Debiti del Comune: il rovescio della medaglia

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E’ proprio vero che non è tutto oro quello che luccica: anche avere pochissimi debiti, per un bilancio comunale, può non essere, paradossalmente, solo un bene.

La domanda che viene spontanea infatti è: come si finanziano allora gli investimenti? Semplice: vendendo i gioielli di famiglia o ricorrendo alla speculazione immobiliare.

Tutti ricordiamo che negli ultimi anni il Comune di Modena ha venduto quote delle Farmacie Comunali, dismesso la propria partecipazione in Autobrennero, collocato Meta in Borsa, ceduto quote di Meta per entrare in Hera, favoleggiato grandi progetti per Cittanova 2000 per fare un affarone nella vendita dell’area, alienato tante aree edificabili, reso edificabile e poi venduto campi da calcio storici, ecc..

Ma quando avremo venduto tutto il patrimonio del Comune che abbiamo ereditato e il mercato non assorbirà più aree edificabili come sosterremo gli investimenti necessari per i servizi dei cittadini? Ci dovremo indebitare, rischiando di non poterlo fare perché abituati a spendere tutto ciò che incassiamo non solo in servizi, ma anche in laute consulenze e stravaganti ricerche.

E’ come se fossimo una famiglia che ha ereditato un casa in proprietà e quindi, non avendo il mutuo, può spendere tutto lo stipendio in alimentari, abbigliamento e divertimento: se un giorno la famiglia cresce e serve una casa più grande come lo paga il mutuo? Deve ridurre le spese correnti.

Ecco perché mi permetto di invitare Frieri & C. a guardare con più lungimiranza e meno propaganda questi dati sui debiti del Comune: è ora di guardare con attenzione come spendiamo i soldi dei cittadini, perché molti cittadini già sono costretti a farlo con i propri e ben presto ci chiederanno cosa ne facciamo di quelli che ci danno da spendere a noi.

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