Nasce nel 2003 l’Unione dei comuni modenesi di area nord. Chi ha avuto l’idea?
L’Unione dei Comuni si è costituita alla fine del 2003. Di chi è stata l’idea e chi ha fatto scattare la molla? Io direi che è necessario fare una premessa, che faciliterà la comprensione di come si sia arrivati a questa soluzione.
Credo che non bisogna sottovalutare quanto è avvenuto in ambito politico nel nostro territorio. Sto parlando dell’esperienza del Comprensorio della Bassa, iniziata 30 anni fa, dove, pur tra mille difficoltà di intese politiche e questioni di campanile, che hanno alla fine prodotto il fallimento dell’esperienza, si è comunque avviato un dialogo tra i politici dei nove Comuni su tematiche di interesse generale per l’Area Nord. Penso, per esempio ad AIMAG allora Azienda Intercomunale, trasformatasi poi in Consorzio, e quindi recentemente in Spa.
Risale agli anni 1993/1994 l’idea di sottoscrivere un Accordo di Programma tra i nove Comuni su alcune ipotesi di convenzioni per gestire in modo associato servizi come l’ Ufficio Tributi, l’Ufficio di Formazione Personale, la Scuola di Musica Intercomunale. A cui va aggiunta la volontà di lavorare insieme su due questioni molto importanti per la nostra area: il raddoppio della linea ferroviaria Bologna – Verona e la progettazione e la realizzazione della Cispadana.
Ora non credo sia il caso di entrare nel merito delle due questioni, anche se posso dire che oggi si sta andando nella giusta direzione.
La svolta avviene nel 1999 con le elezioni Amministrative che si svolgono a giugno. Nasce proprio allora una spinta nuova nel contesto del nostro territorio, dettata anche da una forte esigenza di lavorare più intensamente come Sindaci sui servizi gestiti in convenzione. La strada individuata è stata la costituzione dell’Associazione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord e della Conferenza dei Sindaci.
L’esperienza ha prodotto progetti politici e iniziative che ritengo molto importanti e fruttuose per il miglioramento dei servizi gestiti in modo associato e l’introduzione di nuovi, con un solo grosso limite. Tutto era condizionato dalle Convenzioni tra i Comuni e ogni qualvolta vi era la necessità di perfezionare qualcosa delle stesse si rendeva necessario passare nei singoli Consigli Comunali per averne l’approvazione, in quanto l’organo della Conferenza dei Sindaci non era un organo esecutivo.
Lascio a voi pensare quanto fosse complessa l’azione amministrativa.
L’Unione dei Comuni invece è un Ente giuridico a tutti gli effetti, quindi con organi come la Giunta, costituita dai Sindaci, e il Consiglio dell’Unione, composto da 30 Consiglieri, appartenenti a tutte le forze politiche dei nove Comuni dell’Area Nord.
La costituzione dell’Unione è stata quindi non un’idea, ma piuttosto un’ esigenza di spingersi ancora “più in là” sulla strada della collaborazione tra i nove Comuni
Che cos’è che ha fatto scattare la molla nei nove Sindaci appartenenti all’Unione di rinunciare ad un po’ di potere in favore di una gestione comune di qualche servizio?
Certo sulle materie, sui servizi, sulle funzione trasferite all’Unione vi è un cambiamento di impostazione, di governo. Non si tratta però di una rinuncia, ma bensì di un’occasione di dibattito per trovare soluzioni di dimensioni più ampie e più adeguate alle risposte da dare ai cittadini dei Comuni dell’Area Nord.
Ora se per certi versi il tema dei servizi gestiti dall’Unione è molto importante, in quanto si possono costruire delle economie di scala e delle risposte qualitativamente superiori, abbiamo però dei temi altrettanto importanti da discutere ed approfondire, che colgono tutto l’insieme dei nove Comuni: il tema della viabilità e della mobilità all’interno dell’area ma anche verso il capoluogo, la modernizzazione della comunicazione telematica tra i vari Enti, l’ambiente e la sostenibilità degli interventi di sviluppo residenziale e produttivo, il tema dell’economia e del lavoro, la promozione del territorio e non per ultimo il marketing territoriale
Esistono situazioni (unioni) giuridiche analoghe alla vostra in altre parti del Paese?
Le Unioni in Italia sono ormai tantissime. L’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord è la più grande in Emilia Romagna in termini di popolazione e di estensione del territorio. Nonostante l’aumento in modo esponenziale delle Unioni che si costituiscono a livello nazionale, rimane ancora alta l’attenzione da parte dello Stato a riconoscere finanziariamente il contributo per il loro funzionamento
Qual è stata o si è rivelata, una utopia del progetto? E cosa dovrebbe essere introdotto che non lo è stato a suo tempo?
Non credo che ci siamo posti obiettivi talmente ambiziosi che poi si siano già rivelati utopie.
Sulle economie di scala prodotte da una gestione associata dei servizi dal nuovo Ente eravamo consapevoli che sarebbe servito un po’ di tempo. Stiamo comunque rilevando che siamo sulla strada giusta
I tagli applicati alle Amministrazioni locali avranno una ricaduta anche nell’Unione o saranno circoscritti ai Comuni aderenti?
I vincoli di spesa imposti dalla Finanziaria sul Bilancio di previsione 2006 per quanto riguarda la spesa del personale, investe sia noi singoli Comuni, sia l’Unione. C’è quindi una oggettiva difficoltà, soprattutto riguardo alla organizzazione e alla definizione della struttura Unione
Avete mai pensato di ricomprendere alcuni Comuni vicini?
Più che pensare di ricomprendere altri Comuni vicini, considerato che siamo già nove, con più di 82 mila abitanti, si ipotizzava di mettere a disposizione le competenze dei servizi trasferiti e gestiti dall’Unione per dare servizi – è una idea che secondo me può trovare interesse – si tratta di lavorarci, senza scordare che ci siamo appena costituiti.
Quando è stato prospettato alla Provincia, alla Regione il Vostro progetto di Unione, come è stata la reazione?
La costituzione della nostra Unione è stata sicuramente una grossa novità e anche una sorpresa per la Provincia. Teniamo conto che diversi livelli e settori della politica amministrativa non hanno mai guardato verso la nostra zona con la giusta attenzione. Lo sguardo invece è sempre stato teso verso il sud della città di Modena.
Del resto una delle finalità dell’Unione era proprio quello di far “sentire” maggiormente il peso dell’Area Nord e credo che questo sia un traguardo a cui stiamo arrivando
Sarebbe possibile una Unione se i Sindaci appartenessero a schieramenti opposti?
Se ci fossero Sindaci di schieramenti politici diversi nella Giunta dell’Unione, è evidente che la discussione potrebbe assumere sfaccettature particolari, ma sono convinto che verrebbe prima di tutto la ricerca della soluzione dei problemi per il bene della comunità dell’Area Nord.
Più delicata invece potrebbe essere la discussione e l’approvazione delle proposte in Consiglio dell’Unione
Dopo due anni, quale bilancio?
A distanza di due anni dalla costituzione dell’Unione, credo che l’esperienza si possa definire buona e interessante.
I mutamenti della società e del mondo che ci circonda, spingono i cittadini a inoltrare a noi amministratori una forte richiesta di cambiamento, di fare un “salto”, lasciandosi alle spalle ciò che è vecchio e putrido del modo di fare politica.
Le città con i suoi cittadini hanno necessità di persone che diano risposte ai nuovi bisogni, lavorando per unire, anche là dove si sono interessi che contrastano l’uno con l’altro. Il conflitto disordinato non produce niente – il confronto ordinato porta la crescita