Le politiche varate dalle Giunte Errani su sicurezza ed immigrazione si sono rivelate un disastro. Il Presidente della Regione dovrebbe trarne le dovute conseguenze. Le errate politiche della Regione Emilia-Romagna che, al di là di costosissimi convegni e di cospicue elargizioni di contributi alle iniziative multiculturali degli Enti locali, non è andata ad incidere dove c’era il problema, che era quello del governo del territorio per impedire che le nostre comunità diventassero terre di confine con la malavita extracomunitaria che la faceva da padrona. Oggi sono evidentemente in buona compagnia a denunciare l’incapacità di Errani se è vero che ieri, a Padova, il ministro comunista Ferrero non solo ha benedetto il muro/ghetto fatto alzare dal sindaco della Quercia contro la malavita extracomunitaria, ma ha anche ipotizzato che lo stesso muro di difesa possa moltiplicarsi anche in città come Modena e Sassuolo. E se lo afferma un comunista doc vuole dire che la sinistra non sa dove mettere le mani, assumendo decisioni che la CdL, contraria ai muri ma favorevole al fermo contrasto della malavita con i mezzi previsti dalla legge, non si sognerebbe mai di assumere. Questo muro, politicamente corretto perché di sinistra, mette comunque fine alla favola multiculturale, all’atteggiamento buonista e terzomondista delle amministrazioni dell’Emilia-Romagna, al furore ideologico della chiusura dei CPT, alla politica delle porte aperte all’immigrazione extracomunitaria e del lassismo verso la clandestinità. L’auspicio è che Errani e tutti gli amministratori delle giunte rosse si assumano finalmente la responsabilità della sicurezza del territorio ed adottino politiche più serie, escludendo così la necessità di alzare muri sempre più alti. Ma la sinistra su questo come su altri fronti è solo capace di prendere abbagli e di commettere errori epocali”