Da dove proviene il pericolo?

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Dalla rubrica della posta di un noto quotidiano leggo la lettera di protesta di una cittadina di Napoli.

In sintesi la lettrice, ricordando un recente fatto di cronaca nera, si interroga sull’opportunità di sottolineare nelle cronache dei fatti il luogo di nascita o la provenienza dei delinquenti.

“”Non basterebbe dire “” il fatto è accaduto ad opera di un gruppo di residenti del luogo”” – si lamenta la signora – forse il luogo d’origine è un elemento importante per la polizia ma comunicarlo a tutta l’Italia non serve che a fomentare odio e razzismo””.

Certo che staccarsi di dosso un’etichetta infamante, cucita e ricucita in decenni di “”nera”” non sarà facile per i partenopei così come non lo sarà per molti meridionali che provengono da città più note per fatti di sangue o scandali che per le attrazioni turistiche.

Ma in un certo senso credo invece che queste dovute precisazioni sono propedeutiche per la parte sana del paese, per coloro i quali, pur accettando il comune sentimento d’italianità, sentono il bisogno di gratificarsi per la loro buona condotta, per la loro rettitudine, per il loro senso del dovere, per la non violenza praticata come fede di vita giornaliera, per l’onestà silenziosa che non chiede lodi.

Ecco, per questo non era giusto che si parlasse genericamente di “”gente del luogo””: nella fattispecie di quell’accoltellamento mortale accaduto a Porto Corsini sarebbe stato un torto ai laboriosi e pacifici romagnoli.

Ma poi, cara signora napoletana, ma perchè mai si dovrebbe inascarire lei che avvisa in ciò un tentativo di aizzare odio e razzismo verso i suoi conterranei ? Io, al suo posto mi vergognerei della mia terra che ha dato i natali a tanti delinquenti senza per questo sentirmi nel mazzo delle malerbe. Se da tempo i riflettori sono sempre puntati su extracomunitari e zingari è solo perchè la classe politica minimizza la drammaticità dei fenomeni mafiosi e malavitosi, veri gestori dell’immigrazione clandestina, una piovra che estende i suoi tentacoli dal Sud al Nord del paese e anche in Europa, un sistema che fattura come il PIL di una nazione e governa di fatto le scelte politiche ed economiche di diverse regioni italiane.

Abbiamo da tempo abolito le targhe automobilistiche che dichiaravano la città di immatricolazione del veicolo per passare alle più anonime DJ e YW , vogliamo abolire anche il luogo di nascita dei cittadini, vogliamo scrivere born in Italy per tutti?

Non è del luogo di nascita che ci dobbiamo vergognare o per il quale sentirci  discriminati: dobbiamo vergognarci di quello che fanno i nostri cittadini e pretendere che chi sbaglia paghi, non come fanno le comari a Napoli, Bari ecc.. quando dalle finestre tirano sassi e bottiglie ai carabinieri che devono arrestare i loro figli e mariti malavitosi.

A Modena le autorità incominciano a drizzare le orecchie davanti a segnali sempre più preoccupanti e non bastano più le rassicurazioni dei politici per tranquillizzare i cittadini: dalla percezione d’insicurezza siamo passati alla paura, non vorremmo passare alla rassegnazione. Per questo bisogna sapere da dove viene il pericolo, darci un nome ed assicurarlo alla giustizia, senza ma, senza se, e senza timore di essere tacciati di razzismo.

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