Detto da Robert Kennedy

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Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

Robert Kennedy è meno conosciuto del fratello John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati uniti assassinato a Dallas il 22 novembre del 1963. Eppure, dicono gli storici, pare sia stato lui la mente politica della famiglia. Ministro della Giustizia durante la presidenza Kennedy, interpretò questo ruolo a modo suo, occupandosi più di giustizia sociale che d’altro.  Fra i discorsi politici da lui pronunciati è rimasto famoso ed è di assoluta attualità specie per noi italiani che siamo obbligati a sacrificare sull’altare del PIL il nostro benessere, questo sul PIL che trascriviamo qui di seguito:

“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.

Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

 

Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.”

Tre mesi dopo aver pronunciato questo discorso e precisamente il 6 giugno 1968 Robert Kennedy viene assassinato a Los Angeles da Shiran Shiran, personaggio del quale non sono mai stati scoperti né complici, né mandanti, né motivazioni del gesto. Proprio come per l’assassinio del fratello.

Robert Kennedy si stava avviando a diventare Presidente degli Stati Uniti con un grande consenso popolare dato, oltre che dalla memoria di J.F.K., dalle sue posizioni politiche e sociali molto popolari.

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