
Come descrive l’enciclopedia Treccani, la plutocrazia è “letteralmente, il potere della ricchezza; nel linguaggio politico è la preponderanza nella vita pubblica di gruppi detentori della maggior parte della ricchezza, e più propriamente, secondo l’accezione comune, predominio politico di grandi finanzieri, banchieri, e simili”.
Come descrive l’enciclopedia Treccani, la plutocrazia è “letteralmente, il potere della ricchezza; nel linguaggio politico è la preponderanza nella vita pubblica di gruppi detentori della maggior parte della ricchezza, e più propriamente, secondo l’accezione comune, predominio politico di grandi finanzieri, banchieri, e simili”.
Una cosa, insomma, sempre più lontana dalla democrazia, che, se non ce l’hai, fai pure fatica ad esportarla.
Non basta l’impossibilità concreta di ribellarsi alla lobby delle armi (quelle sì capacissimi di esportarle e, talvolta, perfino di inventare le opportunità per esportarle); non basta lo storico opaco potere delle sorelle del petrolio.
Ora si aggiunge la deriva dei social verso forme sempre più invasive e pericolose della nostra privacy e dell’informazione, a favore della manipolazione della verità per business che si traduce poi in potere politico.
Secondo Geert Lonink, teorico dei media e fondatore dell’Institute of Network Cultures di Amsterdam, “siamo intrappolati dentro ai social e ai loro meccanismi, incatenati al modo in cui gli smartphone ci forniscono informazioni”.
Lo racconta Gigio Rancilio su l’Avvenire: “Prendete Twitter, il social acquistato quattro mesi fa da Elon Musk: la piattaforma sta cambiando in maniera sostanziale, tradendo la sua filosofia. L’ultimo colpo arriverà fra poche ore, quando gli utenti certificati di Twitter (quelli con la spunta blu, per intenderci) perderanno il loro status”. Significa che mentre prima il bollino blu dimostrava che l’account era “autentico e di interesse pubblico”, basterà comprarselo con 7 euro al mese. Chiunque, anche il più grande farabutto, potrà godere di una maggiore diffusione dei propri cinguettii. L’informazione e la disinformazione diventeranno un’unica marmellata.
E’ una paura infondata? Guarda caso Musk, nuovo padrone di Twitter, lui che giurava di concentrarsi sull’ideale di migliorare il mondo e in realtà è soltanto l’ennesimo squalo della dignità umana, sta penalizzando tutti i giornali che lo hanno criticato. Come spiega Rancilio: “Il profilo del New York Times, il più importante quotidiano del mondo che su Twitter ha 55 milioni di follower, raggiunge al massimo con i suoi post lo 0,4% di chi segue la testata. Tutto questo accade perché Musk vuole dimostrare al maggior numero di persone che sul suo social i giornali contano sempre meno”.
Per TechCrunch , sito di riferimento a livello globale in materia di startup “Musk sta trasformando Twitter nell’opposto di una meritocrazia, passando dal libero accesso alle informazioni alla disinformazione a pagamento”.
Che non è democrazia.