Una vera e propria bufera si è abbattuta bei giorni appena trascorsi su Facebook, persino con ripercussioni del titolo in Borsa.
Il “”furto di dati”” illegalmente raccolti dall’app ‘thisisyourdigitallife’, messa a punto dall’accademico russo-americano Aleksandr Kogan, furto di dati di 50 milioni di americani usati poi per spot politici mirati e per influenzare gli elettori. Ma non solo oltreoceano, si vocifera del coinvolgimento nell’inchiesta anche di un partito italiano.
Per molti Face Book è un valido alleato, uno strumento insostituibile di lavoro. Per altri è un innocente passatempo, un modo di avere rapporti più frequenti e stretti con amici,parenti, anche all’altro capo del mondo…
Per altri, il social sembra essere una ragione di vita.
Ci sono persone che su Face Book letteralmente vivono e mettono in piazza tutto della loro esistenza… talvolta risultando al limite del patetico e del ridicolo. Altre che la usano come piattaforma per scopi meno encomiabili, dalla maldicenza all’adescamento di clienti da parte di donnine allegre.
Comunque, è tutto messo in piazza, senza riserbo, senza alcun limite, neppure quello del buon gusto o dell’educazione, barriere queste ormai infrante da tempo e da parte di molti. Lamentarsi pertanto della “”violazione della privacy”” su Face Book è semplicemente incredibile e comico. Ma il problema non è questo.
La verità è che dell’internauta, del navigatore su Internet, rimane traccia su ogni sito visitato, per ogni “”clic”” elargito, per ogni giochino e pseudo test fatto. Sono molte le applicazioni simili a quella incriminata in questa specifica indagine, la predetta “”thisisyourdigitallife””, apparsa su Facebook come test della personalità. All’attendibilità scientifica pari allo zero assoluto, corrisponde, tuttavia, l’effetto di una fruttuosa raccolta dati permettendo agli sviluppatori di accedere alle informazioni più svariate sugli utenti.
Come si vede, più che di furto di dati si deve parlare di illegale uso di dati liberamente e volontariamente forniti. Non sono il difensore d’ufficio di Mark Zuckenberg e della sua fortunata creatura, ma credo che la responsabilità di Face Book sia decisamente marginale.
Ricordo i primi anni in cui ho iniziato ad usare il computer, dall’agosto del 1996… Il collegamento a Internet, allora molto costoso ma utilissimo, era, tuttavia, usato con molta prudenza, era visto come un potenziale pericolo, pertanto mai, nessun sito, a partire da quelli con i quali collaboravo, a quelli che visitavo per studio o per diporto, chiedeva dati personali. Impazzavano i nickname, persino nella scelta dell’account nelle caselle di posta…mai mettere per esteso nome e cognome! A tutt’oggi solo nella PEC dell’Ordine ho il nome per esteso. Impensabile poi, dare indicazioni sullo stato civile, sul luogo di residenza, su figli, parenti e amici.
Sono cambiati i tempi, Internet anche se qualcuno lo considera ancora il territorio dell’impunità, per fortuna lo è molto meno, dato che esistono leggi che sanzionano e puniscono la diffusione di notizie false, la calunnia, la diffamazione, gli atti persecutori in Rete, permettendo con maggiore solerzia di individuare i miserabili che in ciò si dilettano. Assistiamo quindi a scenari opposti… dove gli utenti scelgono, con varie gradazioni, ovviamente, di vivere “”in piazza”” di questo villaggio globale, non solo rendendo partecipe l’Universo mondo anche di dettagli sinceramente evitabili di sé e della propria vita, ma accedendo anche, con molta leggerezza, a una quantità di giochi, test, applicazioni.
Inutile chiedersi, sgomenti, come fanno i vari operatori a sapere il nostro numero di telefono per proporci alle ore più inopportune vantaggiosi contratti… oppure come fanno ditte varie a scegliere noi, fra milioni di utenti, per un premio, che sia un importabile collier di princisbecco o un servizio di piatti… purchè compriamo la loro merce, merce che spazia in ogni categoria merceologia, dagli alimenti al vestiario.
Su Facebook, notoriamente, il nome, l’immagine del profilo, l’immagine di copertina, il genere, le reti, il nome utente e l’ID utente sono visibili a persone e applicazioni. Le applicazioni possono accedere anche alla lista di amici e a eventuali informazioni che l’utente sceglie di rendere pubbliche. Si va dalla semplice data di nascita fino alla dettagliata biografia, passando per familiari e relazioni fino alla città di origine, ai livello d’istruzione e lavoro, alle attività e agli interessi, al numero di telefono.
Gli utenti inondano le loro pagine Face Book con notizie e foto di ogni genere, con atteggiamenti allusivi, a partire dall’immancabile boccuccia atteggiata a lato B delle galline, rispondendo a raffiche di domande personali, facendo ogni test possibile e immaginabile… comunque sempre “”in piazza””… Forse non è proprio tutta colpa dei ladri di dati.
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
Face Book e dintorni …
di A.D.Z.
Se sono rose fioriranno
di Massimo Nardi
Matteo Salvini dimostra di avere letto l’Arte della guerra di Sun Tzu. Si apre il periodo della transumanza? Solo adesso il Cavaliere medita sulle scelte sbagliate in passato.
Rispetto delle istituzioni: non ci sono colpi di spugna
di Alberto Venturi
Abbiamo davvero voltato pagina?Mi domando se il rispetto delle regole istituzionali e di chi le rappresenta, possa accendersi a comando, o se non appartenga invece alla sfera personale degli ideali e dei principi, per cui ce l’hai o non ce l’hai. Se lo acquisisci non sarà comunque una conseguenza del potere che detieni.
Il colpo alla botte, il colpo al cerchio: Il giustiziere della notte
di Francesco Saverio Marzaduri
42 anni dopo l’uscita del primo e s
torico capitolo della serie diretta da Michael Winner, Il giustiziere della notte torna al cinema nel remake diretto da Eli Roth con protagonista Bruce Willis nella parte che fu di Charles Bronson.
25° Festival Cabaret Emergente.
di Corrado Corradi
La scelta è stata lunga, difficile e molto contrasta, per riportare l’armonia tra i membri della Commissione, alla fine si è deciso di portare a 18 il numero dei prefinalisti, invece dei 16 previsti, che saliranno sul palco del Teatro Fabbri di Vignola sabato 7 e 14 aprile prossimi alle ore 21.
Il Paradigma Mondiale
di Eugenio Benetazzo
Quando ci guardiamo attorno ci rendiamo conto di vivere in pieno fermento industriale e sociale: difficile non comprendere che sono in atto cambiamenti strutturali di portata epocale che modificheranno per sempre il nostro stile di vita ed anche il nostro stesso modo di lavorare.
Auguro a tutti buona settimana e buona lettura del n. 600-280
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