamore sollevato dal suo gesto, vuole dare le dimissioni), che non vuole i canti di Natale nell’Istituto scolastico da lui diretto, quale sarà stata la molla che lo ha spinto a tale decisione?
Forse da piccolo non lo facevano cantare perché era stonato e quindi la maestra lo metteva, si, nel coro della scuola, ma gli diceva di aprire la bocca e di non mettere nessun suono. Battute a parte, quello che è successo e succede in altre scuole d’Italia è preoccupante. Preoccupante non solo per la totale ignoranza da parte di coloro che prendono certe decisione sui gli usi e i costumi che ci sono stati trasmessi dai nostri avi ma, più di ogni altra cosa, perché sono prese da insegnanti che dovrebbero istruire i nostri figli.
Ora, siamo chiari!
Se per integrazione io, che sono a casa mia, devo rinunciare e mi devo piegare agli usi e costumi dei nuovi arrivati, non ci sto! Giro la frittata. Se io vado con mio figlio in un paese arabo, la prima cosa che faccio è togliergli la catenina con il Crocefisso o l’immagine della Madonna (regalo della nonna per il suo battesimo), cercando di spiegargli che è un segno di rispetto nei confronti delle persone che abitano nella nazione in cui siamo ospiti. Questo dovrebbe essere fatto reciprocamente dalle mamme e dai papà dei bambini di ogni religione che, per una volta all’anno, devono sorbirsi la recita di Natale.
Cari insegnanti, talebani dell’integrazione a senso unico, non vi sembra un ragionamento sensato? Secondo il vostro pensiero arriveremo ad abolire i mercatini di Natale e la sagra della porchetta che non manca in quasi nessun paese dell’Umbria, della Toscana o del Lazio. Il 29 e il 30 agosto andate in delegazione da tutt’Italia a proibire ad Amatrice la sagra dello spaghetto con il guanciale e vedrete il trattamento che vi verrà riservato dai residenti e dai turisti che vengono per gustare il saporito piatto della cultura gastronomica locale.
Cari insegnanti di Rozzano che avete dato la vostra solidarietà al dirigente in questione, pensate a cose più serie! Per esempio, alla vostra scuola che, dalle immagini, cade a pezzi. Il ricavato della festa di Natale, invece di devolverlo a qualche Onlus, tenetelo per acquistare le porte dei bagni. Si, avete capito bene comprate le porte dei bagni, non i crocefissi.
Non sono, un talebano cattolico!