La limitata disponibilità di risorse impone una selezione fra le persone da aiutare, optando, come è logico, per coloro i quali sono realmente nelle condizioni più disagiate. Il Regolamento comunale per le prestazioni sociali agevolate, approvato dall’amministrazione di Lodi, prevede per tutti i cittadini che “ai fini dell’accoglimento della domanda” che vengano considerati “anche i redditi ed i beni immobili o mobili registrati disciplinati dall’articolo 816 del Codice civile, posseduti all’estero e non dichiarati in Italia”. Inoltre, “i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato d’origine.“”
L’effetto è stato dirompente, le famiglie straniere non presentano i documenti, le domande di agevolazioni e accesso agli aiuti non possono essere accolte, i costi della mensa dei bambini diventano alti, un peso per queste famiglie notoriamente prolifiche. Il Coordinamento Uguali Doveri è stato costituito a Lodi per protestare contro il regolamento del Comune che applicando anche alle famiglie straniere la stessa normativa applicata agli italiani, impedisce a circa 200 bambini stranieri di usufruire della mensa scolastica perché i genitori non presentano i documenti necessari alla riduzione della retta e non sono in condizione di pagare la retta per intero.
Fra tanto buio, una grande luce: con la raccolta fondi avviata dal Coordinamento Uguali Doveri per coprire le differenze di prezzo in poche ore sono stati raccolti 60.000 euro, un grande risultato, che garantisce ai piccoli l’accesso alla mensa e al trasporto.
I cittadini sono, di fronte alla legge, tutti uguali, nei diritti e nei doveri. Nessuno deve essere trattato in modo diverso, nessuno può accampare diritti che non gli spettano nè altri possono essere trascurati in ciò che è loro dovuto per legge.
Aver applicano ai figli degli stranieri le stesse regole applicate ai figli degli italiani, per di più da un Sindaco della Lega, è stato descritto come atto di discriminazione, un atto di razzismo.
Si sono dette tante parole sui bambini che hanno ogni diritto, indipendentemente dalla burocrazia; e, come accade sempre, sono volate tante ingiurie, di fatto dirottate in particolare al premier Matteo Salvini che, alla collezione di insulti ricevuti, può aggiungere anche quello di affamatore di bambini. Se c’è un’immagine che strazia, sono i bambini affamati. E se c’è un’ingiustizia intollerabile, è farli soffrire. Siamo in Italia, tutto si risolverà, basterà l’autocertificazione presentata dagli stranieri e potranno come prima accedere ai benefici e alle agevolazioni. Però forse chi lancia accuse così infamanti , di insensibilità e crudeltà, si aspetti che, prima o poi a qualcuno venga voglia di “”calare l’asso”” e parlare del latte gettato sui binari, affinchè non potessero berlo i bambini italiani che, sul “”Treno della vergogna”” viaggiavano da Ancona a Bologna, esuli istriani ormai senza più nulla, scacciati dalle loro case. Quella fu l’accoglienza dei loro connazionali.
Per chi volesse approfondire, allego
https://it.wikipedia.org/wiki/Treno_della_vergogna e Il treno della vergogna arriva a Bologna
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
Calare l’asso
di A.D.Z.
Siamo una nazione senza dignità
di Massimo Nardi
I grillini non smettono di stupirci. Censurato lo spot dedicato all’esercito. Ma in che mani siamo? Allegria ritorna Dibba, ci sarà da ridere.
Entrare noi? Aspettiamo che usciate voi e intanto piagnucoliamo un po’
di Alberto Venturi
Nessuno sa chi viva nell’edificio, non esiste un censimento, all’epoca di Alemanno il palazzo era stato stranamente dimenticato nella mappatura dei locali occupati abusivamente.
L’onestà intellettuale di Diego Fusaro
di Paolo Danieli
Non ha peli sulla lingua e quando parla dell’Europa, dello spread, delle agenzie di rating, della crisi, delle nuove povertà, del debito pubblico e di altre questioni che ingombrano l’agenda politica lo fa andando al cuore dei problemi, senza auto-censure, con un’onestà intellettuale che spiazza i reggicoda del mainstream mediatico.
Aspettando il downgrade
di Eugenio Benetazzo
Stiamo parlando dell’Italia. In buona sostanza siamo innanzi ad un baratro finanziario, basta veramente poco per creare il peggior incubo per chi detiene risparmi sotto forma liquida e depositi bancari a prima vista.
Auguro a tutti buona settimana e buona lettura del n. 627-311.