Sono dunque in attesa che faccia giorno, ma non è detto che la prima alba che verrà segni la fine della lunga “nuttata” politica che credo anche molti italiani, come me, stanno aspettando con ansia per potere respirare altra aria.
Ho voluto precisare questo dato per rassicurare, che la speranza di rivedere la luce è tale e tanta da permettermi di non escludere a priori che ognuna tra le più significative e diverse realtà politiche italiane possa raggiungere con ottimismo e con positività questo obbiettivo politico.
Addirittura a volte guardo con occhio benevolo anche l’uso e l’abuso di eccessi di demagogia o di provocazioni che giungono da più parti tra loro contrapposte quando, a mio parere, queste vengono usate per calcolate finalità positive.
Eppure , nonostante questa mia apertura mentale , continuo a non vedere all’orizzonte della politica italiana segni inequivocabile di bagliori di una alba imminente!
Si ha invece a volte la sensazione o la convinzione di essere guidati da condottieri ,che , se pure agghindati con luccicanti mostrine che ne attestano il grado di autorevolezza maturata sul campo agli occhi dei rispettivi partiti, hanno la capacità di rendermi perplesso più che esaltarmi.
Bice ha pubblicato in questo numero anche un intervento appassionato di Andrea Galli che sostanzialmente si sofferma a sottolineare quella che è stato il motivo conduttore che ha caratterizzato la linea dei partiti della opposizioni all’indomani del voto:
“Se non ritiene che la seconda Amministrazione Pighi, pesantemente inficiata da numeri che rivelano una debolezza impressionante del consenso elettorale, poco più di 100 voti, sia un “anatra zoppa” nei termini del consenso e della credibilità”; ( A.Galli)
Mi pare un giusta osservazione, ma se il sempre dinamico Andrea Galli non va avanti nel trarre le conseguenze politiche che sono a questa sua lettura collegate rischia di aprire come un’aquila miope: una limitazione che gli impedisce poi di volare diversamente dall’anitra zoppa che benché claudicante una puntatina fino sull’altra riva del lago riesce comunque a fare.
Mi preme ricordare ,non solo al Galli, che la legge elettorale sulla elezione dei sindaci fa si che Pighi , pur contanto su una risicata maggioranza di metà + 100 voti possa poi contare su una sua maggioranza composta di 24 consiglieri su 40. Al contrario il PdL compagine nel quale milita il Galli Andrea , secondo partito della città, può contare solo su 8 consiglieri su 40. La lega nord, il terzo partito della città di Modena , vincitore morale di queste elezioni, ne somma(udite, udite) ben 4 (quattro) su quaranta. La formica e l’elefante, ma immagino i tuoni e i fulmini che farà risuonare in consiglio comunale.
Ma il dato avvilente permane: questa legge mortifica il consiglio comunale che nei numeri è squilibrato nella sua effettiva rappresentanza della città. Eppure nessuno dei politici modenesi in consiglio , su questo argomento, può scagliare la prima pietra.
Ci si riduce perciò a sollevare polvere, parole, urla e propaganda ogni qual volta questo è possibile farlo.
Questa rappresentazione, questa liturgia questo predicare si traduce nei fatti con il non rispetto delle istituzioni democratiche mediante la loro irrisione e ciò nonostante siano un patrimonio inalienabile che appartiene ad ogni cittadino.
Non sono una prerogativa ad uso della maggioranza, non sono la palestra per tonificare i muscoli della contesa politica, nemmeno la sala giochi, il dopolavoro per lo svago della minoranza né per quelli della minoranza.
C’è una de-legittimazione reciproca. Una debolezza della politica che cerca e trova sempre più spesso una sua legittimazione con l’ausilio di carte bollatele.,
Credo che a molti non sfugga come anche in Modena tra la gente che si avventura su argomentazioni politiche serpeggi molta propaganda e poca sostanza politica.
Non vedo, non sento, non si avverte una città che si appassiona a confrontarsi sulle cose, sul che fare, non siamo subissati da un vociare di argomentazio
ni e di approfondimenti politici degni di questo nome nonostante una lunga attraversata del deserto si imporrebbe per non scomparire tra le tempeste della non politica
Siamo sempre più come una carovana ferma ancorata o insabbiata o zavorrata.Un insieme in ritardo di circa 25 anni con l’aggancio alla più moderne democrazie europee. Slogan, rinfacci e politica urlata sono il nostro pane quotidiano. C’è un premier che accusa ancora l’opposizione di essere comunista o pervasa di cattocomunismo mentre quest’ultima sdegnata lo dipinge come clerico fascista. Ma quando Ha da passa’ ‘a nuttata ? Nessuno azzarda previsioni: mi fanno solamente notare che il pavone non sa gorgheggiare!”
In compenso qualcuno è pronto a giurare che Mauro Manfredini della Lega nord si sta allenando ad imitare il canto dell’usignolo…infatti è il canto dell’allodola che annuncia l’aurora.