GALLI E FIORINI (FI): ‘ANGELI E DEMONI, ANAC FACCIA CHIAREZZA SU APPALTI AUSL’

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‘E’ necessario che gli appalti dell’Ausl di Reggio passino sotto una “lente di ingrandimento” al fine di verificare ulteriori eventuali comportamenti illeciti ed ulteriori danni alle casse pubbliche. E non è accettabile che l’azienda sanitaria sia rappresentata da chi è indagato nella inchiesta Angeli e demoni’. Con una speculare interrogazione alla ministro della Salute Grillo in Parlamento e in Regione, la deputata di Forza Italia Benedetta Fiorini e il capogruppo di Forza Italia in Regione Andrea Galli chiedono lumi sulla inchiesta Angeli e Demoni.

‘Occorre che Parlamento e Regione valutino l’opportunità di sostituire le figure coinvolte nell’inchiesta al fine di garantire l’integrità e la trasparenza delle istituzioni coinvolte come, ad esempio, l’Ausl di Reggio Emilia – affermano Fiorni e Galli -. Non solo, è necessario coinvolgere anche l’Anac, in qualità di autorità di vigilanza, per verificare la correttezza degli appalti e delle gare che vedono interessata l’Ausl di Reggio Emilia’.

‘Secondo quanto emerge dalle indagini degli investigatori, il sistema funzionava con un accordo tra i servizi sociali, i cui dipendenti ottenevano incarichi di docenza retribuiti ed una associazione torinese a cui era affidato il servizio di psicoterapia e che si occupava dei sopracitati corsi di formazione – ricordano i due azzurri -. In particolare gli inquirenti ritengono che durante un incontro fra il direttore generale dell’Ausl di Reggio Fausto Nicolini con altri quattro indagati, avvenuto il 10 dicembre 2018 in violazione del Codice degli appalti del 2016 e delle connesse linee guida dell’anticorruzione, essi avrebbero dato “illecita prosecuzione” al servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro procurando un ingiusto vantaggio al “Centro studi Hansel e Gretel”. Sempre secondo gli inquirenti, detti soggetti si sarebbero accordati in due distinti documenti, uno del 21 dicembre 2018 che aveva come preventivo di spesa 57.200 euro nel 2019 e 23.070 nel 2020 e uno del 2-3 gennaio 2019 che aveva per oggetto le medesime prestazioni, “ma con un ulteriore escamotage di spacchettare ulteriormente l’importo complessivo del servizio di psicoterapia per un periodo di sei mesi per l’importo di 28.600 euro”. Questo, secondo l’accusa, abbassando fraudolentemente il valore del servizio al di sotto della soglia che avrebbe necessitato di una procedura ad evidenza pubblica. Con questo duplice atto ispettivo auspichiamo di contribuire a fare chiarezza sulle responsabilità di quanto accaduto e di ottenere verità per le vittime, bambini e famiglie, di un incubo che dura da anni’.

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