“”Dormienti”” e babbei

Condividi su i tuoi canali:

Gli agenti segreti detti ""dormienti"" vivono per lunghi anni integrati nel tessuto sociale della nazione nemica, svolgendo attività legali, ma in realtà addestrati e pronti all'azione quando  giunge l'ordine di  ""svegliarsi"". Dove, per svegliarsi"" si  intende compiere azioni sovversive o terroristiche. Allo  stesso modo, il terrorismo islamico ha infinite cellule dormienti, celate sotto le meste spoglie di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati... cellule alle quali, noi babbei, aneliamo concedere la cittadinanza, spasimando anche per varare al più presto  la legge sullo Ius soli... 

 


 

Essere cittadini, o addirittura  essere  nati,  in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, in Germania, in Italia, etc… non ha impedito e non impedirà  ai terroristi islamici di agire  contro i loro stessi connazionali, i loro concittadini,  contro quello che, almeno per la burocrazia, è il loro Paese.

Chi crede di risolvere i problemi legati all’integrazione  dei migranti di ogni etnia, in particolare gli islamici, dando loro la cittadinanza della nazione che li accoglie e promulgando la legge dello Ius soli,  dovrebbe prestare  maggiore attenzione ai fatti di cui la cronaca, tristemente, con appuntamenti sempre più ravvicinati, ci  rende edotti.

Attentati, aggressioni, azioni compiute da cittadini islamici di seconda, talvolta terza generazione, nati e cresciuti nella nazione dalla quale  hanno avuto accoglienza, lavoro, cure… nazione che, tuttavia, segretamente disprezzano e colpiscono al cuore, con l’odio che nemmeno ai peggiori nemici si riserva.

Come ho detto nel caso dell’aggressione compiuta dal giovane islamico a Milano, ai danni di un poliziotto e di un militare, giovane con sussiego  definito e sottolineato, come “”cittadino italiano””,  io considero italiano chi si comporta come tale, non chi cova vendetta e colpisce con attentati e aggressioni, la nazione che l’ha accolto o nella quale è addirittura nato.

Si ha un bel dire… cittadino britannico, cittadino francese, cittadino belga, cittadino italiano… la definizione burocratica, ciò che un trascurabilissimo  pezzo di carta dice, contrasta con le azioni, così aspramente, da dar inorridire.

Con il termine  “”dormienti”” si definiscono gli agenti segreti che diventano cittadini di un altro Paese e, ovviamente in segreto,  conducono  attività di intelligence. Questi agenti sono detti “”dormienti”” perchè vivono per lunghi anni insospettabilmente,  del tutto integrati nel tessuto sociale, svolgendo attività in apparenza legali, ma che segretamente lavorano raccogliendo informazioni, prendendo contatti, organizzando una fitta rete di complici, restano inattivi ma pronti a entrare in azione quando  giunge l’ordine per “”svegliarsi””. Dove, per svegliarsi”” si  intende compiere azioni sovversive o terroristiche,  sottrarre documenti segreti, etc.
Allo  stesso modo, il terrorismo islamico ha infinite cellule dormienti, celate sotto le meste spoglie di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati… cellule alle quali, noi babbei, aneliamo concedere la cittadinanza, spasimando anche per varare al più presto  la legge sullo Ius soli…

Conoscono la lingua, i luoghi, le abitudini, le debolezze e le vulnerabilità… lavorano in posti -chiave, come il cittadino britannico che ha compiuto l’ennesimo attentato sanguinoso di Manchester; sono avvantaggiati dal fatto che,  di contro… noi normalmente siamo degli analfabeti nei loro confronti. Eccezion fatta per  i rari casi in cui  vengano compiuti specifici studi universitari, non sappiamo decifrare ciò che scrivono, non capiamo ciò che dicono nelle moschee o in normali conversazioni, mentre  loro leggono,  capiscono la nostra lingua e persino i nostri  dialetti.

Siamo  in grandissima situazione di inferiorità, anche per l’assenza totale di rispetto per la vita umana… Certo, un delinquente, di qualsiasi nazionalità ed etnia,  ha in spregio la legge e la vita altrui… ma il delinquente islamico, se non vogliamo usare la parola terrorista, ha in spregio  anche la propria vita:  l’indifferenza e la noncuranza con la quale la gettano via, e gettano via anche quella di innocenti, inconsapevoli figlioletti, bimbi-kamikaze, rende  questi “”autospappolatori””  difficilissimi da combattere e forse addirittura invincibili.  Il numero degli arrivi, scarso una trentina  di anni fa, è cresciuto in modo esponenziale,  minando le nostre radici culturali.

Forse si dovrebbe  avere il coraggio di  ammettere  che la cultura occidentale  e quella islamica non sono assimilabili,  non possono arrivare a un punto di equilibrio stabile; non intendo  ovviamente addentrarmi in discussioni teologiche…tantomeno attribuire  primati a una civiltà rispetto all’altra ma, nella vita quotidiana, nel concepire l’esistenza, nelle più basilari attività umane,  private e pubbliche,  ci sono abissi  non colmabili, dato che l’abisso, come dice la parola,  non ha fondo.

E’ sicuramente una lotta impari.

^^^^^^^^^^^^^^^^^

Come di consueto,  qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto portano direttamente ai relativi pezzi.  Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.

 

Dormienti

di A.D.Z.

L’intolleranza dietro l’angolo di casa

di Massimo Nardi

Incendio doloso al circolo culturale la Terra dei Padri  che ha riportato  gravi danni e l’inagibilità del locale. Solidarieta’ ad orologeria.

La sinistra nelle baracche. Una casa nuova per fare il gioco dei sì

di Alberto Venturi

La sinistra dunque è rimasta senza la grande casa di riferimento e ha costruito, nei suoi terreni,  una baraccopoli per passare l’inverno, sperando non sia troppo lungo, divisa in tante casupole, ognuna ben chiusa e con poche finestre, in ognuna rinserrati a ricordare i tempi gloriosi quando con Berlinguer si era puri (quasi), di lotta (quasi) e di governo (quasi).

“”VILLA TRENTI””

di Roberto Armenia

Domenica 28 maggio 2017, a Vignola con l’inaugurazione della rinnovata “Villa Trenti” è nato un “polo culturale centrale per la città e i cittadini”.

Quel che Churchill pensava dell’Islam

di Giorgio Maria Cambiè

“”Per conoscenza e meditazione dei nostri cortesi lettori ecco un brano riguardante l’Islam di sir Win
ston Churchill (sì, proprio lui), scritto nel 1898, in mia traduzione. Per chi si dilettasse a leggere l’originale ne ho riprodotto di seguito il testo. Lascio al lettore la valutazione se qualcosa sia cambiato o se quanto lo statista britannico aveva scritto oltre un secolo fa abbia ancora qualche valenza.””

Malta Papers

di Eugenio Benetazzo

Non ha molta credibilità un giornalista che inizia un’indagine investigativa riportando subito nelle prime righe del proprio lavoro elementi descrittivi e considerazioni economiche decisamente errate ed equivoche.

 

Auguro a tutti buona settimana e buona lettura del n. 563 – 237

[ratings]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In evidenza

Potrebbe interessarti anche...

Avis multicolor run

Ufficio Stampa Provincia di Modena Iscrizioni aperte per la camminata più allegra che c’è di domenica 18 giugno, promossa da Avis Provinciale di Modena insieme