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Non è un problema di simpatie, ma di interesse della città di Modena

 

La legislazione vigente non prevede  il consenso di tutti i proprietari per definire un piano particolareggiato. Non ci sarebbero state quindi violazioni della legge nel caso in cui il Comune avesse deciso di conteggiare assieme ad Esselunga la propria porzione del comparto, per consentire la costruzione si un supermercato che sarebbe andato a vantaggio della città.

Non è qui in gioco simpatia o antipatia verso uno o l’altro dei contendenti, come invece ha sostenuto il Sindaco, ma solo l’interesse dei cittadini ad una maggiore concorrenza. Credo che la politica debba tutelare un terzo attore: il cittadino. In questo caso non si trattava di scegliere, come sostenuto dal Sindaco, chi aveva pagato meno il terreno, bensì chi aveva la fetta più importante del comparto, e chi poteva portare concorrenza e quindi un calmiere sui prezzi della spesa. Tutte motivazioni che avvantaggiano la città, simpatie o meno per l’uno o l’altro contendente. AL contrario la scelta del Comune è andata a vantaggio di chi ha scelto una manovra ostruzionistica.

I fatti dicono che la decisione del Comune di cambiare destinazione d’uso, apparentemente equanime, non lo è nei fatti, perché le Coop potranno usufruire del terreno realizzando edilizia popolare. Mentre la città perde un supermercato, e l’area una possibilità di riqualificazione. Su questo vorrei si riflettesse, per il bene della città, non di Caprotti, o di Zucchelli.

 

Consigliere Provinciale – PDL

Luca Ghelfi

 

 

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La questione non è Esselunga si o no, ma la pluralità dell’offerta.

 

Non mi interessa fare il paladino di questa o di quella catena di supermercati. Premessa necessaria, per proseguire il ragionamento sulle mezze pagine acquistate da COOP per mostrare come diverse catene di grande distribuzione abbiano radicamenti più o meno forti in territori diversi.

Il ragionamento è corretto: il luogo dove un marchio nasce ha influenza sulla fetta di mercato. Ma quello che trovo più interessante nei dati pubblicati, è che nei paesi citati della cintura di Milano, Coop è minoritaria, Esselunga maggioritaria, ma sono presenti con percentuali a due cifre, altre catene delle quali a Modena non c’è nemmeno l’ombra. E perfino Esselunga arriva a poco più del 50% del mercato: vuol dire che un supermercato su due non è Esselunga. Non è certamente un monopolio.

A Modena i dati dicono che l’88% dei punti vendita è riconducibile alla Lega delle Cooperative. Ovvero i cittadini quando scelgono dove fare la spesa si trovano di fronte ad una scelta che prevede quasi nove supermercati su dieci che orbitano nel mondo cooperativo.

La questione non è se esista o no un patto occulto: ma prendere atto del fatto che a Modena c’è il monopolio di questo settore in mano alla Lega delle Cooperative. Lo dicono i numeri. Quale sia la ragione, sarebbe bene porvi rimedio, che sia grazie ad Esselunga o ad altre catene, poco importa. Quello che si chiede alla politica è che crei le condizioni necessarie perché ci sia parità di accesso al mercato locale, nell’interesse non di questo o quell’attore economico, ma dei cittadini di Modena.

 

Consigliere Provinciale – PDL

 

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