Cari Lettori, Bice saluta con questo breve scritto un suo giovane Autore e Commentatore.
Stava preparando una serie di articoli per “Bice” sulla condizione degli ammalati nelle varie strutture ospedaliere di alcune regioni italiane… Lombardia, Emilia, Abruzzo, Veneto…Le sue conoscenze, professionali in quanto medico, personali in quanto ammalato, erano una garanzia. La sua totale disponibilità verso il prossimo, e la sua sincera partecipazione alla sofferenza, fisica e morale, degli altri, lo rendevano speciale.
L’allegria, le naturali doti di spirito e le capacità dialettiche facevano di lui una persona rara. Finchè ha potuto ha scritto, telefonato, sperato.
Da oggi, senza bisogno di alcun mezzo, J.Vol parla direttamente al cuore delle persone che gli hanno voluto bene.
Personalmente piango una persona amabile e cara.
Ho un’unica consolazione: sfidando la sua indole schiva e generosa, che vedeva grandi doti e meriti negli altri e non in sé, non gli ho mai taciuto l’ammirazione più grande, l’affetto, la gratitudine e l’apprezzamento. Sono contenta di averlo fatto, anche se mi prendeva bonariamente in giro per questo.
Scoppiò a ridere, dicendomi che ero un’esagerata incorreggibile, anche quando, nel n.282 di Bice, in un articolo, parlando di lui e di un altro amico caro, avevo scritto:
“Scherzando, ma solo un poco, dico che, qualora i Marziani decidessero di fare un saltino qui da noi, sul “Pianeta Azzurro” , per conoscerci, sarebbe bello che incontrassero per prime persone come loro. Persone necessarie e indispensabili, per sollevare la media della qualità del genere umano, pericolosamente vicina, in alcuni, allo zero.
Una malattia improvvisa per uno, l’altrettanto improvviso sgradito ritorno di un grave morbo per l’altro. Entrambi iniziano oggi un percorso di cura.
Guardo con rispetto, gratitudine e affetto alla loro capacità di dare, sempre, una lezione di tenacia e di coraggio, di accettazione degli eventi ma di non rassegnazione passiva agli stessi.“
Riscrivo oggi ogni parola.
Grazie di tutto, J.Vol.