La settimana appena trascorsa ha visto lo svolgimento del giro della padania. Ai cronisti era stata descritta come corsa ciclistica, invece, la realtà è stata ben diversa! Si è trattato di un carrozzone, un circo itinerante, cacciato da tutte le località interessate. E dire che partecipavano anche signor ciclisti, tra cui Ivan Basso, Emanuele Sella e Davide Rebellin su tutti. Eppure si è contraddistinta, più che per i risultati di corsa, per quanto avveniva durante le singole tappe. Ogni percorso aveva un giro ombra di contestatori che tentavano, a più riprese e in diverse località, di bloccare il carrozzone. Si può dar loro torto? La padania non esiste, è una macro regione del, e nel, pensiero leghista. Dire “io vivo in padania” e come confessare di aver mangiato cioccolato di marte, di coltivare banane al polo, di vivere ancora nel Sacro Romano Impero o sostenere che Silvio odia le minorenni. Tutte e quattro, tra cui l’ultima, soprattutto, sono incontrovertibili; ugual cosa per la padania; è una elucubrazione degna di Freud. Attenzione, questo non legittima il comportamento degli oppositori. Non è ammissibile, in segno di protesta, schiaffeggiare i corridori, come ripetutamente accaduto, perché pagati dalle loro società per correre. O li si costringeva, in maniera non violenta, a partire, o una volta in bicicletta, si cerca di bloccare la kermesse senza rischiare la salute fisica dei partecipanti.
Detto questo gli organizzatori non potevano chiamarlo giro del nord Italia, tour delle 5 giornate di Milano o corsa del risorgimento? Quest’ultima ipotesi, tra l’altro, avrebbe dato anche un grande valore, allo stesso tempo storico e contemporaneo, al giro. No, ovviamente non era possibile, perché non avrebbe provocato scalpore e non avrebbe fatto parlare di sè. Ma per essere sulla bocca di tutti era sufficiente far parlare il mitico Renzo Bossi, uno dotato di naturale capacità nel suscitare ilarità appena apre bocca. Infatti, la trota del Po’, e pure dell’Accademia della Crusca, intervistato da alcuni giornalisti, ha coniato uno splendido neologismo: “proseguere”. Troppo semplice pensare che possa derivare da proseguire, più facile che si tratti di una forma derivata dal francese, o forse dal ladino.
…Proseguerei an’cora nello scrivimento dell’articolo sul giro di padagna, ma non cognosco il linguaccio padano. E tu se come me non lo sai, sallo!