In questi giorni in molte città sono avvenute manifestazioni di protesta e occupazioni da parte di studenti di ogni ordine e grado.
Si tratta delle prime forme spontanee di dissenso studentesco da alcuni anni a questa parte. E questa è la vera ed incontrovertibile novità.
Gli studenti non amalgamati all’informazione ufficiale dei media, grazie alla rete, hanno capito meglio degli altri la gravità della situazione politica di questo Paese.
Hanno compreso che ci troviamo nel mezzo di un vero e proprio golpe finanziario e le nuove generazioni, di cui gli studenti sono parte integrante, hanno più motivo degli altri di temere le conseguenze di questa crisi e della perdita di sovranità nazionale che colpisce la nostra debolissima democrazia.
Indigna quello che leggiamo sui mezzi di informazione locali tesi a screditare l’azione dei giovani, solo perché non supportati e strumentalizzati da apparati politici.
E allora la reazione si fa rabbiosa: li si accusa di fumare spinelli, di devastare gli edifici scolastici, di non avere voglia di studiare. Tutte menzogne tese solo a screditarli. In realtà i giovani si riuniscono, discutono e approfondiscono i temi che riguardano il loro fosco futuro.
Ma ancora più indigna il comportamento di certi dirigenti scolastici, che decidono di motu proprio, con il supporto della Provincia e di Hera, di spegnere il riscaldamento degli edifici scolastici e minacciano sanzioni gravi nei confronti degli studenti più impegnati, proponendone persino la sospensione o l’espulsione.
Quando gli studenti protestavano contro la Gelmini, erano eroi, ora che protestano per la loro libertà ed il diritto ad un futuro, sono dei sovversivi e dei teppisti.
L’area socialista, che il Nuovo PSI intende rappresentare, non può restare indifferente alle istanze di giustizia, di indipendenza, di verità e di democrazia che provengono da movimenti civili e spontanei e crede che il nuovo movimento di liberazione che nasce dagli studenti debba trovare sostegno anche da parte della classe politica e del mondo dell’informazione. Dopo la primavera araba forse ci troviamo di fronte all’embrione della “primavera europea”?
Il Segretario Provinciale del Nuovo PSI