Forse qualcuno fra i miei sette lettori non sa che il titolo di questa rubrica è “Abimi’s”.
L’altra, che ha per protagonisti Renzo e Prissy, è invece intitolata “Stormir di fronde …”.
Riscrivo, per chi non lo ricordasse, il significato del termine abimi’s.
Era d’estate, poco tempo fa, e il 6 agosto mi capitò di veder scritto, nei sottotitoli di un Tg rai: “intramo-enia”.
I dotti radical-progressisti volevan dire “intra moenia”, “entro le mura”: in relazione all’esercizio della libera professione da parte dei medici all’interno delle aziende sanitarie del Sistema sanitario nazionale.
Informo i kolti figlioli del sapere post-sessantottino, con tutta la delicatezza del caso, che si tratta di latinorum.
Riverenti, tuttavia, ci inchiniamo alla Kültüra. … con la K maiuscola, quella vera, progressista, relativista, catto-comunista. Insomma quella “rossa” per antonomasia, con una lieve imperfezione al naso.
Da qui ho tratto l’idea di attribuire il nome a questa rubrica, aggiornando l’antica locuzione “ab imis fundamentis [2] ” in un più moderno e stringato abimi’s: genitivo e per di più sassone. Se vorrete essere kültüralmente all’avanguardia, pronunciate “eibaimis”.
Veniamo ad oggi. Anzi, a ieri, 12 novembre 2005.
In attesa della cena assisto a Passaparola [3] : siamo alle eliminatorie per poter selezionare lo sfidante che se la dovrà vedere con il campione in carica.
Il tema delle domande per i vari concorrenti è “Latino”.
Una specie di riflesso condizionato fa sì che la mia attenzione si accentui. Il simpatico Gerry Scotti si rivolge bonario al primo concorrente:
– Come siamo messi col latino?
– Ma, direi bene, ho frequentato il liceo classico. Spero di non fare brutta figura …
– Ah bene! Allora : che cosa significa “nepos [4] ”
Momento di riflessione, lieve sorriso, e la risposta:
– non posso.
Stramazzo sul divano in preda alle convulsioni.
Gerry Scotti, dopo un breve attimo di smarrimento, con consumata abilità si riprende e, con lieve ironia, ci ricama sopra un po’, evocando improbabili influenze pugliesi.
O tempora, o mores! <
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Chissà, il concorrente che frequentò il liceo classico, la tradurrebbe con un disinvolto:
– il temporale, i negri!
Forse era emozionato.
[1] Stupenda canzone dell’indimenticabile Sergio Endrigo:
Era d’estate e tu eri con me
Era d’estate poco tempo fa
Ora per ora, noi vivevamo giorni e notti felici senza domani.
Era d’autunno e tu eri con me …
Se volete ve la canto.
[2] Letteralmente: dalle fondamenta più profonde. In senso traslato: fin dalle radici.
[3] Popolare gioco a premi trasmesso da Canale 5, condotto da Gerry Scotti.
[4] Nepos, -otis: m. (sanscrito nápat) = Nipote, figlio di figlio o di figlia.
[5] O tempi, o costumi! : l’esclamazione, tuttora usata ad indicare le inaudite depravazioni di un’epoca di decadenza in cui si sta vivendo, deve la propria fama al fatto che era spesso usata da Cicerone per sottolineare enfaticamente lo sdegno per una situazione scandalosa.
Renzo Tosi – Dizionario delle sentenze greche e latine – BUR