
Un libro o un giornale vanno zittiti solo in tre casi: violazione della legge, diffamazione, calunnia. Tappare la bocca agli avversari è “fascismo mascherato da antifascismo” (Pasolini).
Chi mi conosce anche superficialmente, sa quali sono le mie idee politiche, ho detto politiche e non partitiche, perché mi onoro di essere un libertario e di non aver mai avuto in tasca una tessera di partito; quella del sindacato l’ho stracciata quando mi sono stancato di sentire e continuare a ripetere la frase (a mio avviso idiota) di Filippo Turati “I treni servono per far viaggiare le persone, non per dare uno stipendio ai ferrovieri” e, da quando sono in pensione, non ho più nemmeno quella dell’ATM.
Detto questo mi sento di affermare tranquillamente che il gesto delle femministe che sabato 20 maggio hanno impedito alla Ministra Roccella di parlare e di presentare un libro, è un gesto antidemocratico.
Tappare la bocca agli avversari è “fascismo mascherato da antifascismo” (Pasolini).
Un libro o un giornale vanno azzittiti solo in tre casi: violazione della legge, diffamazione, calunnia.
Un politico non ti piace? Non lo voti e non lo vai a sentire.
Il dissenso è sacrosanto, ma non puoi impedire all’altro di dire come la pensa, al Salone del Libro poi… Si comincia così e si finisce per bruciarli, i libri, come i mussulmani ad Alessandria d’Egitto, come la Chiesa prima che l’Illuminismo le tagliasse le unghie, come i nazisti.
E alla “compagna” Schlein Elly la quale dice che a Torino hanno “soffocato il dissenso” , vorrei consigliare la lettura della favola di Fedro “Lupus et agnus”.
Oltretutto queste femministe hanno fatto il gioco dei loro nemici, basta guardare le prime pagine dei loro quotidiani di oggi, domenica 21 maggio.
Questi i titoli:
Il Ministro Roccella zittito ed aggredito… settaria e violenta, la sinistra è questo (Libero)
Sinistra da salone (Il Giornale)
Sconcio al Salone di Torino: la Ministra non può parlare e il direttore se ne frega (La Verità)
Dalla Rai a Torino, così si scoprono i veri fascisti (Il tempo)
A proposito di RAI, i nuovi padroni stanno facendo la stessa cosa, ma non è un buon motivo per comportarsi come loro.
Silvano Maino