Domandare è lecito, rispondere è cortesia

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Anche quando la domanda la pone dalle colonne di Repubblica un supponente avversario della gente comune, in un editoriale pubblicato domenica 17 maggio 2009 , dal titolo ""La guerra dichiarata al nemico migrante"".

Facendo riferimento  alle recenti operazioni di respingimento dei clandestini, Scalfari scrive: “Bossi ha detto: io parlo con la gente e la gente vuole questo. “ E’ vero, Bossi parla con la gente e trova consensi. Ma si vorrebbe sapere qual è la gente con la quale parla il leader della Lega””.

Forse bisognerebbe che qualcuno a Scalfari glielo dicesse chi è la gente con cui parla Bossi, magari andando per esclusione.

Certamente non è con il “”Tetta””, vale a dire il nostro eminentissimo e reverendissimo cardinal Dionigi Tettamanzi, quello che ha concesso la piazza del Duomo ai mussulmani.

Certamente l’Umberto non parla con Milly Moratti, paladina dell’ecologia e moglie di quel Massimo che è il principale distributore italiano di prodotti inquinanti e che con i proventi di tale vendita finanzia, con cifre assurde, una nota squadra di calcio.

Certamente non parla con tutti quei signorotti che abitano i palazzi del centro di Milano, in vie che la gente con cui parla il leader della Lega nemmeno arriva a frequentare.

E nemmeno parla per esempio con Krizia, Miuccia Prada, icona della sinistra, che utilizzava un body guard come predellino umano per far salire il marito sul suo jet privato,  ed altrettanto non parla con  Lavinia Borromeo Arese Taverna maritata Elkann, quella che alla domanda “”Lei conosce dei poveri?”” rispose “” Lei per poveri intende chi deve lavorare per vivere?””

Né parla con  monsignor Arrigo Miglio, o con Laura Boldrini che scrive su “”Limes””, rivista cult della sinistra, e rappresentante di un’organizzazione che riconosce lo status di popolo occupato ai palestinesi ma non agli armeni ed ai tibetani.

E sicuramente il Bossi non parla con tutti quei rappresentanti di associazioni ONLUS come le famose “”due Simone”” che, rapite da quelli che volevano aiutare, invece di ringraziare i marines che le avevano liberate e gli italiani che erano rimasti col fiato sospeso( e portafoglio aperto) per la loro sorte, pensarono bene a liberazione avvenuta di ringraziare la resistenza irachena. Resistente agli anglo-americani ovviamente.

La gente con cui parla Bossi è quella che vorrebbe poter passeggiare la sera nei giardini a prendere un po’ di fresco e non può farlo assediata da una pletora di criminali, di varie etnie, che spacciano droga, violentano donne, giovani e meno giovani, rapinano e intimidiscono. La gente con cui parla Umberto Bossi è quella che assiste con crescente stupore e altrettanta rassegnazione al degrado dei centri storici e delle periferie delle nostre città trattate dai “”migranti”” come fossero un suk medio orientale.

La gente è quella che una volta votava per la sinistra antagonista e che ora, dopo aver visto mettere in lista candidati rom, vota per la Lega ed ai gazebo dice agli attivisti padani: “”Meno male che ci siete voi””.

La gente con cui parla Bossi è quella che rifiuta il progetto di recupero dei lavavetri e dei vucumprà, finanziato dalla provincia, e gradirebbe, invece, che si finanziasse il recupero di molti pensionati italiani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. 

E’ quella che aspetta da anni l’assegnazione di una casa che è stata occupata con la violenza da clandestini, è quella che paga il ticket farmaceutico perché, per qualche perverso meccanismo burocratico, non ha diritto all’esenzione e poi scopre che lo Stato ha speso cento milioni in un anno (di euro, naturalmente) per curare i soli immigrati irregolari.

Insomma, e per farla breve, la gente che lavora, che si sbatte per mantenere una famiglia, e che si riconosce ogni giorno sempre di meno nei politici.

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