I politici nostrani leggono qualche libro di storia?

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Io credo di no. Forse la loro lettura preferita, e anche l’unica,  è l’estratto conto della banca alla fine del mese? Non è che poi seguendo questa politica rinunciataria, sull’energia, vedremo il Presidente della Repubblica come fece il Duce in Grecia. Stavolta, però, non sarebbe perché impantanata nel fango, ma perché senza benzina!     

 


Spesso, seguendo i talk show della politica, specialmente in questo periodo di distanziamento, si vedono i politici di tutte le “razze”, che sono intervistati comodamente seduti dietro una scrivania nella propria abitazione. Sovente, alle loro spalle, in bella vista e ben allineati, il dorso di tanti libri.

Questo, dovrebbe dare la certezza e la sicurezza che i nostri amministratori leggono, apprendono e cercano sicuramente di evitare in futuro i disastri del passato. Poi, vedendo il declino della nostra nazione, mi sorge un atroce dubbio: non è che dietro la prima fila dei volumi ci sono i fumetti di Topolino, del miliardario taccagno Paperon De Paperoni, Tex Willer o Zagor? Che sì, sono personaggi di pura fantasia ma che pur rispecchiano dei valori ancora attuali nella nostra vita quotidiana.

Giustizia, economia e i due ultimi personaggi sempre schierati a difesa dei deboli e degli innocenti di qualunque colore della pelle essi siano. Tra parentesi, tutti temi da me condivisi fin dalla più tenera età.

Tuttavia, la lettura dei fumetti non può essere una scusante per perseverare negli stessi errori ormai da decenni oltre a non poter essere un’incapacità cronica dei soggetti di rivestire il ruolo affidatogli incautamente dall’elettore. Apro una parentesi: se non riescono 630 deputati e 315 senatori a prendere decisioni e varare leggi in tempo reale, come ci potranno riuscire (i 600 rimasti) dopo la riduzione dei seggi voluta dai sanculotti grillini cui si sono aggregati altri in una corale ubriacatura demagogica senza nessuna riflessione sul futuro? Un futuro che però si presenta radioso e pieno di soddisfazione economica solo per chi sarà assunto in sostituzione degli esclusi che, anche se non avranno lo stesso stipendio dei parlamentari, sicuramente non moriranno di fame.

Caro lettore, non ti pare strano che la grande informazione, quella che è sempre in televisione a presentare il proprio ultimo libro, non si sia posto la domanda? Tornando al presente e riprendendo il filo del discorso iniziale, rileviamo come i nostri politici non sono mai sull’attualità: non solo difettano sull’anticipare gli eventi, ma sono anche privi nella costruzione di un simulacro di piano B o C (ovviamente se quell’A dovesse andare storto). Un esempio corrente è quello del consumo energetico. Siamo qui ad attendere che il Governo metta una pecetta all’improvviso aumento del costo energetico pompando soldi a debito. E sottolineo a debito! Abbiamo la fortuna di vivere su una bolla di gas che ci permetterebbe di guardare al futuro con un po’ più di ottimismo come fanno dall’altra parte dell’Adriatico le nazioni frontaliere: Croazia tanto per fare un nome. Essa trivella e pompa come se non ci fosse un domani, permettendo così di tenere i costi bassi nella loro economia, specialmente quella turistica.

Certo, se gli ambientalisti, gli ecologisti, le amministrazioni comunali e i partiti politici degli incapaci (sì, proprio coloro, che nascondono i fumetti dietro ai libri) finissero di opporsi a qualsiasi proposta, potremmo migliorare la nostra situazione. Quindi, non lamentiamoci troppo se abbiamo un’economia che arranca, con le industrie che chiudono o de localizzano e il turismo che si sposta altrove.

Siamo impreparati esattamente come quando siamo entrati in guerra (la II mondiale). Un esempio. Il 10 giugno 1940 più della metà della nostra flotta mercantile che trasportava materie prime, era disseminata nei vari oceani, avevamo gli arsenali vuoti dopo la guerra di Spagna e di Etiopia, possedevamo le navi da guerra, ma non le riserve di carburante. Eravamo così appetibili come alleati, che il pazzo di Berlino (sì, quello con i baffetti) sperava che non ci saremmo mossi per non essere costretto a venire in nostro aiuto. Cosa che poi fece, invadendo la Jugoslavia, per toglierci dal pantano greco dove eravamo finiti, ritardando così l’invasione della Russia che, secondo molti storici, gli costò la sconfitta. Termino in allegria: non è che poi seguendo questa politica rinunciataria, sull’energia, vedremo il Presidente della Repubblica Mattarella o Draghi spingere la macchina (la Flaminia) come fece il Duce in Grecia. Stavolta, però, non sarebbe perché impantanata nel fango, ma perché senza benzina!     

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