I nostri diritti? Allargano le braccia

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Vale per la Sanità, vale per gli orari degli uffici pubblici, sempre meno accessibili perché si può fare tutto con una “app”: ovvero spostano su di te la responsabilità di autogestirti e se non sei capace… ti arrangi.

Il bonus trasporti ha già esaurito la dotazione finanziaria e quindi viene sospeso dal Ministero del Lavoro. Verrà ripreso se e quando ci saranno nuovi fondi.

Una volta si aveva diritto a qualcosa e, se avevi le carte in regola, eri sicuro di ottenerlo. Oggi l’unico diritto è a partecipare a una specie di lotteria; se sarai fra i primi bene, altrimenti potrai ritentare il primo novembre quando saranno a disposizione i bonus generati dai fondi residui del mancato utilizzo di bonus rilasciati in ottobre. Se e quando.

Una nota del Ministero ci tiene a sottolineare come il sistema informatico sia stato capace di elaborare l’intenso traffico delle richieste. “La misura del governo – continua il ministero – conferma il suo apprezzamento, in particolare per la platea giovanile (oltre la metà dei beneficiari è under 30, il 57,2%). È di 1.116 il totale delle aziende esercenti il trasporto pubblico sul territorio nazionale per le quali è stato emesso almeno un bonus”.

E quelli che, pur avendone diritto non lo hanno ottenuto?Non stiamo a sottilizzare e non rompiamo la bella inquadratura del governo. In realtà nessuno ha più diritto a niente!

Io continuo ad andare periodicamente in farmacia per le visite che devo fare per sentirmi rispondere che non c’è alcuna lista aperta; se sei all’ospedale in un reparto a ‘media intensità’, puoi stare quasi due ore senza che, nonostante le reiterate richieste, qualcuno ti risistemi il letto. Arriva l’infermiera: “Mando le OSS”, che sarà l’acronimo di operatrici sistematicamente scomparse.

Se devi prenotare un trasporto sanitario rischi di fare il giro delle sette chiese, ovvero di tutte le associazioni del territorio senza trovare una disponibilità.

Tutti allargano le braccia; scuotono la testa come che a loro dispiaccia molto ma alla fine il tuo diritto non esiste più, perché è diventato una eventualità.

Vale per la sanità, vale per gli orari degli uffici pubblici, sempre meno accessibili perché si può fare tutto con una app: ovvero spostano su di te la responsabilità di autogestirti… e se non sei capace… ti arrangi.

Non riesco a tenere aperto l’ufficio perché siamo in pochi? Non provo a risolvere il problema; tengo chiuso senza tenere conto delle esigenze dell’utente.

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Una risposta

  1. >La vita è tutto un bonus

    In un post di qualche giorno fa ho affermato”Una volta si diceva ai tempi di “Quelli della notte” di Renzo Arbore che ” la vita è tutto un quiz “.Ora si potrebbe dire che è tutto ” un bonus “.
    Sarebbe più corretto dire però che se la cava e sopravvive chi primo arriva perché la concessione dei bonus è subordinata all’esistenza di risorse che non sono illimitate.
    Dal momento che i bonus sono destinati a coloro che non sono agiati si può comodamente dire che il rispetto dei diritti dei bisognosi alla sopravvivenza è un optional od un terno a letto.
    Io penso che se il bonus è finalizzato a garantire livelli dignitosi di vita per i bisognosi occorrerebbe trovare una copertura per tutti.
    Se non c’è copertura si facciano debiti.
    Non mi risulta che ci fossero fondi in bilancio per ripristinare i vitalizi per i parlamentari cessati ante 2011.Per loro non ci si è fatti scrupolo di zavorrare ulteriormente il già pesantissimo debito pubblico italiano..
    Parliamo poi del demenziale bonus del 110%.Per capire meglio i termini della questione bisogna riprendere una tabella presentata dal Tesoro alle Camere a giugno, quando già il Superbonus era oggetto di preoccupazioni crescenti e di audizioni parlamentari. Quelle tabelle stimano il calendario dell’impatto dei bonus edilizi sui conti pubblici, cioè gli anni nei quali i crediti d’imposta diventano fabbisogno e quindi debito pubblico. E mostrano che il 70% del costo di Superbonus, bonus facciate e degli altri sconti edilizi si concentra negli anni fra il 2023 e il 2027. Cioè negli anni di questa legislatura, ipotecando nei fatti larga parte delle possibilità di intervento da parte del governo Meloni da qui alle prossime elezioni politiche.
    Nel suo intervento conclusivo alla 49esima edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti , riferendosi alla condizione dei conti pubblici prodotta dal Superbonus e dagli altri bonus edilizi aveva detto ” “La cena l’han già mangiata tutti, si sono alzati, e a noi resta da pagare il conto”.. Ora emerge che la cifra in fondo al conto da pagare è di 109 miliardi. E cresce, di circa tre miliardi al mese.
    I dettagli sono stati offerti dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni. “Nei cassetti dell’agenzia delle Entrate ci sono ad oggi 142 miliardi di crediti ceduti di cui 13 sono frodi”, e quindi si fermano prima di impattare sui conti pubblici, “ne restano 130 e, di questi, 109 sono da portare in compensazione”. E quando il credito va in compensazione, si traduce in un minor gettito fiscale perché il contribuente sconta dalle tasse da pagare l’importo del credito. Quel mancato gettito si trasforma in fabbisogno, cioè nell’esigenza di risorse delle casse dello Stato, che diventa debito pubblico in quanto non coperto da altre entrate.”
    In breve con i bonus si bruciano risorse pubbliche e chi ci rimette siamo noi che dobbiamo pagare più tasse e maggiori interessi per un debito pubblico sempre più monumentale che dovranno pagare le future generazioni.

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