La vicenda del corso dello scrittore Paolo Nori su Dostoevskij’, bloccata dal prorettore e dalla rettrice dell’Università Bicocca di Milano, è partita dal ridicolo per concludersi nel grottesco.
Come si fa a governare una università, santuario del sapere, e mescolare lo scrittore russo con la situazione attuale, ritenendo opportuno sospendere il corso per evitare ogni forma di polemica.
Ma i passi successivi sono risultati ancora più assurdi, tanto da farmi domandare se davvero rettrice e prorettore siano adeguati al ruolo.
Le reazioni feroci hanno convinto l’università a fare un passo indietro, per cui avanti con il corso… affiancando a Dostoevskij degli autori ucraini.
Paolo Nori manda educatamente al diavolo tanta scemenza: “Non condivido questa idea che se parli di un autore russo devi parlare anche di un autore ucraino, ma ognuno ha le proprie idee. Se la pensano così, fanno bene. Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno”.
Davvero rettrice e prorettore sono degni di ricoprire quel posto?