La tecnologia pervade la vita di tutti i giorni, non potremmo più immaginarla priva di smartphone, computer, tablet e dispositivi affini. Gli smartphone, in particolare, hanno trasformato il nostro modo di vivere, ci permettono di essere sempre reperibili, di leggere mail, di soddisfare in ogni momento delle curiosità o il bisogno di chiamare qualcuno, di dare una sbirciatina a facebook.
Al punto che si parla di cellularomania o nomofobia (no-mobile fobia): “senza smartphone non riuscirei a vivere, mi verrebbe l’ansia”. La Sindrome da Disconnessione evidenzia una vera e propria difficoltà a staccarsi fisicamente dal telefono o alla paura di rimanere fuori dal contatto con il mondo.
La tecnologia ci ha spinto a cambiare, ad essere sempre aggiornati e in continua connessione l’uno con l’altro, ma per mandare sms, chattare con whattsapp e scaricare le mail in ogni momento, è necessario che qualcuno dall’altra parte del mondo lavori duro in miniera.
Ci siamo mai chiesti da dove nascano questi oggetti?
L’uso sapiente e creativo dei minerali all’interno della tecnologia della comunicazione ha migliorato le capacità dei vari dispositivi e la durata delle batterie, riducendone dimensione e peso. Circa 30 anni fa, infatti, i telefoni portatili avevano la dimensione di una scatola da scarpe, mentre oggi gli smartphone sono tascabili o da polso.
La realizzazione di uno smartphone necessita di circa 75 elementi chimici diversi (circa i ¾ degli elementi della tavola periodica) la cui fonte sono i minerali. Tra questi, ben noti sono il silicio usato per i circuiti stampati e il rame quale conduttore di elettricità e calore.
Cobalto e grafite sono componenti indispensabili delle batterie al litio. La batteria di uno smartphone contiene circa dai 5 ai 10 grammi di cobalto raffinato, mentre una batteria per auto elettriche può contenerne fino a 15 chili.
Il cobalto è uno dei tanti minerali che vengono estratti dalle miniere della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove lo sfruttamento di queste risorse incentiva il lavoro minorile ed è causa di conflitti che provocano la morte di migliaia di persone.
Con il termine minerali dei conflitti si fa riferimento a cassiterite, columbite-tantalite (coltan), oro e wolframite e loro derivati (stagno, tantalio, tungsteno), indicati anche con l’acronimo 3TG (Tin, Tantalum, Tungsten e Gold). Il cobalto non è inserito in questa lista, né esiste un regolamento di mercato globale che lo controlli.
Negli ultimi anni, è stata posta sempre più attenzione a livello internazionale sulle tematiche riguardanti le attività di estrazione e lavorazione dei cosiddetti minerali dei conflitti provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) e dalle regioni confinanti (Covered Countries), le cui attività correlate di estrazione, lavorazione, ecc., finanziano conflitti armati e non tutelano i lavoratori e la loro salute, di qualunque età essi siano.
La mostra MINERALI E CONFLITTI
Il 24 febbraio inaugura a Modena la mostra MINERALI E CONFLITTI (presso Residenza San Filippo Neri, via Sant’Orsola 52) promossa dall’Università di Modena e Reggio Emilia e a cura di Milena Bertacchini del Museo Gemma del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche in collaborazione con Università di Modena e Reggio Emilia: Dipartimento di Scienze della Vita-Orto Botanico, Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali, Polo Museale-Museo di Zoologia, Casa editrice 66thand2nd, Comune di Modena-Multicentro Educativo Sergio Neri, Centro Provinciale Istruzione Adulti CPIA Modena, Istituto Storico di Modena, Liceo scientifico Tassoni Modena, Liceo scientifico Wiligelmo Modena, LIMES, Scuola Casa Circondariale a Custodia attenuata di Castelfranco Emilia, Associazioni onlus: Bambini nel Deserto, Missio Modena,
il contributo di BPER e ci auguriamo di altri sostenitori.
La mostra è il momento conclusivo di un progetto che comprende attività di alternanza scuola lavoro con 50 studenti dei Licei scientifici Wiligelmo e Tassoni di Modena, incontri pubblici con esperti, momenti formativi rivolti a docenti ed interessati.
Intento del progetto è creare informazione e consapevolezza sulle proprietà di questi minerali e sulle realtà che si celano dietro la tecnologia dell’informazione, tanto indispensabile alla nostra società della conoscenza e dell’innovazione. Nel 2017 l’Unione Europea ha affrontato il problema emanando il Regolamento Europeo sui Minerali dei Conflitti che, a partire dal 2021,
stabilisce un dovere di diligenza nelle catene di approvvigionamento per gli importatori di stagno, tantalio, tungsteno, dei loro minerali e di oro, provenienti da zone di conflitto. Il regolamento è inteso a spezzare il legame tra determinati conflitti armati e le attività minerarie illegali che li alimentano e a garantire un approvvigionamento responsabile da parte delle industrie europee.
All’inaugurazione, che si terrà il 24 febbraio ore 10, interverranno: il Magnifico Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia prof. Oreste Angelo Andrisano, l’Europarlamentare Cécile Kyenge e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Vari saranno inoltre gli eventi collaterali alla mostra rivolti a trattare il tema da diversi punti di vista, grazie agli interventi di: Giuliano Albarani, Milena Bertacchini, Isabella Ferretti, John Mpaliza e don Germain Nzinga.
È in corso di definizione la partecipazione dello scrittore congolese Koli Jean Bofane.
La mostra tratta il tema dei MINERALI DEI CONFLITTI con particolare attenzione alla RDC anche attraverso i pannelli del percorso espositivo “Minerali clandestini”” realizzati da Chiama l’Africa onlus.
Mostra MINERALI E CONFLITTI
24 febbraio – 4 marzo
Residenza San Filippo Neri
via Sant’Orsola 52 – Modena
Maggiori dettagli e CALENDARIO EVENTI al link
http://www.museogemma.unimore.it/2018/01/29/minerali-e-conflitti/
Per info e prenotazioni: museo.gemma1786@unimore.it – 059.2055873
La mostra sarà visitabile tutti i giorni:
sabato-domenica: ore 10-13 15-19
lunedì-venerdì: ore 9-13 14-18
Visite guidate la mattina su prenotazione e il pomeriggio a ingresso libero con il contributo degli studen
ti del Liceo Wiligelmo in alternanza scuola lavoro.
Per info e prenotazioni
Milena Bertacchini