“”La sfera sessuale della propria vita privata non deve mai essere oggetto di offesa e neppure utilizzata come provocazione. Nessuno oggi contesta il diritto di ciascuno di vivere liberamente la propria sessualità e tantomeno sussistono esigenze di garantire maggiore agibilità sociale, lavorativa o politica agli uomini o alle donne omosessuali, per questo il gay pride appare più come un modo per propagandare un sistema di vita aprioristicamente antitetico a quello della famiglia tradizionale attraverso la provocazione e lo scandalo volutamente cercato””. Il capogruppo in Regione Andrea Galli interviene così nel dibattito che anima il mondo politico e religioso alla vigilia del gay pride di domani a Modena. “”Utilizzare il simbolo del rosone del Duomo con scopi evidentemente provocatori, ricercare a tutti i costi l’eccesso e il diniego del decoro non credo siano scelte che meritano il patrocinio di una amministrazione comunale o sovvenzioni pubbliche”” – continua il capogruppo in Regione Galli. “”Elevare la provocazione che si presenta palesemente come tale a metro con cui l’istituzione pubblica si rapporta con la città credo non sia un segnale utile a nessuno, nè alle persone omosessuali che, come quelle eterosessuali, vivono nel privato e nella tranquillità la propria vita sessuale, nè le famiglie e i bambini chedomani saranno presenti in città. Ci sono tempi e modi per rapportarsi con il sesso, indipendentemente dall’orientamento, e una fiera dell’ostentazione sessuale sia essa omo o eterosessuale, non credo possa aiutare la crescita dei ragazzi e dei bambini che eventualmente si imbatteranno nel corteo. Di questo l’amministrazione comunale doveva tenere conto prima di offrire il proprio patrocinio””.