Cuori di tenebra

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Dopo il brutale pestaggio e la morte di Nicola Tommasoli a Verona, tutto il paese si interroga sul fenomeno neonazista e neofascista. Abbiamo fatto un viaggio nella storia dei cuori neri.

Nicola Tommasoli era un ragazzo veronese esattamente come i suoi carnefici, ma nella sera della sua morte per i cinque ragazzi che lo hanno letteralmente linciato era semplicemente un diverso, forse perché aveva i capelli lunghi, forse perché ha rifiutato loro una sigaretta, forse per entrambe le cose.

Un diverso, una parola così vaga il cui significato è quanto più ci sia di mutevole.  Chiunque infatti è “diverso” da qualcun’altro, ma i cinque membri ventenni del branco non si sono posti tanti problemi e di fronte ad un rifiuto di una sigaretta hanno compiuto un gesto che è costato la vita a Nicola e che li ha segnati permanentemente.

 

Il professor Vittorino Andreoli , psichiatra di fama internazionale ed anch’egli veronese, ha parlato di profonda ignoranza e mancanza di cultura tra i ragazzi della città scaligera e di cultura del nemico, uno sfogo insensato e bestiale verso chiunque non corrisponda al proprio archetipo, una ferocia nichilista e selvaggia.

I giovani omicidi sembrerebbero legati ad ambienti dell’estrema destra veronese e agli ambientì ultrà calcistici, ma la sezione veronese di Forza Nuova e del Veneto Fronte Skinhead hanno respinto con forza ogni associazione con gli autori dell’omicidio minacciando querele.

 

Ma la storia dell’estrema destra extraparlamentare italiana nasce lontano nel tempo, negli anni successivi alla formazione del Movimento Sociale Italiano, sono innumerevoli i militanti post e neofascisti che rifiutano il confronto politico parlamentare e si aggregano in una controversa miriade si sigle e nomi, una storia di violenza e di intolleranza che si intreccia con trame oscure e complicità di Stato.

Dopo un quindicennio di gestazione il primo movimento rilevante a discostarsi dall’MSI è Ordine Nuovo nel 1960 ad opera di alcuni missini che trovavano troppo moderata la linea del partito.

Ordine Nuovo fu probabilmente il più aggressivo dell’intero campo neonazista. Secondo un rapporto della polizia esso si ispirava alle dottrine razziste e nazionalsocialiste del barone Julius Evola, il filosofo dell’idealismo mistico, autore nel 1937 del libro “”Il mito del sangue””, ma che ancora nel 1967 rimproverava ad Almirante la mancata  organizzazione di squadre d’azione per distruggere i centri della sovversione e stroncare gli scioperi.

Da un rapporto di polizia steso dopo il fallito golpe del dicembre 1970, si è saputo che Ordine nuovo era in rapporti con il Fronte nazionale di Valerio Borghese e con altre organizzazioni di estrema destra italiane, francesi, spagnole, portoghesi, sudafricane, nonché con il governo dei colonnelli greci. rilevanza nel far procedere la strategia della tensione.

Il tardivo scioglimento decretato alla fine del 1973, non costituisce un serio procedimento in quanto ha lasciato liberi di agire altri gruppi che, perseguendo obiettivi non dissimili da quelli di Ordine nuovo, ne hanno adottato anche gli stessi mezzi. Inoltre tutto lasciava pensare che, di fronte alla tolleranza dimostrata dalle autorità, l’organizzazione disciolta sarebbe stata presto ricostituita. Difatti, due giorni dopo lo scioglimento di Ordine nuovo veniva annunciata l’esistenza dell’organizzazione clandestina Ordine Nero.

Altra organizzazione fu . Avanguardia Nazionale una delle formazioni di punta della destra. Il fondatore fu Stefano Delle Chiaie, che uscito dal MSI 1957 per aderire ad Ordine Nuovo, nello stesso anno lascia questo movimento estremista per fondare una nuova organizzazione di ispirazione nazista, i Gruppi d’Azione Rivoluzionari che si trasformano nel 1959 in Avanguardia Nazionale Giovanile.

Avanguardia Nazionale si scioglie nel 1964 e Stefano Delle Chiaie, quattro anni dopo, fonda il nucleo universitario di Nuova Caravella e successivamente Avanguardia Europea. Nel febbraio del 1970 Avanguardia Nazionale rinasce all’Università di Roma. Innumerevoli furono le azioni violente di questo movimento.

 

Tra le più segrete organizzazioni di estrema destra vi fu il Fronte Nazionale, fondato  il nel 1968, da Junio Valerio Borghese, dopo il suo allontanamento dal MSI. E’ con questa ultima organizzazione che Borghese tenta un accordo per uno schieramento di destra, un accordo che fallirà quando nel 1968 una parte di Ordine Nuovo rientra nel MSI. Nel 1969 e nel ’70 Borghese compie alcuni viaggi in Liguria (a Genova e La Spezia in particolare). In quella occasione il principe nero si è incontrato, nel corso di segretissime riunioni, con industriali, armatori, banchieri e dirigenti. Durante i moti di Reggio Calabria, Borghese  ha confermato in una intervista, di aver svolto un ruolo di primo piano nell’organizzazione della sommossa.

 

Il giro i boa vi sarà verso la fine degli anni ’70 con l’irrompere del terrorismo nero spontaneista Anche nell’ambito della destra radicale e terrorista il panorama è mutato dopo la metà degli anni settanta. Lo spontaneismo amato del post’77 non ha una precisa strategia politica e nemmeno  alleati: la lotta è contro tutti e senza quartiere, gli atti terroristici costituiscono l’unica azione politica praticabile in quanto potenzialmente suscitatrice di una spinta rivoluzionaria. Nel triennio 1977-79 si riaccende la violenza e aumentano soprattutto gli attentati, sia quelli rivendicati, che quelli non rivendicati, con un massimo di 367 nel 1978.

I principali gruppi di questa fase  Costruiamo l’Azione, Terza posizione e i Nuclei Amati Rivoluzionari che da subito si differenziano dai gruppi precedenti per una violenza inaudita delle azioni terroristiche e per un totale distacco ed indifferenza dal MSI. Il culmine di questa fase neofascista arriva nell’agosto del 1980 con la bomba alla stazione di Bologna. 

Ma intanto è iniziata una nuova contaminazione di estrema destra, quella del movimento naziskin. Nati originariamente come movimento proletario ed antiborghese in Inghilterra negli anni ’70, molti skinhead assumono progressivamente una connotazione neonazista. Per quello che riguarda l’Italia centri più attivi sono in Veneto, in Lombardia e nel Lazio.

La prima e più strutturata organizzazione italiana di naziskin fu il Veneto Fronte Skinhead. Nell’area milanese venne fondata l’associazione di skinheads di estrema destra Azione Skinhead, in cui confluirono molti membri da diversi gruppi ultras interisti. Anche la realtà naziskin romana si raccordò con la scena di suprematismo bianco internazionale. Nel 1990 nacque l’associazione Skinhead d’Italia, composta da Azione Skinhead e Veneto Fronte Skinhead.

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