Da qualche anno vivo con una sorta di amaro distacco il 2 giugno Festa della Repubblica. Non vedevo, già negli anni passati, molti motivi di festeggiare.
E’ pur vero che si dovrebbe guardare alle cariche, ricoperte più o meno degnamente dai politici, per il loro significato, per la memoria, per il ricordo… ma è sempre più difficile concentrarsi su questo, sempre più difficile sopportare il carrozzone che a questa festa è legato, con concerti prestigiosi, cene riservatissime, autocelebrazioni di alti papaveri. Nulla di più distante dalla gente… come distanti appaiono, su un palco in bella vista, i politici che fiaccamente applaudono la sfilata di quelle Forze Armate che sistematicamente, costantemente, stoltamente, indeboliscono e tagliano.
E distante appare un Premier che “”improvvisamente”” vola a Herat, indossando un’improbabile mimetica, cercando il consenso, magari quello che le urne regionali sembrano proprio aver dimezzato, rispetto alle trionfanti europee con percentuali bulgare.
Questa è la repubblica nella quale si salvano i privilegi dei più ricchi e si esortano i redditi medio bassi a fare sacrifici, per il bene comune.
Una repubblica nella quale si scelgono date impossibili, per una tornata elettorale che ha visto un italiano su due disertare le urne; per qualsiasi motivo l’abbia fatto, (cause balneari, costruzioni di ponti tra sabato 30 maggio e mercoledì 3 giugno, disamore verso la politica, vera e propria crisi di rigetto…) non importa: ha comunque mancato ad un importante appuntamento, uno dei pochi nei quali gli è permesso di esprimere il proprio parere.
Una repubblica generosa, stucchevolmente premurosa e indulgente con i clandestini, ma inflessibile, severa e talvolta grottescamente crudele con i propri concittadini. Una repubblica incapace di mandare in galera i grandi malfattori, di ogni ceto e specie, ma capace di gettare nella disperazione altri italiani, quelli onesti, non furbi, non evasori, non delinquenti.
Una repubblica impresentabile, come frotte di parlamentari che, invece, troveranno una scappatoia per rimanere saldamente sulle loro poltrone…impresentabile come questa povera bandiera. Sudicia, sfilacciata, scolorita. Una brutta immagine, sciatta, indecente. Impresentabile, appunto. Come forse davvero stiamo diventando noi
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Vi presento brevemente il numero on line da oggi. Come sempre, i titoli in grassetto portano direttamente agli articoli relativi, per consentire, anche a chi ha poco tempo e tanta fretta, di poter sfogliare più agevolmente il giornale.
Vince il partito del non voto di Massimo Nardi
Cresce la protesta degli italiani che si sentono esuli in casa propria. Salvini supera Forza Italia e con lui vince il partito degli euro scettici o antieuropei.
Tarallucci e vino di Alex Scardina
Mentre EXPO vede man mano aumentare l’interesse degli stranieri, sembra mancare il ruolo traino per il resto del Paese. Sembra quasi che giunti nella terra della madonnina i turisti ivi rimangano senza nemmeno provare a dar una occhiata all’italianità tutta.
L’intempestiva lista degli Impresentabili di Alberto Venturi e Gianni Galeotti
Nel giorno di venerdì 29 maggio viene finalmente diffusa la lista degli “”impresentabili””. A molti non è parsa particolarmente tempestiva, data l’imminenza del voto di domenica 31.
Gayland di Eugenio Benetazzo
Il tema è ormai un must di ogni contenitore mediatico (radio, cinema, televisione, web), tanto che lo stesso governo italiano al pari di altri europei ha messo in gestazione la proposta di legge per l’istituzione delle nozze gay.
Outdoor Chef di Isabelle Abram
Una simpatica occasione per conoscere tutti i segreti di una buona grigliata, i consigli degli esperti e vedere da vicino i nuovissimi barbecue di una delle aziende piu prestigiose.
Vi auguro buona settimana e buona lettura del n. 471-134.